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[Intervista] “La Piccola Ombra e il Padrone” è il primo libro di A. Cirillo

A. Cirillo, classe 1998, di Adelfia (BA) dopo la laurea in Beni Culturali all’Università di Siena, ha ceduto al fascino del Marketing, lavorando attualmente come consulente in questo ambito per alcuni ristoranti. A latere ha coltivato la sua grande passione per la scrittura. Il suo primo libro è “La Piccola Ombra e il Padrone” edito per Saga Edizioni, disponibile già in eBook e prossimamente negli store fisici e digitali.

È il tuo debutto nel mondo dell’editoria. Come mai hai deciso di scrivere un libro?

Quando ero molto piccol* credevo che leggere libri fosse ridicolo, qualcosa di poco conto; poi a 16 anni grazie al consiglio di un amico ho letto “I ragazzi della Via Pàl” e da quel momento non ho più smesso. Dopo di che, come accade a tantissimi lettori assidui, ho maturato l’idea e la volontà di esperimentare in prima persona la scrittura. Ho iniziato con dei brevi racconti, che hanno ottenuto apprezzamenti di amici e professori e riconoscimenti in alcuni concorsi letterari; in seguito dall’età di 20 anni mi sono dedicat* a questo libro, che è un romanzo, e quindi ha richiesto un impegno maggiore e continuativo. È stato un po’ come prendersi cura di una pianta e per farlo, si sa, ci vuole passione e costanza. Così, partendo da delle idee elaborate mentalmente, ho sviluppato tutta la storia terminando di scrivere già due anni fa circa.

Di cosa parla “La Piccola Ombra e il Padrone”?

È un fantasy con qualche sfumatura western e influenzato da spy story – che sono proprio i miei gusti di lettore. L’ho ambientato in un’epoca simile alla fine del nostro 1800 e ho raccontato la storia di Malia, un ragazzino che si ritrova all’improvviso forzato in un contesto che, oltre a svelargli l’identità dei suoi genitori, gli impone di diventare qualcuno che non vuole per sconfiggere un nemico molto potente. Mi sono discostato da quello che è il classico topos dell’orfano – perché credo che nel viaggio dell’eroe le figure genitoriali ci possano essere, che sia in forma buona o cattiva – e ho costruito un protagonista non guerriero, anzi una sorta di trickster – giullare, il quale compie varie avventure tipicamente da ragazzi che gli fanno comprendere l’importanza della sua missione. Attraverso le vicende narrate, Malia cresce imparando dai propri errori e accogliendo gli ostacoli come opportunità per maturare. Per umiltà non voglio catalogarlo come romanzo di formazione, ma effettivamente il tema intorno a cui ruota la storia è l’evoluzione del protagonista da bimbetto lamentoso, a ragazzo consapevole di sé e artefice del proprio destino. L’ho definito, infatti, “piccola ombra” sia perché all’inizio sgattaiola via, non riesce ad affrontare i problemi e li tergiversa con furbizia, sia perché secondo una vecchia favola del luogo esiste Piccola Ombra, ossia un essere vivente del Regno dei Sogni che salva i bambini rimasti intrappolati nelle loro fantasie, aiutandoli a risvegliarsi. Ed è quello che lui farà.

Da dove hai tratto ispirazione?

Per quanto riguarda il genere e lo stile narrativo sicuramente mi sono ispirato alla saga di Harry Potter e ai libri di Cormac McCarthy, mentre per l’intreccio delle vicende ho attinto al periodo che stavo vivendo personalmente, un periodo di grande confusione in cui ho dovuto fare i conti con me stess*, le mie sfide interiori e le inattese scoperte. Ho dovuto essere molto coraggios* e la scrittura mi ha aiutato così tanto che chiaramente tutto ciò si è riversato nel libro, rendendolo a tratti autobiografico. Non l’ho mai confessato a nessuno ma ci sono proprio dei personaggi della storia che riflettono in parte alcune persone della mia vita, come amici o conoscenti.

Qual è, se c’è, la morale dietro la storia?

Non sono sicur* si possa parlare di morale. Di certo c’è un messaggio non intenzionalmente per tutti, ma rivolto solo a coloro che non vogliono accontentarsi, che desiderano uscire dalla propria comfort zone e anelano a conquistare una grande forza d’animo. Con il mio libro invito a sfidare i propri limiti e preconcetti e ad avere fame di conoscenza di mondi o esperienze nuove che potrebbero migliorare la vita.

Dall’epilogo del libro si intende che potrebbe esserci un sequel. È nei tuoi piani?

Sì, in realtà questo dovrebbe essere solo il primo di una trilogia. Ho infatti già buttato giù un bel po’ di pagine del secondo e delineato sommariamente il terzo. Spero ci siano abbastanza lettori da permettermi di proseguire e concludere l’intero progetto nei prossimi anni. Mi piacerebbe continuare su due fonti, il lavoro e la scrittura, ma vediamo prima come va questo (ride, ndr).

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