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“Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”

Omelia di S.E. Mons. Giuseppe Satriano, Arcivescovo di Bari-Bitonto nella Solenne Celebrazione Eucaristica per il prelievo della Manna presso la Basilica di San Nicola. Bari, 9 maggio 2023

Ci ritroviamo insieme come Città a rivivere il giorno festoso della traslazione del corpo di San Nicola, evento glorioso che segnò per sempre la storia della nostra terra. Come ogni anno registriamo l’affetto commosso di tanti pellegrini che da più parti giungono a Bari per rendere omaggio al Santo.

La meravigliosa festa che stiamo vivendo è illuminata dalla Parola del Signore che sempre orienta il cammino di tutti noi donando vigore al cuore di ciascuno.

“Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”, afferma Gesù dopo aver detto che lui è il pane della vita.

Siamo nel capitolo 6 di San Giovanni e Gesù sta cercando di condurre i suoi uditori a comprendere che è lui il pane che non perisce, a differenza della manna che i padri del popolo d’Israele avevano consumato durante l’esodo dall’Egitto alla terra promessa.

In Cristo, e solo in Lui, è possibile la vita che dura nel tempo; in Lui l’esistenza si apre a quella relazione filiale col Padre che apre il nostro presente all’eternità. È Lui il pane che sfama e dona pienezza ai giorni.

Mangiare di questo pane è intraprendere un viaggio trasfigurante che rende la vita capace di conformarsi a quello che è stato assunto e assimilato.

L’uomo diventa ciò che mangia, o meglio, ciò che ama. Il Figlio di Dio ci ha amati fino a essere divorato dal suo amore per noi e diventare Figlio dell’Uomo; noi, amando e mangiando Lui, diventiamo come Lui, figli di Dio.

È nell’eucaristia che la nostra vita si conforma a quella del Cristo e ritrova la paternità di Dio.

È nell’eucaristia che diveniamo figli nel Figlio, in comunione con il Padre, con i fratelli e tutto il creato.

In questa relazione filiale di amore vissuta con accurato e generoso trasporto, la vita di San Nicola ha avuto la sua trasfigurazione divenendo segno tangibile di misericordia e tenerezza, nutrimento di speranza per la sua gente e per quanti, sino ai nostri giorni lo invocano con cuore sincero e retta fede.

“Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”. Conformato a Cristo mediante il pane eucaristico, Nicola è divenuto eucaristia, carne profusa per il mondo a Lui affidato. I tanti miracoli a lui attribuiti altro non sono che il frutto maturo di un’esistenza generosa, sempre protesa verso i bisogni, le necessità, spirituali e materiali della sua gente.

La sua vita si è fatta premura, attenzione, cura, condivisione, solidarietà per tutti. La sua azione di maestro e pastore non disdegnò di lasciarsi coinvolgere nei problemi sociali dove la dignità delle persone era spesso messa in pericolo.

Quanto San Nicola ha vissuto e operato non deve mai esser interpretato come il prestigio di un uomo rivestito di poteri sovraumani, ma deve portarci a considerare il vero nucleo generativo della sua vita straordinaria: Cristo Gesù.

In tale linea, quasi a perpetuare nel tempo la sua prossimità al popolo di Dio, il suo corpo continua a generare il segno della manna. Se da un lato la manna ci rassicura della sua vicinanza amorevole, dall’altro è forte monito a guardare al Santo come modello di vita che, con purezza e trasparenza interiore, ci invita a camminare con ritrovato vigore incontro a Cristo.

La sua misericordia verso i più deboli e bisognosi non tradì mai il suo radicamento evangelico nei confronti dei potenti e dei prepotenti del tempo, attestando fermezza nel tratto.

Nel rivivere il giorno festoso della traslazione delle reliquie di San Nicola da Myra a Bari, non possiamo non pregare per la comunione tra Oriente e Occidente, ma anche per le divisioni che ancora accecano la vita di questa umanità ferita e peccatrice. Sentiamo forte e struggente il richiamo di una vita che sia segnata dalla pace e dalla riconciliazione.

Mentre attendiamo il miracolo della manna, imploriamo il miracolo della pace. Come ci invitava papa Francesco, nella sua visita a Bari del 2020, “preghiamo il Signore affinché muova i cuori e tutti possano superare la logica dello scontro, dell’odio e della vendetta per riscoprirsi fratelli, figli di un solo Padre, che fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi (cfr Mt 5,45)”.

Nutriti dell’unico pane di vita e sull’esempio del grande taumaturgo, lasciamoci guarire dalle ferite del peccato.

Evitiamo che la ritualità e il folklore della festa ci facciano perdere di vista la sostanza di una vita che necessita di un impegno personale. Reciprocità e fraternità sono i fondamenti che San Nicola ci addita per fare grande la nostra Città.

Molte sono le sfide che ci attendono per rendere Bari un faro sempre più luminoso in questa regione e nell’Italia intera.

L’operosità della nostra Chiesa e l’impegno di tanti cittadini non venga mai meno affinché la nostra storia sia un’avventura fatta di inclusività, accoglienza e integrazione.

Sono onorato di essere il vostro Vescovo. A voi lego la mia vita, il mio cuore, desiderando camminare insieme per realizzare orizzonti ricchi di speranza e di bene per tutti.

Per intercessione di San Nicola, il Signore benedica la nostra Città, le nostre famiglie; accarezzi col suo sguardo i più bisognosi e a tutti doni pace.

✠ Giuseppe Satriano, Arcivescovo di Bari-Bitonto

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