
In Italia intendere l‘attuale “momento” politico è difficile. Ma che cosa rappresenta, in generale, la “politica”? Il termine deriva dal greco antico e significa scienza per guidare lo Stato e regolarne le relazioni con gli altri Paesi. Certo è che, per noi, il termine implica considerazioni più pratiche e, di conseguenza, tangibili. Oggi, forse, più che per il passato.
La politica può essere la fortuna o la disgrazia di un Paese. In Italia, le due realtà coesistono con sventurate prevalenze. Basta vivere l’attuale periodo per comprenderlo in modo esaustivo. E con l’incertezza per il nostro futuro.
Da un’analisi, molto pratica, sembra che la “scienza” di “guida” si sia adeguata all’impegno dell’attuale governo. I partiti italiani non sono più in grado d’assumere coerenti posizioni e anche l’attuale maggioranza manca, spesso, di chiarezza operativa. Per ora, non siamo in grado d’offrire, a chi ci segue, impressioni percorribili e, ancor meno, realizzabili. C’è poco da fare: in Italia i “mali” della politica vengono da lontano e le responsabilità pure.
L’assioma è anche l’onestà. Quella che non si nasconde dietro la “lana caprina”. L’epopea delle larghe intese s’è usurata; anche perché i patti sono cambiati. Ci sono alternative a questo stato di fatto? L’interrogativo è interessante, ma non siamo nelle condizioni d’azzardare delle tesi. Ci mancano, infatti, le argomentazioni sulle quali soppesare le nostre riflessioni.
Questa resta una situazione complessa e non è detto che l’attuale assetto parlamentare sia una garanzia politica per il Paese. A questo punto, c’è solo da verificare gli eventi se, e quando, ci saranno. Compendiamo che non è molto, ma sempre meglio che niente.
Giorgio Brignola
foto wikipedia