La presidente di Confesercenti Bari, Raffaella Altamura, lancia l’allarme alla luce dei dati relativi ai saldi di luglio. Inflazione delle stelle, rincari energetici, aumento delle rate dei mutui a tasso variabile tra le ragioni della crisi.
Un vero e proprio crollo, che non può che preoccupare. Dal 2019 al 2022- segnala il rapporto annuale Inps-, i lavoratori indipendenti assicurati dall’istituto passano dai 4,959 milioni del 2019 ai 4,825 milioni del 2022, con un calo netto di 134.000 unità in quattro anni, oltre 90 al giorno. Un dato che purtroppo conferma le crescenti difficoltà a rimanere sul mercato delle micro e piccole imprese a conduzione familiare, che hanno visto sfumare la ripresa post pandemica a causa del caro-vita e dell’incremento dei prezzi energetici.
L’inflazione assottiglia i consumi e il carovita continua ad incidere sulle imprese del commercio e sulla spesa delle famiglie che continuano a spendere di più per acquistare di meno: a luglio le vendite al dettaglio aumentano del 2,7% in valore rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, a fronte di un vero e proprio crollo (-4,5%) in volume. Insomma, i saldi non bastano più per tenere in piedi molte attività: «Il potere di acquisto delle famiglie- spiega la presidente di Confesercenti Bari, Raffaella Altamura- si è letteralmente eroso.
Una grossa parte è dovuta ai rincari energetici; a questo- prosegue Raffaella Altamura- va aggiunta un’inflazione che ha portato ad un aumento del carrello della spesa tra il 30 ed il 40% e, aspetto che qualcuno dimentica troppo facilmente, i tassi dei mutui varabili. Per quelle famiglie, e sono tante, che pagano ancora mutui variabili- prosegue la presidente di Confesercenti Bari- l’aumento mensile delle rate incide in maniera pesantissima». Tutte queste difficoltà sono andate a coincidere con il periodo dei saldi e gli effetti si sono fatti sentire anche a Bari e provincia: «Gli acquisti sono stati tutt’altro che in linea con le aspettative- ammette Raffaella Altamura- e, mentre nelle città a carattere turistico si è avuto un pareggio rispetto agli anni precedenti grazie anche alle spese effettuate dai turisti, nei Comuni dove non c’è l’incidenza del turismo si è registrato l’ennesimo, drastico calo». Una strada in discesa che porta verso un drammatico finale: «Se la situazione non viene invertita, siamo a rischio recessione.
C’è bisogno di manovre serie, e non parlo di bonus, di carte per fare la spesa o gli 80 euro una tantum che servono a fare mezzo pieno di benzina. Gli interventi- tuona Raffaella Altamura- devono riguardare la detassazione degli stipendi fino ad una certa fascia allo scopo di innalzare il potere di acquisto delle famiglie, così che si possa riprendere a spendere senza patemi. Un’ipotesi di certo percorribile è la riduzione della tassazione. Parallelamente urgono misure dirette al sostegno del piccolo commercio. Se tutto ciò non avverrà in tempi brevi saremo a serio rischio recessione».