Sarà presentata nella Domus federiciana in via Mario Mario Direnzo, 34 ad Altamura nei giorni della festa medievale FEDERICUS venerdì-sabato-domenica 30 settembre e 1-2 ottobre 2022.
Un’opera d’arte di grande valore simbolico per la città di Altamura; emozionante al primo impatto, immaginifico per la sua preziosità.
E’ il Maestro Massimo Loglisci, contitolare di una marmeria di Gravina in Puglia, l’autore di questo splendido gioiello artistico con cui ha omaggiato la Capitale della Murgia.
L’artista gravinese non è nuovo a queste opere d’arte; ha al suo attivo diverse altre realizzazioni, le quali meritano di essere collocate in ambienti museali idonei per valorizzare al meglio il suo talento.
Tra le sue prime opere dedicate alla sua città: la cattedrale, il ponte viadotto, il maniero; poi Castel del Monte, la cattedrale di Altamura e adesso il castello.
Per queste due ultime opere d’arte si è avvalso della collaborazione di amici di fiducia tra cui lo scrivente e soprattutto e del geom. Raffaele Barone, il quale come cofondatore, insieme al presidente Piero Amendolara della piattaforma social “Sei Murgiano”, è un grande cultore e divulgatore di notizie storiche dei territori che rientrano nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia.
Con le sue conoscenze tecniche e attraverso il reperimento di documenti antichi e immagini d’archivio, ha dato la possibilità al M° M. Loglisci di procedere al progetto del castello di Altamura.
Un’opera, al momento non ancora completata: mancano il portale e il ponte levatoio.
La ricostruzione in scala è stata possibile attraverso lo studio della piantina a volo d’uccello del 1500 dell’Archivio Generalizio Agostiniano, Roma, Carte Rocca P/33, dove il castello è disegnato molto chiaramente; altri dettagli sono stati ricavati da una veduta affrescata nella Sala degli stemmi dell’Episcopio di Matera; e da un dipinto del ‘700 raffigurante Sant’Irene, dove in basso è riportata una veduta d’insieme di Altamura.
Massimo Loglisci, di professione artigiano del marmo, così come vuole definirsi, sin da piccolo ha avuto la passione di realizzare lavoretti utilizzando residui di marmo: casette, salvadanai, e oggetti vari.
Dopo 20 anni ha ripreso questa sua passione e la sua prima opera è stata il castello svevo di Gravina in Puglia realizzata nel 2013; poi ogni anno ha ricostruito un edificio; si innamorò della cattedrale, perché in quel periodo la diocesi di Gravina stava facendo effettuare dei lavori di restauro. Insomma, come si dice, l’appetito viene mangiando; fu un susseguirsi di altre opere: la biblioteca Finya, la masseria S. Mauro, la masseria Calderoni. Opere che lo hanno impegnato con notevoli sforzi economici e di tempo.
Le opere nel frattempo avevano bisogno di spazi dove poterle collocare e renderle fruibili ad un vasto pubblico. Ha chiesto aiuto alla precedente Amministrazione comunale. Ma come ben si sa, tutti gli Enti pubblici sono sordi alle istanze dei cittadini; non ci fu alcuna reazione. Zero risposta.
Per cui ha deciso di bloccare i suoi progetti, nel cui programma aveva previsto la realizzazione dei conventi di S. Sebastiano e di S. Francesco.
Visto che la sua città non ha reagito, ha preferito allargarsi, abbracciando tesori di paesi limitrofi, tra cui Altamura, dove c’è stato ampio consenso e collaborazione con Raffaele Barone, col fotografo gravinese Piero Amendolara, col parroco don Nunzio Falcicchio, direttore dei beni culturali della diocesi di Altamura-Gravina in Puglia-Acquaviva delle Fonti-Spinazzola, che gli ha fornito una piantina della cattedrale di Altamura.
Per quanto attiene il castello di Altamura, purtroppo andato in deperimento per incuria e mancata manutenzione nei secoli, nella seconda metà dell’Ottocento i ruderi furono abbattuti definitivamente per creare spazi per nuove destinazioni, tra cui il mercato coperto, anch’esso abbattuto negli anni ’60 del secolo scorso, per poi realizzare una semplice area mercatale.
In mancanza di documenti più diretti, la ricostruzione è stata possibile, come detto innanzi, avvalendosi delle immagini riportate su piantine a volo d’uccello.
Raffaele Barone gli ha fornito le dimensioni per realizzare il castello su scala 1:50. Sono stati utilizzati finora circa 30 mila mattoncini di varie dimensioni. Ha impiegato circa 100 ore, tradotte in termini di giornate equivalgono a circa 13-14 giorni lavorativi. Il mastice per il collage ha bisogno di tempo per indurirsi, per cui non è possibile dedicarsi tutti i giorni.
Un’Associazione altamurana che si occupa di rievocazioni storiche medievali ha manifestato un suo interesse.
Massimo Loglisci ha espresso un suo pensiero. Se frattanto un Ente pubblico (associazione, istituto scolastico) è interessato, è disponibile a completare l’opera presso la sede del richiedente per coinvolgere i bambini nella manualità del progetto.