
Venerdi 16 e sabato 17 si terrà a Bologna l’assemblea nazionale dei LibDem Europei con ospiti importanti come Carlo Calenda, Riccardo Magi, Matteo Renzi. I LibDem, sono stati fondati a gennaio da Giuseppe Benedetto, Alessandro De Nicola, Oscar Giannino, Sandro Gozi. Al centro della discussione ci sarà il tema politico del progetto della “ricomposizione” dell’area centrista, “Oltre il Terzo Polo”, che è imploso, all’improvviso, dopo la separazione tra Carlo Calenda e Matteo Renzi. Il focus prioritario è quindi, quello di contrastare un “bipolarismo selvaggio”; e la ricetta è, la formazione del cosiddetto campo largo, la Terza via, o comunque lo si voglia chiamare. Una posizione politica che abbandoni la tradizione ed alcune posizioni storiche della destra e della sinistra, per andare incontro a quel pezzo di elettorato che si colloca al centro liberale ed è contendibile, nonché dare ascolto alla voce di ogni singolo cittadino partendo proprio dai problemi reali e quotidiani dell’insieme delle nostre comunità. Ce ne parla il Professor Alessandro De Nicola, docente all’Università Bocconi, editorialista – economia e finanza – de “La Repubblica” de “La Stampa”, e presidente de “The Adam Smith Society”. Vi propongo l’intervista che mi ha rilasciato, ringraziandolo per la disponibilità e la gentilezza.
Oltre il Terzo Polo. Professor De Nicola la domanda è: si può costituire un vasto movimento politico senza dover partire necessariamente da un riferimento partitico o bi-partitico precostituito come quello di Azione/Italia Viva?
“Sarebbe possibile se i due partiti non esistessero, ma non si può far finta che non ci siano. Hanno parlamentari, consiglieri regionali, assessori, consiglieri comunali, iscritti che non si dissolvono. Quindi un movimento politico liberaldemocratico non può prescindere da loro e possibilmente nemmeno da +Europa”.
Sulla guerra, sul nucleare, sui termovalorizzatori, sui conti pubblici e sulle opere pubbliche, sui diritti civili, qual è l’approccio dei LibDem?
“Guerra, sostegno all’Ucraina aggredita; termovalorizzatori e nucleare favorevoli; conti pubblici, rigore di bilancio, meno spese, meno tasse, meno debito anche attraverso privatizzazioni; diritti civili, siamo a favore -pur nella libertà di coscienza- dei diritto al
matrimonio egalitario o dell’eutanasia. Rileviamo però che un conto sono i diritti individuali che riguardano adulti consenzienti, un conto quelli che hanno conseguenze su minori”.
ll distacco dalla partecipazione elettorale, la difficoltà di coinvolgere il paese nella valutazione di un passaggio epocale reso complesso dai mutamenti delle relazioni internazionali e anche dalle emergenze ambientali, dovrebbero preoccupare. Per dare la necessaria garanzia a chi giustamente come elettore e portatore di consenso la pretende per qualcosa di non ancora sperimentato, l’affidabilità delle persone al comando diventa decisiva. Secondo lei, qual è l’alternativa al populismo?
“Fare come la Grecia. Un governo che pure ha avuto scandali (intercettazioni di parlamentari) o manchevolezze (l’inefficienza che ha causato il disastro ferroviario) ha dimostrato che governando con ragionevolezza, attenzione all’economia e coerenza si riesce non solo a migliorare la situazione del paese ma a vincere le elezioni. Naturalmente se il leader del partito della ragionevolezza ha un suo carisma personale la cosa aiuta moltissimo…”.
Renew Europe: la piattaforma comune per le Europee 2024, che raggruppa i centristi del Parlamento europeo, formato dai liberali dell’Alde (di cui fa parte Più Europa), dai riformisti del Partito Democratico Europeo (di cui sono membri sia Azione che Italia Viva) e da partiti indipendenti come il francese Renaissance e altri partiti affiliati, come si sta preparando a questa sfida?
“In tutta Europa Renew sta coordinando i vari partiti e in Italia li incoraggia fortemente a presentare una lista unica su una base di un programma con punti precisi per impedire l’avanzata delle forze populiste e anti-europeiste di destra e di sinistra. Proprio una decina di giorni fa c’è stato un importante incontro a Roma per spingere in questa direzione”.
E’ possibile secondo lei, una buona politica, che non sia sottomessa all’economia, alla finanza o al dominio di un’ideologia, ma sia guidata solo dalla ricerca del bene comune di ogni popolo e persona?
“La politica deve essere pragmatica, ma il pragmatismo non è un ideale, è un modo di affrontare i problemi commisurando i mezzi ai fini, le condizioni presenti, le possibili conseguenze non intenzionali delle proprie azioni. Ma che ci siano degli ideali alla base è inevitabile e nel caso dei LibDem è un’ideale di libertà che è ben conscio del potere che le lobby, economiche, finanziarie, sindacali, e di gruppi di interesse organizzati in generale,
esercitano sulla società”.
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