
A ottobre ricorre il trentennale dell’esplorazione della grotta di Lamalunga e della scoperta dell’Uomo di Altamura.
Per i 30 anni si stanno organizzando alcuni eventi. Un convegno internazionale si terrà il 3 ottobre, giorno della scoperta nel 1993, quindi il 7 e l’8 ottobre, che furono i giorni del clamore e della grande notizia. Iniziativa è a cura della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bari, dal titolo “Gli abissi del tempo. La grotta di Lamalunga. L’uomo di Neanderthal”, ideata di concerto con la Direzione Generale Archeologia, belle arti e paesaggio del Ministero della cultura e in collaborazione con l’Istituto centrale per l’archeologia, il Segretariato regionale del MiC per la Puglia e il Cars (Centro altamurano ricerche speleologiche). Con il patrocinio del Comune e del Parco Nazionale dell’Alta Murgia
L’homo neanderthalensis è chiamato in questo modo dal nome del luogo in cui sono state ritrovate le sue tracce , nel 1856 in una grotta di una cava nella valle del fiume Neander, in Germania a pochi Km da Dusseldorf,
inizialmente si disse che era lo scheletro di un cosacco morto nella campagna di Napoleone del 1814 ,ipotesi smentita quando sia in Belgio che in Francia vennero alla luce altri individui simili e si cominciò a parlare genericamente di neandertaliani. L’ambito scientifico
dell’epoca faceva ancora fatica ad accettare che quei resti bestiali potessero
appartenere a nostri antenati , in effetti le differenze da come siamo oggi erano
evidenti, l’uomo di Neandertal aveva il cranio allungato e di grande capacità, circa
1600cc ,un rilievo nella zona occipitale chiamato chignon dai francesi, il mento e la
fronte sfuggenti, le arcate delle sopracciglia molto sporgenti, ossa spesse e una
muscolatura molto potente , la mano corta e con una presa di forza possente ,
particolarmente robuste le falangi del piede per percorrere senza problemi terreni
accidentati e ostili , presentava un fisico adatto alla sopravvivenza in luoghi freddi in
effetti visse in Europa e in Asia occidentale occupando territori dal clima, allora,
veramente difficile.
La statura dei vari reperti è tra 155cm di una femmina trovata in Francia a La Ferrasie, ai 179 cm dell’uomo di Amud (Israele) in generale un corpo tarchiato con arti inferiori corti e un peso elevato rispetto alla statura. La capacità di articolare suoni è stata ricostruita con la valutazione anatomica del tratto laringofaringeo che essendo più corto che nell’uomo moderno gli avrebbe consentito di
parlare molto lentamente e con un numero limitato di fonemi gutturali ,d’altronde
con potenziale cerebrale scarso, testimoniato dai rari manufatti , i neandertaliani
avranno avuto ben poco da dirsi. L’Homo neanderthalensins compare circa 150 mila
anni fa e risulta estinto da circa 30 mila anni era un abilissimo cacciatore anche se
onnivoro nella sua dieta prevaleva il consumo di carne, cacciava in gruppo e sceglieva gli animali più deboli che erano vittime di trappole ben mascherate. Ariprova si riscontrano nei siti dei manufatti litici con prevalenti resti di ossa dianimali giovani o vecchi .
Nelle caverne da lui abitate sono state trovate tracce di vita organizzata, magazzini naturali dove trasportare carcasse di animali con carne
che veniva congelata per scongelarla tramite il fuoco d’inverno, Homo neanderthalensins domina il fuoco con focolari di diversa fattura a piastra e a camino , produce utensili in pietra e ci lascia resti di capanne e segni della sepoltura dei morti, in almeno un caso pare che la sepoltura sia stata coperta con petali di
fiori. Tra questi ominidi fossili i resti di un cacciatore caduto in un inghiottitoio
carsico che ha trovato la morte dopo una lenta agonia e’ il “Neanderthal italiano”.
Si tratta dell’Uomo di Altamura, uno scheletro fossile trovato nel 1993 in Puglia, sulle Murge, che sta rivelando importanti risvolti scientifici per l’antropologia italiana e del Sud Europa. la stima della datazione, prevedeva un intervallo tra 400.000 e 100.000 anni fa, con valori più probabili intorno a 150-250.000 anni fa. Si tratta di un esemplare umano
adulto, finito non si sa come nella grotta di Altamura vicino a Bari, rimasto incastrato nelle stalattiti e stalagmiti che gli sono cresciute intorno e che lo hanno conservato intatto.
Raggiungerlo è molto difficoltoso trovandosi in un cunicolo a 10 metri di profondità
completamente inglobato nella roccia e dalla quale impossibile liberarlo.
Ricorrono trent’anni da questa incredibile scoperta del cacciatore murgiano studiato dal Prof.Delfino Pesce insigne antropologo e docente nell’Università di Bari sempre senza cravatta in un’epoca in cui i docenti universitari si distinguevano dal papillion..
L’uomo di Neanderthal ci fa riflettere sulle nostre origini, sicuramente Sapiens e Neandertaliani si sono incrociati e conferme arrivano dalle recenti notizie del prof.Remuzzi per la sensibilità al Covid data da residui di DNA di cui siamo ancora portatori.
È bene sottolineare infine che la scoperta non giustifica il dramma di Bergamo :questo studio non c’entra con quello che è stato fatto o non è stato fatto a lì durante i momenti di emergenza. Dimostra solo che c’è una correlazione fra geni ereditati dai Neanderthal e gravità della malattia.