Principale Arte, Cultura & Società L’importanza del talento

L’importanza del talento

Molti artisti, mi confidano quasi sommessamente: Direttore, però devo dirLe una cosa: io sono autodidatta, non ho studiato Arte.

E questo me lo dicono con un grande senso di umiltà. Anzi, con molta, troppa umiltà. Quasi fosse un senso di colpa. E ciò accade nell’era dei laureati “per forza”. Molto spesso, ricordo loro che, Leonardo di Ser Piero da Vinci, soleva definirsi “homo senza lettere”, poiché non aveva studiato e, quindi, non conosceva ne del “Greco” e ne del “Latino” e, ciò, non gli consentiva di leggere e di interpretare gli scritti antichi nelle lingue originali. Eppure superò tutto e tutti, e divenne il più grande scienziato di ogni tempo, ancora oggi mai più eguagliato.

A me che, poi, non piace il termine umiltà (poiché esso rappresenta una Condizione sociale e giammai una Virtù), a meno che non mi sbagli, io non ho mai conosciuto una persona umile che non fosse pronta a diventare l’esatto contrario di se stesso, di fronte al cambiamento in positivo della sua posizione sociale.

Questione di esperienza e di punti di vista, ci mancherebbe altro! Solitamente racconto ai miei Artisti, per similitudine, un breve quanto significativo episodio probabilmente accaduto per davvero, ma divenuto, successivamente, nella terra di origine del protagonista, leggenda metropolitana.

Prima di tutto, voglio precisare che, l’Arte, è una forma di linguaggio, che fonda sulle innate e geniali attitudini individuali, custodite nel DNA di cui ogni singolo Artista è dotato e che vanno al di là dall’aver acquisito, da giovani, una preparazione accademico-didattica.

In un paesino sperduto del Veneto, un uomo, che non aveva mai studiato se non le nozioni che insegnano nelle prime classi delle elementari, aveva messo su una azienda ereditata dal padre, specializzata nella lavorazione artigianale del vetro.

Divenne, in breve, un distributore apprezzato per la lavorazione ad “arte” dei suoi prodotti e della qualità selezionata delle materie prime, tanto che da tutta la regione giungevano ambiti ordini presso la sua sede commerciale.

Un giorno, un Manager Veneto, contattò quell’imprenditore, per chiedergli di partecipare ad una Fiera del prodotto Italiano, organizzata in Germania, all’interno della quale gli avrebbero allestito uno Stand per presentare i prodotti sotto l’insegna dell’“Arte italiana del vetro”.

Quell’imprenditore, rispose all’Alto Funzionario che, benché fosse emozionato di così tanta attenzione nei suoi confronti e di tanto Onore, ciò, non era possibile, dal momento che lui non aveva studiato sufficientemente per presentare in pubblico scientificamente i suoi prodotti e non conosceva l’italiano e neppure il tedesco, ma si arrangiava solo con lo “stretto” dialetto Veneto.

Il manager gli rispose: non ti preoccupare, perché il dialetto veneto, è una lingua e il tedesco è altrettanto una lingua. Non devi far valere la Tua cultura di Professore di lingue, ma la Tua indiscussa capacità di Artista nelle preparazioni dei Tuoi prodotti.

Sarà sufficiente trovare un interprete che conosca il dialetto Veneto e, allo stesso tempo, la lingua tedesca, in modo tale che possa tradurre quel che tu dici attraverso il tuo linguaggio ed il tuo lavoro sarà apprezzato da tutti.

Concluse quel Funzionario: “…Ricorda, non è necessario che sia la scienza ad indicare come arrivare al tuo prodotto finale ma, al contrario, è il tuo prodotto finale e il tuo talento che devono essere interpretati dalla Scienza”.
Sta a noi stessi raggiungere gli obiettivi, comprendendo la importanza del nostro ruolo nel mondo. Ovvero, Il talento, quale essenza di ciò che ognuno di noi è destinato ad essere.
ROBERTO CHIAVARINI
Opinionista di Arte e Politica
[13:07, 14/1/2023] Roberto Chiavarini: L’IMPORTANZA DEL TALENTO
Molti artisti, mi confidano quasi sommessamente: Direttore, però devo dirLe una cosa: io sono autodidatta, non ho studiato Arte.

E questo me lo dicono con un grande senso di umiltà. Anzi, con molta, troppa umiltà. Quasi fosse un senso di colpa. E ciò accade nell’era dei laureati “per forza”. Molto spesso, ricordo loro che, Leonardo di Ser Piero da Vinci, soleva definirsi “homo senza lettere”, poiché non aveva studiato e, quindi, non conosceva ne del “Greco” e ne del “Latino” e, ciò, non gli consentiva di leggere e di interpretare gli scritti antichi nelle lingue originali. Eppure superò tutto e tutti, e divenne il più grande scienziato di ogni tempo, ancora oggi mai più eguagliato.

A me che, poi, non piace il termine umiltà (poiché esso rappresenta una Condizione sociale e giammai una Virtù), a meno che non mi sbagli, io non ho mai conosciuto una persona umile che non fosse pronta a diventare l’esatto contrario di se stesso, di fronte al cambiamento in positivo della sua posizione sociale.

Questione di esperienza e di punti di vista, ci mancherebbe altro! Solitamente racconto ai miei Artisti, per similitudine, un breve quanto significativo episodio probabilmente accaduto per davvero, ma divenuto, successivamente, nella terra di origine del protagonista, leggenda metropolitana.

Prima di tutto, voglio precisare che, l’Arte, è una forma di linguaggio, che fonda sulle innate e geniali attitudini individuali, custodite nel DNA di cui ogni singolo Artista è dotato e che vanno al di là dall’aver acquisito, da giovani, una preparazione accademico-didattica.

In un paesino sperduto del Veneto, un uomo, che non aveva mai studiato se non le nozioni che insegnano nelle prime classi delle elementari, aveva messo su una azienda ereditata dal padre, specializzata nella lavorazione artigianale del vetro.

Divenne, in breve, un distributore apprezzato per la lavorazione ad “arte” dei suoi prodotti e della qualità selezionata delle materie prime, tanto che da tutta la regione giungevano ambiti ordini presso la sua sede commerciale.

Un giorno, un Manager Veneto, contattò quell’imprenditore, per chiedergli di partecipare ad una Fiera del prodotto Italiano, organizzata in Germania, all’interno della quale gli avrebbero allestito uno Stand per presentare i prodotti sotto l’insegna dell’“Arte italiana del vetro”.

Quell’imprenditore, rispose all’Alto Funzionario che, benché fosse emozionato di così tanta attenzione nei suoi confronti e di tanto Onore, ciò, non era possibile, dal momento che lui non aveva studiato sufficientemente per presentare in pubblico scientificamente i suoi prodotti e non conosceva l’italiano e neppure il tedesco, ma si arrangiava solo con lo “stretto” dialetto Veneto.

Il manager gli rispose: non ti preoccupare, perché il dialetto veneto, è una lingua e il tedesco è altrettanto una lingua. Non devi far valere la Tua cultura di Professore di lingue, ma la Tua indiscussa capacità di Artista nelle preparazioni dei Tuoi prodotti.

Sarà sufficiente trovare un interprete che conosca il dialetto Veneto e, allo stesso tempo, la lingua tedesca, in modo tale che possa tradurre quel che tu dici attraverso il tuo linguaggio ed il tuo lavoro sarà apprezzato da tutti.

Concluse quel Funzionario: “…Ricorda, non è necessario che sia la scienza ad indicare come arrivare al tuo prodotto finale ma, al contrario, è il tuo prodotto finale e il tuo talento che devono essere interpretati dalla Scienza”.
Sta a noi stessi raggiungere gli obiettivi, comprendendo la importanza del nostro ruolo nel mondo. Ovvero, Il talento, quale essenza di ciò che ognuno di noi è destinato ad essere.

ROBERTO CHIAVARINI
Opinionista di Arte e Politica

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