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L’Italia della musica d’arte. I Berliner Philarmoniker inaugurano il 2023 con un concerto live di musica italiana

di Pierfranco Moliterni

Per chi conosce e sa qualcosa della storia di una delle più importanti orchestre sinfoniche del mondo qual è universalmente da tutti considerata la Orchestra Filarmonica di Berlino, si dovrebbe compiacere, e non poco, nell’annotare sul proprio carnet di fine anno lo straordinario concerto che quel complesso dedicherà- sabato 31 inizio alle ore 17,30– alla grande musica operistica italiana. Concerto che si può vedere collegandosi sul proprio pc domestico al sito digitalconcerthall.com

Il complesso berlinese, non a caso all’occasione guidato dal suo direttore stabile Kyril Petrenko si avvale anche della famosa e bella voce tenorile di livello internazionale qual è quella di Jonas Kaufmann, e presenta una serie di musiche italiane come arie operistiche del pugliese Umberto Giordano (Andrea Chénier: Un dì nell’azzurro spazio) di Verdi (La forza del destino), Zandonai (Giulietta e Romeo) per finire con il trascinante Intermezzo di Cavalleria Rusticana e concludere, più che italianamente, con Capriccio Italiano di Ciaikovsky il pietroburghese perdutamente innamorato dell’Italia e della nostra musica! Altri tempi… potremmo dire.

Ma per noi pugliesi il clou del concerto dei formidabili Berliner di questo sabato di fine anno, sta tutto anche nel nome e nella musica di un pugliese-milanese come fu Nino Rota, già direttore del Conservatorio di Bari dal 1957 al 1977, il quale legò la sua straordinaria arte musicale anche a colonne sonore di film di alcuni tra i massimi registi di sempre (Fellini, Visconti, Zeffirelli, F. Ford Coppola). Il concerto di sabato prevede infatti alcuni brani di Rota tratti da uno dei film più riusciti in fatto di colonne sonore come fu il felliniano La strada. Non c’è che dire: un riconoscimento davvero internazionale alla musica d’arte del nostro Paese a cui dovremmo prestare la nostra attenzione. Magari distraendoci un po’ e bene prima del fatidico cenone di fine anno.

prof. Pierfranco Moliterni

foto giornale della musica

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