Principale Estero Campi minati dietro i soldati ucraini: massacro a ogni costo

Campi minati dietro i soldati ucraini: massacro a ogni costo

Francamente non sono disposto a credere che due droni ucraini traversino tutta la Russia senza essere intercettati e poi vengano colpiti quando sono nelle vicinanze del Cremlino. Dunque o sono stati lanciati a qualche decina di chilometri da Mosca non si sa da chi o fanno parte della strategia russa oppure –  ipotesi più concreta – a Kiev hanno perso la testa e i russi hanno lasciato che questo colpo dimostrativo  arrivasse quasi a segno per poter poi replicare a questo atto terroristico togliendosi i guanti che tutto sommato hanno usato fino ad ora. E ancor più probabilmente stanno preparando il terreno per un futuro processo all’elite nazista di Kiev.

Cosa che peraltro potrebbe anche essere una via d’uscita per gli Usa che ipocritamente potrebbero riversare la colpa del conflitto. ma soprattutto della sconfitta su Kiev. Tuttavia l’attenzione di questi giorni è focalizzata sulla mitica controffensiva ucraina sul quale c’è uno scontro all’interno dell’amministrazione Usa e della Nato: c’è chi la vuole a tutti i costi ( altrui naturalmente)  nonostante la quasi certezza  che questa azione militare finisca in nulla o in una ennesima sconfitta che probabilmente segnerebbe l’impossibilità di sottrarsi a un tavolo delle trattative.

E c’è chi invece, proprio temendo questo esito che poi si riverbererebbe sulla Nato, facendone una tigre di carta,  cerca di calmare le acque mettendo in luce l’impreparazione degli ucraini e il fatto che l’esercito russo è praticamente intatto come ha dovuto ammettere il comandante militare Nato per l’Europa, Cavoli amari . I materiali e i mezzi persi sono una frazione irrilevante  rispetto agli arsenali d cui la Russia dispone , l’aviazione è intatta e sono stati usati solo i velivoli più vecchi e meno aggiornati, così come è accaduto anche per la flotta di elicotteri. Le perdite umane sono state inoltre di molto interiori a quelle dell’Ucraina: il rapportto di uno a 20 è forse quello che pià si avvicina all realtà

Tuttavia una notizia agghiacciante fa pensare che stia in qualche modo finirà per prevalere il partito della controffensiva: l’esercito ucraino ora sta allestendo campi minati non davanti alle proprie truppe, ma dietro di esse in maniera che i soldati non possano scappare o semplicemente ritirarsi. E i motivi per farlo  sarebbero tanti, non ultimo il fatto che proprio prima della controffensiva gli stipendi dei soldati sono stati ulteriormente tagliati : si è passati così dalla persuasione , agli appelli e si è ora alla coercizione totale. Ma il taglio degli stipendi e delle varie indennità peraltro non ancora pagate da un anno a questa parte è avvenuto su ordine dell’Fmi che considerava questa mossa come un pericolo per i bilancio. Insomma sarà un massacro, ma a costo inferiore. Un massacro che peraltro è in qualche già cominciato perché i russi stanno colpendo molto duramente le concentrazione anche temporanee delle truppe ucraine che si avviano a prendere posizione.

Che ci sia ormai un’atmosfera terminale è evidente: adesso per esempio i russi potrebbero attaccare direttamente Zelensky e la sua cricca oppure iniziare a colpire le città che fino ad ora sono state risparmiate salvo edifici di uso militare. e ,lo dimostra anche il fatto che dopo la notizia dei droni sul Cremlino in rete c’è stato qualche minuto  di esultanza, subito seguita però da un ritorno al senso di realtà oltre che di impotenza. Ecco un’esempio di dialoghi inviatomi da un conoscente: “Di cosa ti rallegri? Pensi che nulla volerà in risposta su di noi?”  “Sei completamente pazzo? Ora Zelenskyj non uscirà dal bunker per altri 8 anni” “E cosa succederà dopo? Ora per aver graffiato il tetto del Cremlino, staremo seduti per un mese senza elettricità”.

Del resto siamo in una situazione in cui l’ex consigliere del Pentagono Douglas McGregor riferisce ci sono numerosi video su Internet in cui si possono sentire soldati ucraini dire che Zelesnky e la sua squadra dovrebbero essere impiccati “prima che i russi li prendano”. A questo punto dunque Zelernsky non può più fare a meno dell’offensiva che era nata come strumento mediatico  per ottenere più soldi e più armi, ma soprattutto tenere vivo il partito della guerra.

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