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Sul pullman della Sud Est di ritorno a casa. La denuncia coraggiosa di una studentessa

Sul pullman della Sud Est di ritorno a casa. La denuncia coraggiosa di una studentessa
di Evelyn Zappimbulso
E’ doveroso per un giornale come il nostro, attento ai valori del vivere secondo legge e dell’impegno civico per il bene della comunità, riportare la denuncia di una studentessa universitaria della provincia jonica che, al ritorno nella sua città, a bordo di un autobus di linea della Sud Est, scrive un post sul suo profilo personale di Facebook per denunciare, con coraggio e sdegno, la maleducazione e l’arroganza di chi, ancora oggi, crede che l’offesa dei diritti e la mancanza di rispetto siano alleati per farsi due risate, in barba alle basilari norme, giuridiche e morali, che presidiano la tutela di ogni uomo e di ogni donna.
Il nostro giornale esprime solidarietà a F. D. (non riportiamo per dovuta riservatezza il nome della giovane studentessa), che ci ha autorizzati a diffondere le sue forti e determinate parole.
Di seguito, letteralmente, il testo di F.D.
Arriva il bus, avevo la valigia pesante e chiedo gentilmente all’autista (Tarantino, ho riconosciuto il nostro dialetto) se potesse aiutarmi a salirla o se mi potesse aprire il portellone dato che era elettronico. Mi guarda schifato e dice: “Salila sopra, mettila sui gradini e sali tu dopo, non ti aiuto io”.
Entro e rispondo: “Grazie ugualmente”. Mi siedo (terza fila) e inizia a dire a due signori avanti: “Sti ragazzi di merda, sempre con sta valigia, io nemmeno li prenderei, chiedono aiuto e io non sono tenuto ad aiutarli, che andassero a lavorare. Poi una ragazza così non la aiuto, fosse stata una bella donna sì”. Il tutto seguito da sghignazzi di due signori sulla cinquantina seduti avanti. Arriviamo ad una seconda fermata e un ragazzo non italiano a terra gli chiede se questo bus portasse a Capurso e lui: “Ma impara a leggere, sta scritto Taranto, io non vado a Capurso” e chiude la porta, parte imprecando dicendo: “Sta tanto di cartello, sti immigrati del cazzo li prenderei sotto”. Gli fa eco uno dei due: “Ci rubano il lavoro e pretendono pure un passaggio”. Terza fermata (ultima di Bari), vede dei ragazzi con la valigia e ricomincia: “Altri ragazzi di merda, ma quando finisce sta scuola che non serve a niente, che andassero a lavorare. lo mi vedo sti ragazzi pure alle 3 di notte con la valigia, sempre fuori casa, sono inutili”. Una tra i ragazzi era in carne come me (un po’ di più sulla pancia) e non appena si siede e si mette le cuffie riprende lui: “Mo si impenna il pullman, stanno troppe balene sopra” seguito da sghignazzi dei due accanto. Io e le persone avanti siamo sotto shock.
Questo è quello che mi è successo stamattina, prendendo il pullman della Sud Est di ritorno a casa, dopo essere stata per un mese a Bari per l’università. Non mi è mai successa una cosa del genere, di solito tutti gli autisti della Sud Est si sono comportati egregiamente, prendo i mezzi da anni ormai e non ho mai avuto problemi. L’evento di oggi è degno di nota e a mio parere va diffuso il più possibile. L’avversione verso fuorisede come me, che cercano di studiare nella propria terra per renderla un posto migliore ed evitare di arricchire regioni e nazioni altrui, mi fa ribrezzo e mi spaventa. Per di più, questa persona che guarda il mio corpo e quello di altre, giudicandolo pur avendo l’età di mio padre probabilmente, e definendolo come corpo di una balena (non vero per giunta, con tutto il rispetto per le balene), sghignazzando, mi fa ribrezzo e mi spaventa. L’arroganza davanti ad una semplice richiesta gentile, come la mia o quella del ragazzo che voleva solo capire se quel pullman lo avesse potuto portare in una determinata destinazione, mi fa ribrezzo e mi fa spaventa.
Nessuno, e dico nessuno, dovrebbe permettersi di fare questo a me e a chiunque altro. 
Non so quale dei tre atteggiamenti mi faccia più schifo, ma comunque mi auguro che l’evoluzione porti a esseri migliori di questo.

2 COMMENTI

  1. Giorni fa ho pubblicato su Facebook un post di ringraziamento al personale FSE della ferrovia per la disponibilità a dare informazioni e ad assistere il viaggiatore. Addirittura un ragazzo mi ha personalmente offerto un passaggio al suo paese che è a pochi chilometri dal mio con la sua auto. Ho necessariamente dovuto accettare e non ha voluto il rimborso spese. Di contro non mancano le eccezioni. Per fortuna sono pochi ma si fanno notare di più. Forse in fase di assunzione un colloquio preventivo con uno psicologo aiuterebbe.

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