Principale Ambiente & Salute I danni causati dall’alluvione in Emilia Romagna ammontano probabilmente ad alcuni miliardi

I danni causati dall’alluvione in Emilia Romagna ammontano probabilmente ad alcuni miliardi

Migliaia di sfollati, campi di ortaggi rovinati, alberi da frutta da valutare, capannoni industriali invasi dall’acqua, abitazioni, auto. Attività commerciali interrotte, ecc.

Eppure di alluvioni negli ultimi anni nella regione ce ne erano state. Anche se non di queste dimensioni.

Considerando gli allarmi degli esperti di clima e i precedenti si può anche parlare di eventi annunciati.

In realtà la regione stava provvedendo a realizzare lungo il corso di ogni fiume delle casse di espansione. Si tratta di ampi bacini che sono in grado di immagazzinare notevoli quantità di acqua e che entrano in funzione quando il fiume raggiunge un determinato livello. Immagazzinano acqua evitando che il fiume raggiunga la piena ed esondi.

La regione ne aveva progettate 23 e realizzate 12 in Emilia. In Romagna erano indietro. Sembra che le casse di espansione dove presenti hanno funzionato. Gli agricoltori da parte loro progettavano di realizzare invasi, piccoli laghi artificiali, dove raccogliere l’acqua da usare nei periodi di siccità.

Nei fiumi che hanno esondato non erano ancora state realizzate. A monte di alcuni fiumi ci sono anche delle dighe importanti, ma che non sono riuscite a trattenere la grande quantità di acqua sopraggiunta.

Le opere di ingegneria idraulica comunque sono una risposta importante. La città di Genova che ha subito inondazioni – l’ultima nel 2014 – ha raddoppiato la portata del fiume che l’attraversa e entro il 2024 terminerà una condotta che trasferirà parte dell’acqua attraverso un canale di sei chilometri al mare.

Anche il ministro della protezione civile ha dichiarato che bisogna progettare opere che reggano questi acquazzoni torrenziali che sono diventati ormai frequenti sul nostro territorio.

Le associazioni di ambientalisti invece puntano il dito sull’eccessiva cementificazione del suolo.

Attilio Runello

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