Principale Arte, Cultura & Società Statte (Ta) – Torna Aperitivo d’Autore: domenica mattina c’è Bruno Arpaia

Statte (Ta) – Torna Aperitivo d’Autore: domenica mattina c’è Bruno Arpaia

Lo scrittore e traduttore, grande amico di Sepúlveda, è l’ospite del format di Volta la carta. L’appuntamento è alla masseria Leucaspide

 

Nella prima domenica di primavera torna Aperitivo d’Autore, il format di Volta la carta che per l’occasione ospita a Masseria Leucaspide lo scrittore Bruno Arpaia.

Autore di numerosi romanzi, grande amico di Luis Sepúlveda e traduttore dei libri di successo di Carlos Ruiz Zafón e di altri importanti scrittori di lingua spagnola, Arpaia presenterà in provincia di Taranto il suo ultimo libro, “Ma tu chi sei”, edito da Guanda. Dialogherà con lui il giornalista Vincenzo Parabita, ideatore di Aperitivo d’Autore.

L’appuntamento è per domenica 26 marzo, alle ore 11, nella struttura cinquecentesca in agro di Statte

Come consuetudine, i partecipanti all’evento verranno coccolati da uno sfizioso aperitivo, stavolta preparato da Le Vetrine del Gusto e abbinato ai vini della storica azienda Cantine Miali.

L’ingresso è con ticket esclusivamente in prevendita al seguente link https://bit.ly/3ZvQk2U e nei punti vendita autorizzati Postoriservato.

Sarà possibile acquistare i biglietti fino alle ore 23 di sabato 25 marzo. Per info: 380.4385348 – aperitivodautore@gmail.com

  • L’AUTORE •

Nato nel 1957 a Ottaviano, in provincia di Napoli, Bruno Arpaia è romanziere, giornalista, consulente editoriale e uno dei più importanti traduttori italiani di letteratura spagnola e latinoamericana. Solo per citare qualche autore, ha tradotto in italiano i libri di Carlos Zafón, “Il selvaggio” e “Salvare il fuoco” di Guillermo Arriaga, “Patria”, “Anni lenti” e “Il rumore di quest’epoca” di Fernando Aramburu, diversi libri di Arturo Pérez-Reverte, Javier Cercas, Gabriel Garcia Márquez, Leonardo Padura, Julio Cortázar, Paco Ignacio Taibo II, Carlos Fuentes, Ignacio Martinez de Pisón, José Ortega y Gasset, Camilo José Cela e altri. Per Guanda ha pubblicato “Tempo perso” (Premio Hammett Italia 1997), “L’angelo della storia” (Premio Selezione Campiello 2001, Premio Alassio Centolibri – Un autore per l’Europa 2001), “Il passato davanti a noi” (Premio Napoli e Premio Letterario Giovanni Comisso 2006), “Per una sinistra reazionaria”, “L’energia del vuoto” (finalista al Premio Strega 2011 e vincitore del Premio Merck Serono), “La cultura si mangia!” (con Pietro Greco), “L’avventura di scrivere romanzi” (con Javier Cercas), “Prima della battaglia”, “Qualcosa, là fuori”, “Luis Sepúlveda. Il ribelle, il sognatore”, “Ma tu chi sei”, oltre a una conversazione con Luis Sepúlveda, “Raccontare, resistere”. I suoi libri sono tradotti in molte lingue.

 

  • IL LIBRO •

Un uomo, l’autore stesso, alle prese con l’età che avanza, con il futuro che si restringe sempre più e con l’Alzheimer della madre ultranovantenne.

Un romanzo in cui si alternano il racconto commovente della malattia della madre, dai primi sintomi al difficile trasloco in una residenza per anziani e alla perdita del passato, le confessioni autobiografiche sullo spaesamento in un’epoca di Covid e di guerra, le riflessioni sull’identità e sul timore della morte, e infine gli excursus sul funzionamento del cervello e della memoria, sulla malleabilità e l’illusorietà dei ricordi, sulle ricerche sull’Alzheimer.

Il filo portante della narrazione è costituito dalle visite alla madre nella residenza, con le sue domande ripetute in maniera ossessiva, i suoi rapporti con le altre anziane, i suoi smarrimenti, le sue ostinazioni e i suoi capricci quasi infantili, le crescenti difficoltà a riconoscere i nipoti o il figlio stesso, le dolorose lacerazioni prodotte in entrambi dalla malattia. Bruno Arpaia sa tenere insieme con mano ferma tutti questi elementi per costruire un unico racconto teso ed emozionante, non privo di una soffusa e rassegnata ironia, in cui convergono molti dei dèmoni che ci assillano e dei tentativi per sconfiggerli, ridefinendo e ampliando la nozione stessa di romanzo.

  • LA LOCATION •

Storia e leggenda si fondono a Leucaspide in scenari di struggente bellezza. Nata nel Cinquecento come masseria, fu acquistata nel secolo successivo dalle monache di Santa Chiara di Taranto che la detennero per circa duecento anni. In quel periodo l’uliveto della masseria divenne uno dei più imponenti del territorio, tanto da rendere necessaria la costruzione di un trappeto per la trasformazione delle olive all’interno della struttura stessa. Negli anni post-unitari, in seguito all’abolizione delle istituzioni religiose, alcune proprietà ecclesiastiche passarono allo Stato e ciò accadde anche per la tenuta di Leucaspide. Così nel 1869 l’italo-inglese sir James Lacaita, senatore del Regno, la acquistò adibendola a suo ritiro estivo.

Al suo interno ospitò importanti personaggi dell’epoca: l’imperatrice Vittoria con le sue figlie, Giuseppe Bonaparte, il direttore del Museo di Taranto Luigi Viola, Carlo Cacace e i feudatari più facoltosi della provincia ionica. T

ra i molti ospiti di rilievo va ricordata la presenza della scrittrice di viaggio Janet Ross che subì il fascino di questo posto.

In continuità con la tradizione ottocentesca, la Masseria Leucaspide si propone, oggi come allora, quale suggestiva location in cui celebrare eventi importanti. La struttura, immersa nel verde, si trova a pochi chilometri da Taranto, in agro di Statte.

 

  • I

    VINI •

Il vino fa parte della famiglia Miali da quattro generazioni. È il 1886 quando Elvino Miali dà inizio alla storia dell’azienda, fondando la cantina e vinificando le uve della Valle d’Itria a Martina Franca.

Nasce una storia fatta di passione, di amore per la terra e di un approccio artigianale per tutto ciò che si fa. Le etichette di Cantine Miali sono attualmente 18, raggruppate in quattro selezioni che rappresentano altrettanti punti di vista sul modo di fare vino: i Classici, Single Vineyard, Selezioni Speciali e Cru.

Oggi, Michele, Francesco e Marcello Miali rappresentano la quarta generazione della famiglia, entrata in azienda alla fine degli anni ’90, e portano avanti l’obiettivo di aumentare la diffusione dei vini pugliesi con un continuo aggiornamento tecnico, cercando la totale qualità e la cura dei dettagli.

Ogni anno si producono 400/500mila litri di vino e vengono serviti undici diversi Paesi. Le uve principali sono la Verdeca, il Fiano Minutolo, la Falanghina, il Primitivo, il Negroamaro, il Susumaniello e il Shiraz. Viene esportato il 28% del fatturato totale.

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