Principale Economia & Finanza Via libera dal G7 al tetto sul prezzo del petrolio russo

Via libera dal G7 al tetto sul prezzo del petrolio russo

La decisione durante un vertice virtuale dei ministri delle Finanze del G7: “Compiuto un passo avanti fondamentale per raggiungere il nostro doppio obiettivo di abbassare le pressioni sui prezzi energetici e negare a Putin i ricavi per finanziare la sua brutale guerra in Ucraina”.

di Gaia Vendettuoli

© Stefani Reynolds / AFP
– La segretaria al Tesoro Usa, Janet Yellen

 

AGI – Il G7 attuerà “urgentemente” un tetto al prezzo del petrolio russo e incoraggia una “ampia coalizione” di Paesi a partecipare all’iniziativa, volta a limitare la capacità di Mosca di finanziare la sua invasione dell’Ucraina.

“Il price cap sarà fissato a un livello basato su una serie di dati tecnici e sarà deciso dall’intera coalizione prima della sua attuazione”, scrivono i sette Grandi nella dichiarazione finale, assicurando che i prezzi futuri saranno “comunicati pubblicamente in modo chiaro e in modo trasparente”.

La decisione è stata finalizzata durante un vertice virtuale dei ministri delle Finanze di Stati Uniti, Italia, Germania, Francia, Regno Unito, Canada, Giappone.

Commentando la decisione presa dai Paesi del G7, la segretaria al Tesoro statunitense, Janet Yellen, ha sottolineato che il tetto è potente strumento contro l’inflazione.

Con questa decisione, si legge in un comunicato stampa diffuso dal dipartimento del Tesoro Usa, “il G7 ha compiuto un passo avanti fondamentale per raggiungere il nostro doppio obiettivo di abbassare le pressioni sui prezzi energetici e negare a Putin i ricavi per finanziare la sua brutale guerra in Ucraina”.

Con il tetto al prezzo del petrolio, “il G7 ridurrà significativamente la maggior fonte di finanziamento della Russia per la sua guerra illegale”.

Ha detto ai giornalisti il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, dopo l’incontro: “La Russia sta beneficiando economicamente delle incertezze legate alla guerra sui mercati energetici”. E ha aggiunto: “La Russia sta attualmente realizzando alti profitti dall’esportazione di materie prime come il petrolio e vogliamo opporci con decisione”.

Il price cap è pensato per ridurre le entrate della Russia e la sua capacità di finanziare la sua guerra di aggressione, limitando al contempo l’impatto della guerra russa sul mondo”, in particolare i “paesi più poveri”, spiega il G7 nella dichiarazione.

Concretamente, la Russia venderebbe il suo petrolio a questi Paesi a un prezzo inferiore a quello a cui lo vende oggi, ma che rimarrebbe superiore al prezzo di produzione, per cui ha interesse economico a continuare a venderglielo, e in modo da non ridurre le consegne.

La sfida è quella di radunare quanti più Paesi possibile perché il price cap funzionerà solo se parteciperanno tutti i principali Paesi acquirenti, sottolineano gli esperti, che menzionano il ruolo di Cina e India.

A tal fine, il G7 “invita tutti i Paesi a esprimere il proprio parere sulla progettazione del price cap e ad attuare questa importante misura”, al fine di stabilire “un’ampia coalizione” per massimizzare l’effetto della misura.

L’intenzione è quella di attuare il tetto in linea con la tempistica delle sanzioni Ue sul petrolio russo che partono il 5 dicembre. Per il momento i ministri non fissano i confini del tetto, che verrà fissato da tutta la coalizione che lo applicherà, sulla base di input tecnici.

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