Principale Ambiente, Natura & Salute La rosa che si prende cura di noi e noi che ci...

La rosa che si prende cura di noi e noi che ci prendiamo cura di lei

Rossella Longo

Bello regalarle all’innamorata, alla propria mamma in occasione della sua festa.

Suggestivo anche ricoprire, con i suoi petali, letti di spose novelle senza tempo.

La rosa, non solo bella ma buona.

Molteplici e curiose le sue proprietà benefiche.

Grazie alla presenza dei tannini, i suoi petali venivano usati, dal medico, filosofo e matematico arabo Avicenna (980 d.c.), considerato da George Sarton “il più famoso scienziato islamico”, per preparare una confettura terapeutica da usare in presenza di tracce di sangue nell’espettorato di un paziente.

Secondo  quanto riportato dall’ Iranian Journal of Basic Medical Sciences, nella varietà Damascena ( già coltivata dai Persiani con il suo inconfondibile profumo intenso di rosa antica), la rosa stimolerebbe rilassamento e sonno, grazie ai flavonoidi in essa contenuti.

Facendo di nuovo un passo indietro, alla ricerca di aneddoti rosae, ciò che colpisce  è che una donna medico salernitana, la più famosa delle Mulieres Salernitanae (le Dame della scuola medica di Salerno), Trotula de Ruggiero, intorno all’anno 1050, studiati gli effetti benefici dei petali di rosa e dell’acqua del fiore profumato, decise di introdurli nei detergenti  al fine di aumentare la carica antibatterica del sapone, creando così il primo vero detergente intimo femminile (ricetta e descrizione nel suo De Ornatu mulierum).

Ma dove trovare roseti nel territorio di Bari? Una attenta ricerca mi ha condotto in una via che collega Via Amendola a Via Re David, esattamente al 27 di Via Celso Ulpiani. Lì mi attendeva una villa rosso sangue ( Villa La Rocca), fittamente protetta da alberi secolari. Nonostante la pioggia incessante di un maggio atipico, ho visitato un roseto degno di nota: ben 350 varietà, di ogni colore e sfumatura, coltivate e amate dal Prof. Vittorio Marzi, nel giardino della villa, occupata dalla sede  dell’Accademia delle Scienze, il cui Presidente, Prof. Eugenio Scandale, mi ha piacevolmente accolta.

“Il Piccolo Principe” di de Saint-Exupéry ne sarebbe stato felice, perché, a suo pensare, “è il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante”.

E’ la cura che miete bellezza, a quanto pare. E la rosa sa ben prendersi cura di noi. Ed, almeno, quelli dell’Accademia delle Scienze le rendono la stessa accortezza. Questo è certo.

Rossella Longo

LASCIA UNA RISPOSTA

Inserisci il tuo commento, grazie!
Inserisci il tuo nome qui, grazie

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.