Principale Estero Ecuador: governo respinge il risultato del referendum sullo sfruttamento petrolifero

Ecuador: governo respinge il risultato del referendum sullo sfruttamento petrolifero

Lo storico voto referendario del 20 agosto in Ecuador, favorevole alla cessazione dello sfruttamento petrolifero nel blocco 43 ITT del Parco Nazionale Yasuní, una delle aree più ricche di biodiversità del pianeta, in Amazzonia, sarebbe “inapplicabile”, secondo il presidente della Repubblica, Guillermo Lasso. “Non vogliamo che la produzione del Blocco 43 (un giacimento petrolifero) finisca. Non vogliamo e non sosterremo né affretteremo alcuna procedura”, ha detto Lasso in un incontro il 5 settembre con i delegati delle comunità indigene locali, molti dei quali temono gli effetti economici dell’interruzione delle trivellazioni e hanno votato “no” nel referendum”. Yasuní, che comprende più di un milione di ettari di foresta pluviale tropicale nel cuore dell’Amazzonia, è stata dichiarata riserva della biosfera dall’UNESCO nel 1989. Ospita più di 1.500 specie animali e diverse popolazioni indigene, tra cui i popoli “incontattati” Tagaeri e Taromenane che vivono in isolamento volontario.

Ecuador: il governo respinge il risultato del referendum

La controversia nasce dopo che, qualche settimana fa, il Ministro dell’Energia e delle Miniere, Fernando Santos Alvite , aveva assicurato che l’Esecutivo non avrebbe fermato l’operazione petrolifera. A seguito del voto, il governo ha un anno di tempo per fermare le operazioni nel Blocco 43-ITT, un giacimento petrolifero che copre quasi 2.000 ettari all’interno del parco. L’area ospita le popolazioni indigene Waorani, Kichwa e Shuar e confina con la terra di altri gruppi “incontattati”. Alle autorità è inoltre vietato firmare nuovi contratti petroliferi per Yasuní. In conferenza stampa, il presidente Lasso ha dichiarato: “Tecnicamente, non è possibile chiudere un pozzo petrolifero da un giorno all’altro. Ci stiamo avviando verso la possibilità che questo referendum diventi inapplicabile. Non è fattibile, vi preghiamo di comprendere che non è possibile e manterremo questa posizione il più a lungo possibile”. Il presidente Lasso, il cui mandato scade il 25 novembre, afferma che l’Ecuador perderà 1,2 miliardi di dollari all’anno se le trivellazioni petrolifere a Yasuní verranno interrotte. Yasunidos contesta questa cifra, sostenendo che una cifra più accurata è di 148 milioni di dollari all’anno, sulla base delle stime delle riserve petrolifere fornite da Petroecuador alla Corte Costituzionale del Paese.

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