Principale Estero La Cina usa la trappola del debito con l’Africa Estero La Cina usa la trappola del debito con l’Africa Di Diletta Fileni - Del 20 Dicembre 2022 alle ore 17:10 Il continente africano si sta dirigendo verso una crisi di rimborso, con 22 delle 54 nazioni a rischio della cosiddetta crisi del debito, secondo i criteri della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale. I maggiori debitori africani verso la Cina sono: Angola – 42,6 miliardi di dollari; Etiopia – $ 13,7 miliardi; Zambia – $ 9,8 miliardi; Kenya – 9,2 miliardi di dollari. La crescente influenza di Pechino sul continente africano tuttavia, ha incontrato aspre critiche, principalmente da parte dell’Occidente. Che sostiene che il Paese asiatico fa indebitare l’Africa. Ciò è indubbiamente fondato sul fatto che il debito estero dell’Africa sta nuovamente aumentando. Difatti la Cina concede ingenti somme di prestiti per lo sviluppo ai Paesi in via di sviluppo, che, nel tempo, diventano incapaci di rimborsare i loro prestiti legati alle infrastrutture o verso affari più calcolati o processi decisionali geostrategici. In cambio dell’alleggerimento dell’onere del debito, Pechino chiede concessioni o altri benefici assicurandosi guadagni economici, aumentando così la sua influenza complessiva in un dato Paese. Tuttavia ci sono segnali che la Cina potrebbe aver concesso un prestito finanziario al piccolo Paese del Corno d’Africa di Gibuti per ottenere influenza politica. Il Paese asiatico ha dato a Gibuti, il cui prodotto interno lordo annuo equivale a circa due ore di produzione economica cinese, 1,4 miliardi di dollari in investimenti e credito edilizio tra il 2012 e il 2020. La Cina usa la trappola del debito Tutto ciò porta alla conclusione che il Paese asiatico miri ad aumentare la sua influenza politica ed economica nel continente nero rendendo insolvente l’economia africana attraverso ingenti prestiti, il quale, trovandosi in una posizione vulnerabile, non ha altra scelta che soddisfare le richieste cinesi – anche se violano la sovranità dei suoi Paesi. Jose Fernandez, sottosegretario per la crescita economica, l’energia e l’ambiente presso il Dipartimento di Stato americano, ha affermato in un’intervista della scorsa settimana che la Cina deve essere più trasparente riguardo al debito che le è dovuto dalle nazioni africane. Secondo gli accademici, Pechino si trova ora di fronte a una scelta tra far valere i propri diritti legali sui pagamenti o essere più accomodante nel mantenere le proprie relazioni politiche. Sebbene l’inclinazione originaria sia stata quella di cercare di affrontare le difficoltà di rimborso del debito a livello bilaterale. Tuttavia la Cina potrebbe eventualmente decidere di dover usare più forza per richiedere il pagamento attraverso misure unilaterali. Il concetto di “diplomazia trappola del debito” non è inconcepibile, ma è difficile sottolineare le implicazioni strategiche e politiche che ciò comporterebbe. Ovviamente sarebbe dannoso se la Cina ricorresse all’acquisizione di risorse importanti come porti, ferrovie o reti elettriche in reazione alle insolvenze.