Principale Estero Muore in detenzione britannico prigioniero dei filorussi nel Donetsk

Muore in detenzione britannico prigioniero dei filorussi nel Donetsk

L’operatore umanitario Paul Urey era stato catturato in aprile e accusato di essere un mercenario.

Il ministro degli Esteri britannico ha convocato l’ambasciatore russo a Londra. E la madre accusa i separatisti.

AGI – Un operatore umanitario britannico catturato dai separatisti filorussi in Ucraina e accusato di essere un mercenario è morto in detenzione “per malattia e stress”. Lo riportano le agenzie russe citando Daria Morozova, ombudsman della Repubblica popolare di Donetsk (Dpr).

Paul Urey era stato catturato ad aprile in Ucraina orientale e accusato di “attività mercenarie” dai separatisti nell’autoproclamata Dpr. Morozova ha assicurato che nonostante la gravità dei reati imputatigli, gli è stata fornita tutta l’assistenza medica necessaria.

Convocato l’ambasciatore russo a Londra

Il ministero degli Esteri britannico, intanto, ha convocato l’ambasciatore russo a Londra, Andrei Kelin, per esprimere “profonda preoccupazione” per la morte di Urey, catturato in Ucraina orientale dai separatisti filo-russi.

Il dolore della madre

Sono scioccata dalla notizia della morte dell’operatore umanitario britannico Paul Urey mentre era nelle mani degli alleati della Russia in Ucraina. La Russia deve assumersi la piena responsabilità di questo“, ha affermato la responsabile del Foreign Office, Liz Truss.

La notizia della morte di Paul Urey è stata confermata dalla Legione internazionale ucraina che ha precisato come il britannico catturato il 10 luglio scorso fosse”un dipendente di un’organizzazione umanitaria” e “non stava combattendo in Ucraina“.

La sua morte, confermata solo nelle ultime ore dalle forze separatiste, ha scatenato la rabbia e il dolore della madre del 45enne, Linda Urey, che si è detta “assolutamente devastata” dalla notizia e ha descritto i separatisti come “assassini”.

“Vi ho detto che era un uomo molto malato, vi ho detto che era diabetico, vi ho implorato su Sky News di ridarmi mio figlio. Perché l’avete lasciato morire? Voglio risposte. Perché non l’avete rilasciato?”, ha scritto la donna sul suo profilo Facebook.

Le autorità di Donetsk hanno escluso ogni responsabilità affermando che “Già durante la prima visita medica, a Paul Urey era stata diagnosticata una serie di malattie croniche, tra cui il diabete insulino-dipendente, danni al sistema respiratorio, ai reni e una serie di malattie del sistema cardiovascolare”, ha precisato su Telegram Daria Morozova, definita come il difensore civico dell’autoproclamata repubblica di Donetsk.

Intanto, visto il ‘peggiorare della situazione, l’ambasciata Usa a Kiev ha invitato i cittadini statunitensi in Ucraina ad abbandonare immediatamente il Paese, a causa di una situazione segnata dagli attacchi russi che mettono a rischio le condizioni di sicurezza.

Il medesimo avviso sul sito dell’ambasciata invita anche i cittadini Usa che si accingessero a farlo a non entrare in Ucraina, mentre a quelli che devono lasciare il Paese si consiglia di usare mezzi privati di superficie.

Analogo ‘alert’ viene indirizzato per chiedere di evitare assembramenti ed eventi di massa che potrebbero diventare obiettivi degli attacchi russi. Insieme ad alcuni consigli su come comportarsi in caso di allarme aereo o di vero e proprio attacco con uso di missili e droni, l’ambasciata americana rileva anche che le condizioni di sicurezza in Ucraina sono estremamente mutevoli e che possono precipitare senza avviso.

 

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