Principale Attualità & Cronaca Violenza Personalità pericolose e prevenzione: intervista a Stefano Callipo

Personalità pericolose e prevenzione: intervista a Stefano Callipo

Nell’intervista precedente per la rubrica “Un Gigante tra i piccoli”, con Stefano Callipo, presidente nazionale dell’Osservatorio Violenza e Suicidio, si è parlato della personalità dei fratelli Bianchi, i killer di Willy Monteiro Duarte.

Proseguiamo l’analisi di queste personalità ben avulse dal vivere civile e senso di umanità, sempre nella presente rubrica, ponendo al dott. Callipo ben altre domande, al fine di avere un quadro completo di chi, ahimè, con le sue condotte lascia l’umanità amaramente di stucco.

Dott.Callipo, è favorevole all’ergastolo per simili personalità, e in che modo si possono rieducare, sempre che ciò sia di fatto possibile?

“Personalità difficili da rieducare.

In Italia sappiamo bene che non esiste l’ergastolo.

Inoltre dobbiamo attendere la pronuncia della Corte di Assise di Appello.

Ciò nonostante rimangono in carcere anche per altri procedimenti per altri tipi di reato.

Ma anche se l’ergastolo dovesse essere confermato dalla Corte di Assise di Appello, i fratelli Bianchi potranno avere permessi di uscite, semilibertà e liberazione condizionale per buona condotta, con la possibilità di scontare una parte di pena in libertà vigilata.

E’ importante dirlo, perché anche con la conferma dell’ergastolo mai nulla potrà ripagare la vita dell’eroe Willy, un esempio che deve rimanere impresso nella nostra mente, anche quando i riflettori si spengono.

Tornando alla domanda precedente, se me lo consente, non ritengo importante parlare della famiglia dei Bianchi.

Preoccupiamoci invece del dolore della famiglia di Willy, un dolore indicibile, questo si che è un vero ergastolo dove non esiste alcun sconto di pena.

Da clinico, da psicoterapeuta e da Presidente dell’Osservatorio Violenza e Suicidio voglio dirlo a gran voce”.

A tal proposito, come vede il futuro di chi resta, e in che modo potrà sopportare e quindi affrontare un simile dolore?

“Il dolore della famiglia di Willy è un dolore che non potrà mai scomparire, si trasformerà ma rimarrà sempre.

La nostra mente, al pari di quella degli organi del nostro corpo, mantiene delle cicatrici.

I genitori avranno bisogno di un percorso di supporto necessario a ristrutturare un nuovo equilibrio di vita.

Un genitore che piange la morte di un figlio non è come un figlio che piange la morte di un genitore.

E poi parliamo inoltre di una morte che forse si sarebbe potuta evitare.

Ciò rende ancor più difficoltosa l’elaborazione del lutto”.

Dopo una simile vicenda, qual è la condanna che fa alla politica, ai media, ai social, e di conseguenza le soluzioni che propone per evitare che simili atrocità si verifichino nuovamente?

“I fratelli Bianchi prima ancora della morte di Willy già facevano parlare molto di loro.

Personalità che si erano già manifestate socialmente.

Credo che prima ancora di un’azione repressiva e contenitiva serva una corretta azione di prevenzione primaria, dove cogliere in tempo i campanelli di allarme prima che essi producano danni.

Perché la morte di Willy si sarebbe potuta evitare.

E ancora tanti Willy ci sono”.

Prevenzione: parola d’ordine ma purtroppo al vento, e forse per questo motivo ci sono “ancora tanti Willy”.

Rita Lazzaro.

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

Redazione Corriere Nazionale 

 

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