
di Mariangela Amato
Positivo il giudizio delle istituzioni europee sul Sistema Sanitario Nazionale (SSN) italiano, ma ritengono occorra ancora uno sforzo per superarne la frammentarietà della governance, aumentarne il personale e gli investimenti. Nella risposta a tale richiesta primeggia la Puglia del post-Covid con i suoi dati più recenti.
Rammentiamo come la situazione economica, sanitaria e sociale del 2020, esacerbata dalla pandemia, abbia comportato l’adozione di misure finanziarie a sostegno dei redditi, per un totale di prestazioni sociali in denaro, al netto delle erogazioni pensionistiche, pari a circa 31,4 mld di euro. Riguardo al sostegno finanziario per gli enti del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), si è registrato un incremento dei trasferimenti a carico dello Stato di 11 miliardi di euro rispetto al 2019, che ha compensato il contemporaneo decremento dei contributi degli enti locali, in calo di ben 5 miliardi, in seguito alla recessione. Nel 2021 con la ripresa economica i contributi degli enti locali sono passati da 32,9 a 41,0 miliardi, mentre quelli statali si sono stabilizzati attorno al valore del 2020.
Osserviamo anche come l’impatto sulla spesa sanitaria, causato dal Covid, sia stato in parte “bilanciato” dalla riduzione dei costi relativi alle altre prestazioni “non emergenziali”, tra cui i ricoveri ordinari e in day hospital, ridottisi mediamente del 20% rispetto al 2019, quindi la specialistica ambulatoriale e le diagnostiche che, peraltro, hanno prodotto minori entrate da ticket per circa 742 milioni di euro.
Preoccupante pertanto, negli anni 2020-2021, tra le altre, la riduzione della partecipazione ai programmi di screening per le più diffuse patologie tumorali, che nel breve-medio termine potrebbero determinare un peggioramento delle condizioni di salute della popolazione. Nel 2020 quasi il 10% dei cittadini italiani ha dichiarato di “aver rinunciato, per motivi legati a difficoltà di accesso, a visite o accertamenti, pur avendone bisogno”, nel 2021 tale percentuale è cresciuta all’11%.
Osserviamo inoltre che, tra gli indicatori del BES (Benessere Equo e Sostenibile) allegati al Def (Documento di Economia e Finanza) 2022, per il dominio “Salute”, quello sulla aspettativa di vita alla nascita ha registrato un peggioramento nel 2020, rispetto al 2019, sia per gli uomini sia per le donne, con una riduzione, rispettivamente, da 81,1 a 79,8 anni, e da 85,4 a 84,5 anni, annullando la costante crescita registratasi dal 2012.
Pertanto, nonostante un giudizio positivo sul SSN italiano, le istituzioni europee richiedono un ulteriore sforzo per migliorarne la governance, incrementarne il personale e gli investimenti. Il nostro SSN, è ritenuto un centro di eccellenza del servizio pubblico, con livelli di efficienza ed efficacia mediamente elevati, con una spesa più bassa della media europea (sia in valore pro capite che globale), e con una qualità delle cure spesso più elevata di quella di altri Paesi europei che spendono di più.
Infatti gli indicatori pubblicati dalla Commissione europea nella Relazione 2022 per l’Italia, evidenziano che, nel 2019, la mortalità “trattabile” per 100.000 abitanti è stata pari a 63,7 (media europea di 92,1). Per mortalità trattabile si intende la mortalità evitabile grazie a un’assistenza sanitaria di qualità. Mentre la mortalità oncologica per 100.000 abitanti è risultata essere pari a 230,9, anch’essa inferiore a quella europea pari a 252,5.
Tuttavia, riguardo alle strutture ospedaliere e alla consistenza del personale medico-infermieristico, si evidenziano una rete di posti letto per acuzie pari a 259,8 per 100.000 abitanti, inferiore alla media europea (387,4), una dotazione di personale medico pari a 4,1 per 1.000 abitanti, di poco superiore al dato europeo (3,8), e una sensibile carenza in quello infermieristico, pari a 6,2 per 1.000 abitanti (8,2 la media europea). Si aggiunga che, in entrambi i casi, l’anzianità media del personale in servizio è elevata.
Come ridimensionare tali criticità
Per ridimensionare tali criticità sono state approvate diverse disposizioni* per rifinanziare sia nuovi incentivi economici in favore del personale medico-sanitario pubblico, sia l’acquisto di ulteriori prestazioni da strutture private accreditate, anche oltre i budget concordati con tali strutture.
La spesa per investimenti diventa perciò un parametro fondamentale per congiungere la fase emergenziale del biennio 2020-2021 con la risposta rappresentata dal PNRR, al fine di far aumentare stabilmente il tasso di crescita potenziale.
Gli investimenti degli enti locali sanitari, in particolare, dopo essersi ridotti, nel periodo 2008-2019, del 37,8% (circa 4 miliardi), nel 2021 registrano una crescita del 66% rispetto al 2019, superando in valore assoluto, per la prima volta il livello iniziale. L’esame degli investimenti per tipo di attività evidenzia che, rispetto al 2019, nel 2021 tale aumento si è concentrato soprattutto nelle costruzioni, in crescita di 5 miliardi, e negli impianti e macchinari, in crescita di 2,1 miliardi.
In base ai dati di cassa rilevati dal sistema informativo Siope, nel 2021 i pagamenti per gli investimenti fissi lordi degli enti del SSN sono stati pari a 2,3 miliardi, con un valore pro capite di 36,6 euro.
Tra le regioni italiane nel 2021 primeggia la Puglia con 268 milioni di euro di investimenti degli enti sanitari, dopo la Lombardia (277 milioni di euro) e il Veneto (295 milioni di euro), ma con il livello tra i più alti di investimenti procapite pari a 68 euro (come per la Val D’Aosta), seconda solo al Trentino Alto Adige che ha tuttavia un totale di 77 milioni di euro di investimenti, mentre Lombardia e Veneto registrano rispettivamente 28 euro e 60 euro procapite.
Attendendo i futuri dati della Corte dei Conti per il 2022, registriamo anche il primato della Puglia per le risorse umane nel Sistema Sanitario con una stabilizzazione di personale nel 2022, in fase di ultimazione, ma senza precedenti, per ben 3333 dipendenti a tempo determinato, a cui si aggiungeranno nuove risorse con le procedure concorsuali in atto e in divenire.
*(art. 26 d.l. n. 73/2021).
Foto di Sasin Tipchai da Pixabay