
Premessa importante. Se qualcosa è gratis per chi la utilizza, sappiate che ha necessariamente un costo per la collettività. Il debito di uno Stato è ricchezza per il privato, ma vale la pena fare un’altra premessa, l’Italia non è più finanziariamente indipendente dal 1981 e non può permettersi manovre anticicliche qual è il superbonus.
Il #superbonus ha generato 105 miliardi di crediti privati che gravano come una spada di Damocle sulle casse dello Stato e, al contempo, ha portato ad un aumento di PIL del 6,8% che equivale a circa 110 miliardi di euro in più per lo stesso Stato. Letta così andrebbe benissimo e non costerebbe nulla all’erario, anzi, ci staremmo guadagnando. La verità è però un’altra!
Considerato che il PIL origina entrate fiscali per circa il 50% del suo valore totale, ciò vuole dire che l’ammontare delle tasse aggiuntive per lo Stato sono state di 55 miliardi di euro e cioè la metà dei 110 miliardi di aumento di prodotto interno lordo. Alla luce di questa analisi, è evidente che la misura edilizia ci è già costata 50 miliardi di rifatta (105-55), che saranno mancate entrate future per lo Stato che dovrà trovare attingendo ai servizi essenziali. Sto parlando di quei crediti fiscali già maturati da compensare o da cedere, ingenti somme che in Italia non possiamo permetterci vista la dipendenza da vincoli di bilancio esterni e la crescente domanda generatasi. Se fosse in vigore anche per il 2023, a fine anno ci vorrebbero altri 40 miliardi di copertura e non si potrebbe fare la manovra finanziaria. Credo che finora si sia efficientato solo lo 0,09% del patrimonio immobiliare italiano, nonostante il corposo impegno di spesa, come si può pensare di continuare così? Una missione impossibile.
Per darvi un’idea ancora più nitida della grandezza dei numeri di cui stiamo parlando, però, è giusto che voi sappiate che la spesa pubblica di 50 miliardi per coprire i crediti del superbonus equivarrebbe al costo di 5 anni di reddito di cittadinanza, al costo di 10 anni di trasporto pubblico nazionale (tutti i treni e i bus), al costo di 5 anni di taglio delle accise sui carburanti o al costo di 3 anni di assegno unico per i figli. Per essere ancora più esaustivi, qui di seguito vi riporto alcune delle voci di spesa più importanti sostenute dallo Stato italiano per l’anno 2021:
Sanità: 135,5 miliardi;
Istruzione: 73,3 miliardi;
Ordine pubblico e sicurezza: 33,7 miliardi;
Difesa: 24,8 miliardi;
Protezione dell’ambiente: 17,0
miliardi;
Attività ricreative, culturali, culto: 14,8 miliardi;
Abitazioni e assetto del territorio: 9,4 miliardi.
Capisco e mi spiace molto che vi siano decine di migliaia di aziende e centomila persone che rischiano molto, ma andando avanti così, a mio parere, si mette a repentaglio il disastrato bilancio italico che deve, anzi dovrebbe, occuparsi dei servizi essenziali di 60 milioni di persone. È evidente che si dovrà trovare una soluzione per disincagliare i crediti maturati, ma le decisioni avranno necessariamente una ricaduta sui contribuenti. C’è pure da dire che i furbi che hanno fatto lievitare i costi sono stati tanti, ma qui si aprirebbe un mondo che va dal bonus facciata allo sconto in fattura passando dal sisma bonus e dal superbonus per arrivare alle lungaggini burocratiche, alla legge della domanda e dell’offerta che hanno fatto triplicare i costi di costruzione!
Per quanto mi riguarda è stata l’ennesima illusione alimentata da un movimento politico che continua ad essere maestro nel disilludere la gente, ma che, in questo caso, ci lascia pure in eredità aumenti sconsiderati di materiale, 50 miliardi di mancate entrate statali, prezzi di immobili alle stelle, fallimenti di aziende e disoccupazione crescente da bolla speculativa.
Non so cosa voi ne pensiate a tal proposito, ma quelli che ho elencato mi paiono numeri oggettivi che non mentono. Se una misura è gratis per qualcuno, non vi pare ci debba essere necessariamente qualcun altro che debba sopportarne il costo? Si, noi contribuenti tutti che siamo lo Stato.
Troppo facile prendersela con chi oggi deve assumere decisioni importanti, ma se non fosse stato necessario per mettere in sicurezza i conti pubblici non penso che le avrebbero assunte, non vi pare?
Mario Conca