Principale Ambiente, Natura & Salute Nova Siri – Finisce la vacanza Alzheimer più di Falanthra col botto

Nova Siri – Finisce la vacanza Alzheimer più di Falanthra col botto

Quattro giornate dense di cose, di eventi semplici, anche di incontri a tavola che danno il senso di famiglia. Ma l’ho messo nel titolo: il botto è stata una celebrazione di diciotto anni di matrimonio. Del più giovane ospite della famiglia Alzheimer, 54 anni con un figlio di 16 anni, affetto da dieci anni di una strana forma di demenza

. La narrazione inciampica su pietre che fanno male, la moglie (qui baciata da Paola Giove e Emilia Apostolico due volontarie durante la festa), quando racconta quello che è piombato nella sua famiglia, sembra mordere l’aria per la rabbia poi, dice, “viene la rassegnazione”, l’amore che si conserva negli sguardi, nei sorrisi, nei barlumi di lucidità.

Ma ieri è stata una festa a sorpresa, un allestimento con sindaco e fascia tricolore, musica nuziale, anelli, dolci spumante e trenino. Se vogliamo questa festa resterà più di ogni altra emozione, come rimarrà la location dei Giardini di Oriente di Nova Siri, una grande struttura alberghiera della costa Jonica che ha alle spalle e nel suo DNA il Parco Nazionale del Pollino, immersa nel verde, con tre piscine a 300 metri dal mare.

Oggi c’è stata l’animazione in piscina con le campane tibetane con Fabio De Vincentis con la sua collega Valentina Graziano che hanno curato per la vacanza tutta la parte di musico-terapia.

Poi dobbiamo ricordare la psico terapeuta Claudia Cola, la fotografa Tiziana Ruggiero che ha portato in associazione e in anteprima il calendario che sarà presentato l’8 ottobre a Palazzo di Città a Taranto; Veronica Giusti educatrice e Marco Buzzerio che sono stati operatori sanitari ma anche bravi animatori.

Lo abbiamo fatto in premessa dobbiamo ringraziare la  Fondazione melitense Duca e Duchessa di Valverde col supporto della Delegazione di Terra d’Otranto del Sovrano Militare Ordine di Malta, per il contributo offerto.

 

Una vacanza che rappresenta anche e soprattutto un momento di distacco dei gargevir dal problema-parente affidato ai volontari animatori. Nel prosieguo della riforma necessaria al tema Alzheimer è questo l’obiettivo: il parente entra nella clinica della memoria la mattina ed esce la sera.

 

Per spiegare al fondo questa esperienza e in genere le iniziative di Falantrha (fondatori Daniela Lelli e Cesare Natale) ci possono essere relazioni, ma forse una spiegazione la dà il dr Anzidei della (Fondazione Igea)

 

“Questa malattia, che colpisce circa 47 milioni di persone nel mondo, inizialmente non dà alcun sintomo: “Per circa 15 anni lavora al buio e non dà sintomatologia. Infatti, quando arriva e comincia a distruggere i neuroni, il cervello si accorge della mancanza di neuroni e chiede a quelli superstiti di fare il doppio lavoro. Automaticamente compensa i danni che può fare la malattia. Quindi chi è malato non se ne accorge, ma la malattia continua a mangiare i neuroni. È un processo che dura 15-20 anni, fino a quando i neuroni superstiti sono talmente pochi che non riescono più a compensare, e solo allora appaiono i sintomi”. I sintomi, dunque, compaiono solo quando la malattia è in uno stato assai avanzato ed è questo il motivo per cui “le medicine in questo campo non hanno finora dato alcun risultato”.

 

Il neurofisiatra Lamberto Maffei che nel 2018 ha ideato il protocollo ‘Train the brain’, sperimentato dall’istituto di Neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche: “Maffei ha pensato di usare la grande plasticità del cervello umano per contrastare l’inizio della malattia, attraverso esercizi di intelligenza, memoria e creatività”. Attività particolarmente indicate sono “il canto e suonare uno strumento”, ha detto ancora Anzidei.

In entrambi i casi, infatti, si tratta di “azioni che emozionano e le emozioni sono fondamentali perché i malati perdono la memoria ma non perdono le emozioni.

Vedete, torniamo alle emozioni dalle quali sono partito e che raccolgo e metto in valigia. In auto il cronista sa che arrivano poi i pensieri, i sorrisi e i balli e la musica persa tra aurore e tramonti, ma subentra anche l’impegno di andare avanti perché loro perderanno i ricordi ma noi ci ricorderemo di loro. Sempre.

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