
Le recenti rivelazioni sull’operato dell’AIFA – l’Agenzia Italiana del Farmaco – riguardanti il periodo di vaccinazione generale contro il Co.Vi.d./19, dovrebbero sollevare gravi preoccupazioni e richiedere interventi immediati sui suoi amministratori. Tuttavia, finora e mentre tutto scorre, regna solo un complice e generale silenzio assordante.
Le incoerenze nei rapporti di farmacovigilanza
Sin dagli albori della campagna vaccinale anti-pandemia e dell’uscita – a volte tardiva – dei report sulla farmacovigilanza, diffusi dall’ente governativo, si erano notate numerose discrasie contenute in tali documenti. In particolare, sembrava anomalo il dato sulla percentuale di comunicazione degli eventi avversi gravi. Una cifra che è aumentata costantemente nel corso del periodo di sorveglianza farmacologica, passando dal 7,3% iniziale di gennaio 2021 all’attuale 18,7%.
L’AIFA, pur dichiarando quindi un incremento delle segnalazioni di reazioni pesanti più che doppio in un arco temporale biennale, nei propri rapporti invece affermava che: “Gli eventi avversi di speciale interesse sono molto rari e il tasso di segnalazione è ormai stabile nel tempo”.
Una stabilità che passa dal 7% all’18%? Anomala, diremmo.
Ed è stata già questa un’osservazione che ha sollevato molte domande, suggerendo al contempo come l’istituto – probabilmente – non avesse condotto alcuna reale indagine sulle ragioni sottese a tale significativo aumento.
Ma c’è di più.
Aifa riceve la segnalazione e i funzionari la commentano internamente: “Dobbiamo ragionare su che tipo di risposta fornire (…). Essendo un giornalista occorre fare molta attenzione”. Fanno talmente tanta attenzione che decidono di non rispondere. [Chissà che sberle se non fosse… pic.twitter.com/55loWwCWpQ
— Maddalena Loy (@madforfree) April 25, 2023
La “manina” di AIFA sull’alterazione dei grafici?
Il programma “Fuori dal Coro” (Rete 4) ha recentemente reso pubbliche alcune nuove comunicazioni interne all’AIFA, che forse dimostrerebbero la volontà di alcuni amministratori dell’ente di “manipolare” la percezione delle percentuali di notifica degli eventi avversi gravi. Nello specifico, dopo la pubblicazione del sesto report di giugno 2021, l’istituto venne richiamato da un cittadino sul fatto che, nel grafico “a torta” che rappresentava il totale delle reazioni segnalate, l’area d’incidenza che indicava quelle gravi appariva completamente fuorviante.
In quel momento, infatti, i danni rilevabili in risposta al “vaccino” costituivano l’11,9% del totale, ma nella rappresentazione grafica si riportava un punto di riferimento dalle proporzioni errate. AIFA, a chi ha sollevato la questione, ha risposto ammettendo di essere a conoscenza dell’errore (cit.: “Lo sappiamo che non è esatto”), il che potrebbe far dubitare che non si tratti affatto di uno sbaglio casuale e occasionale ma del risultato di un’azione deliberata, visto che in un’altra email interna dell’agenzia viene richiesto che “l’area del cerchio delle manifestazioni gravi non sia proporzionale”, ma più piccola.
Può quindi l’istituto governativo, responsabile dei farmaci, aver consapevolmente alterato i disegni sulle quantità di reazioni nocive post-vaccinazione Co.Vi.d./19? Sembrerebbe di sì, per mezzo di una medesima metodologia voluta e proseguita nel tempo anche, dato che le infografiche sbagliate sarebbero state presenti in tutti i primi sei rapporti di farmacovigilanza (da gennaio a giugno 2021) e che solo successivamente – a partire dalla relazione n.7 e dopo il “monito” ricevuto – l’AIFA pare che abbia provveduto a sostituire la torta con una griglia, modificando la conversione rappresentativa1.
Aifa commenta internamente la segnalazione sull’errore grafico: “Lo sappiamo che non è esatto”.
Lo sapevano, ma “funzionava” di più minimizzare l’impatto degli eventi avversi facendo diventare il pallino che li rappresentava minuscolo.
10/17 pic.twitter.com/2swe36v1hW
— Maddalena Loy (@madforfree) April 25, 2023
Riconoscimenti sottesi nel silenzio più assordante
Il lato più assurdo in questa vicenda è che chi pare essere una delle figure chiave responsabili di questa “strategia di manipolazione“, ossia la Dott.ssa Anna Rosa Marra, è stata addirittura promossa a (facente funzioni di) direttore generale dell’AIFA – al posto di Nicola Magrini – in seguito ad una nomina effettuata direttamente dal “neo” ministro della Salute, Orazio Schillaci, il 25 gennaio 2023.
Il Governo Meloni – seppur da poco in carica -, con il gesto di siglare un “proseguo di gestione” starebbe finendo col fornire il proprio “benestare” all’azione passata dell’ente, quando invece, dopo uno scandalo così documentato, ci si sarebbe aspettato di veder preso un qualche provvedimento significativo in merito. Quanto ai vertici dell’istituto, non si parla affatto né di dimissioni né di pubbliche scuse, con tanto di “benedizione” (non) espressa da parte dei principali quotidiani nazionali, che hanno contribuito all’offuscamento di questo importante accadimento per lo più ignorando la materia.
Una situazione surreale, che solleva importanti questioni sulla trasparenza e l’etica all’interno dell’AIFA e, in generale, della stessa macchina amministrativa pubblica, visto che oramai in dubbio è caduta non solo l’integrità dei rapporti di farmacovigilanza e delle decisioni legate ai vaccini contro il Sars-Co.V.-2, ma anche la stessa idea di rispetto civico che uno Stato dovrebbe avere nei confronti dei propri cittadini (che eleggono dei deputati con compiti e doveri ben precisi).
Ad Aifa arrivarono già da gennaio 2021 le prime segn.di eventi avversi: rimasero nel cassetto. Un Paese in cui le istituzioni sanitarie occultano notizie sulla salute pubblica, i media promuovono la gogna di chi pretende trasparenza e la giustizia non interviene non è democratico pic.twitter.com/93Wiznh522
— Maddalena Loy (@madforfree) March 15, 2023
Fonti online:
ByoBlu (testata giornalistica ed emittente televisiva nazionale; articolo di Michele Crudelini del 26 aprile 2023), sito istituzionale dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), La Nuova Bussola Quotidiana, Mediaset Infinity, La Verità, Federfarma.it,.
Account Twitter: Maddalena Loy.
Antonio Quarta
Redazione Corriere di Puglia e Lucania