
Leonarda Manna
E’ braccio di ferro tra il governo e la Corte dei Conti sui poteri di controllo dei magistrati contabili. La decisione arriva dopo le critiche sul Pnrr. Ma il presidente Carlino sostiene che il controllo concomitante ‘può accelerare il Pnrr’. In serata una nota di Palazzo Chigi parla di ‘nuovo modello nelle relazioni con la Corte dei Conti nel rispetto rispetto dei ruoli’.
Per quanto riguarda il controllo concomitante sul Pnrr, la Corte dei conti “rileva che è nella discrezionalità del legislatore determinare le modalità di svolgimento dei controlli” e che “in realtà ha già ulteriori possibilità di intervento sui progetti del Pnrr attraverso le altre metodologie di controllo, come quello ordinario e il referto al Parlamento previsto per la relazione semestrale”. Lo ha detto il presidente della Corte dei conti, Guido Carlino, audito dalle commissioni Affari costituzionali e Lavoro alla Camera nell’ambito del dl Pa/ministeri. “Noi nel momento in cui ci è stato affidato questo controllo ci siamo attrezzati per svolgere al meglio questo compito con notevole impegno anche di risorse umane. Esprimiamo la contrarietà ad entrambe gli emendamenti ma rimettendoci, per quanto riguarda al controllo concomitante, alla volontà del legislatore”, ha aggiunto Carlino.
“Prendendo atto della contrarietà” della Corte dei Conti, “già manifestata con gli esecutivi precedenti nel 2020 e nel 2021”, sul cosiddetto ‘scudo erariale’, il Governo “ribadisce la necessità della proroga fino al 30 giugno 2024, ma auspica e si impegna a un confronto con la Corte per l’elaborazione di una disciplina più aggiornata e stabile”. E’ quanto si legge in una nota di Palazzo Chigi al termine dell’incontro che si è tenuto nella sede del Governo tra il ministro raffaele Fitto, il sottosegretario Alfredo Mantovano e la delegazione guidata dal presidente Guido Carlino.