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Pensioni

Questa volta, scriviamo di pensionati. Ci limiteremo, per opportunità, ai trattamenti previdenziali non inferiori a Euro 1.300 correlati a famiglie di due persone (marito e moglie). Importo di tutto rispetto in questo Paese dove il trattamento dei”minimi” è una miseria.

Tra canone di locazione e spese d’ordinaria amministrazione, 600 Euro mensili, sono stornate dalla rendita vitalizia. Resta Euro 700 per “vivere” e, accantonare somme, ora più consistenti, per le utenze (energia elettrica e gas), resta, così, poco da amministrare, molto saggiamente, per le spese “correnti” giornaliere. La moglie del lettore gira, nella mattinata, tutti i supermercati in zona per trovare i generi di prima necessità ai prezzi più competitivi. Non più di 10 euro giornalieri.

Il nostro ipotetico pensionato ha 68 anni, la moglie 61. Se l’anno non presenta “imprevisti”, è la “tredicesima” mensilità che porta un poco di tranquillità in famiglia. Le scorte alimentari più congrue (scatolame e surgelati) si fanno tra gennaio e febbraio d’ogni anno. Qualche capo d’abbigliamento si acquista durante le liquidazioni stagionali.

Il nostro Pensionato è, comunque, ”fortunato”, perché può contare sul certo e non ha debiti con nessuno. Fatto del tutto consolante in un Paese ove anche il denaro resta più nelle banche che nelle tasche di chi ne avrebbe bisogno. Eppure, in area euro i prezzi dei generi di più ampio consumo (non solo alimentari e d’utenza) sono simili ai nostri.

La differenza, che chiarisce la nostra amarezza, è che gli importi delle pensioni sono, negli altri Stati UE, almeno, del 30% superiori a quelli italiani. Ci riferiamo, ovviamente, ai trattamenti dei comuni mortali. Le pensioni d’”Oro” sono una vergogna. Il diritto a vivere decorosamente, dopo una vita di lavoro, dovrebbe essere garantito a tutti. Come primo passo, basterebbe detassare gli importi della “tredicesima” mensilità che, comunque, resta una trovata tutta italiana. Meglio, ancora, sarebbe abolirla e distribuire l’importo nei dodici mesi canonici (con minor prelievo fiscale).

Così, mentre si discute d’economia ad alti livelli, si continua a tirare la cinghia. Intanto, le difficoltà economiche di chi non ha ancora raggiunto il diritto alla pensione si sono fatte più evidenti in quest’ultimo scorcio di 2022. E i “vitalizi” per gli anni a venire potrebbero essere “ridimensionati” per mancanza di fondi a causa della limitata attività lavorativa e dei correlati versamenti previdenziali.

Giorgio Brignola

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