Principale Arte, Cultura & Società Oriana Fallaci: una penna scomoda

Oriana Fallaci: una penna scomoda

Oggi, 29 giugno, nasceva Oriana Fallaci, giornalista, attivista e scrittrice italiana
Ricorrenza che ricorre esattamente a 20 giorni di distanza dalla bocciatura della via che si voleva dedicare in suo nome.
Infatti, i consiglieri Andrea Romiti di Fratelli d’Italia, Costanza Vaccaro e Gianluca Di Liberti della Lega avevano presentato delle mozioni per la giornalista scomparsa nel 2006, ma sono state bocciate: la maggioranza ha votato contro, compatta; la destra e il M5S a favore.
Tra le motivazioni concernenti la bocciatura, quella del sindaco Luca Salvetti che aveva ricordato come la scrittrice non avesse legami con Livorno.
Motivazione non molto attendibile, visto che la stessa giornalista nel romanzo “‘Un cappello pieno di ciliegie”, pubblicato postumo nel 2008, analizza il ramo materno della sua famiglia che nell’Ottocento viveva proprio a Livorno.
Ma tra le motivazioni vi sono quelle legate principalmente alla posizione della giornalista, come il suo essere considerata “antiabortista”, affermazione riportata da Cristina Lucetti, consigliera dem:
“Ciò che la maggioranza trova non accettabile è il fatto di essere portatrice di intolleranza.
[…] Ricordiamo le parole dure della Fallaci contro il gay pride, oppure contro l’aborto o il testamento biologico”
Questa la posizione della Lucetti, avallata poi da tutta l’ala di centrosinistra, tra cui il capogruppo PD.
Durissima anche la posizione di Aurora Trotta di Potere al Popolo, la quale ricorda la posizione della Fallaci sul tema dell’aborto “Ha avuto posizioni antiabortiste.”
Due donne, due politici, che hanno negato una via a una donna, a una penna che scrisse pagine del giornalismo italiano e internazionale, sol perché di posizioni differenti dalle loro, come quella concernente l’aborto; tema che, oggi più che mai, accende gli animi e le divisioni, soprattutto a seguito della sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti che ha messo fine, dopo mezzo secolo, agli effetti di quella che era la sua pronuncia più famosa, la sentenza Roe v Wade con cui nel 1973 era stato dichiarato incostituzionale il divieto di abortire fino a quando il nascituro non avesse raggiunto una propria autonomia di vita ( 24/28 settimane).

Ma è davvero così? Oriana Fallaci era davvero antiabortista?

Anche queste motivazioni sembrano non avere alcun fondamento, basta ascoltare il suo intervento nel 1976:
” Io mi auguro che stasera nessuno di noi dimentichi che l’aborto non è un gioco politico. Che a restare incinte siamo noi donne, che a partorire siamo noi donne, che a morire partorendo o abortendo siamo noi. E che la scelta tocca dunque a noi. A noi donne.
E dobbiamo essere noi donne a prenderla, di volta in volta, di caso in caso, che a voi piaccia o meno. Tanto se non vi piace, siamo lo stesso noi a decidere. Lo abbiamo fatto per millenni.
Abbiamo sfidato per millenni le vostre prediche, il vostro inferno, le vostre galere. Le sfideremo ancora.”
[…] “Io, personalmente, potrei anche non essere interessata dall’aborto. Infatti se lo vuole sapere, io non sono interessata per niente. Se domani il dott. Bompiani e il dott. Berlinguer mi dicono che sono incinta, io sono tutta contenta e me lo faccio il bambino.
Non lo voglio per me l’aborto, io lo voglio per chi lo vuole. Lo voglio come volemmo il divorzio, per offrire una scelta, una scelta di libertà, per coerenza di libertà, per diritto alla libertà. Io rifiuto un Paese che è libero o si definisce tale e che non consente una simile scelta. Fare l’aborto libero non significa che tutte le donne italiane debbano abortire, significa soltanto che chi lo vuole, lo fa; chi non lo vuole non lo fa, esattamente come il divorzio”
Parole che sembrano smontare le motivazioni su riportate dai due politici dell’universo in rosa e in difesa del diritto all’aborto.
Sulla base di quanto sostenuto dalla sinistra e quanto riportato dalla Fallaci, quest’ultima si può considerare antiabortista?

E oggi, come avrebbe reagito a quanto successo negli USA?

Di questo parleremo con Maria Rachele Ruiu, dott.ssa in psicologia, membro del direttivo di Pro Vita e Famiglia Onlus e dell’ Associazione Family Day, ma principalmente una sposa e una madre.
“Sicuramente non si può dire che Oriana Fallaci fosse contraria all’aborto senza se e senza ma, però nel suo libro “Lettera a un bambino mai nato”, è interessante notare che nella sua onestà intellettuale, Oriana non nega ciò che l’aborto è, condotta che invece non succede oggi.
Trovo profondamente ingiusto e intellettualmente scorretto che oggi, nel 2022, si neghi che nella pancia della mamma c’è una vita sin da subito, sebbene ci siano le ecografie che testimoniano ciò: a 16 giorni dal concepimento già c’è il cuore che batte.
La sentenza in America riapre il dibattito sull’aborto.
Penso che sia molto urgente trovare canali, trovare spazi, anche mediatici, in cui si racconti davvero quello che l’aborto è.
A me fa molto sorridere che questi sacerdoti dell’autodeterminazione parlino di autodeterminazione e continuino a fingere che l’aborto sia altro da quello che è; raccontando di grumi di cellule, raccontando che l’aborto è una passeggiata, come se si potesse tornare indietro e invece non si può.
Quando resti incinta: sei mamma.
Devi solo scegliere se essere mamma di un figlio vivo o di un figlio morto.
Questa verità va raccontata.
Va raccontato quello che è l’aborto davvero, come è l’aborto davvero.
Il fatto che il bambino cerchi di scappare dall’aspiratore o da quello che è, ci sono delle evidenze anche rispetto a questo.
Vanno raccontate quelle che sono le conseguenze fisiche , psicologiche, in cui va incontro una donna che si procura l’aborto.
Va raccontato ed è soprattutto importante che tutta la società si impegni a non lasciare indietro nessuno.
Cioè che l’impegno della società sia accogliere la mamma, accogliere il figlio e provare a superare tutte quelle difficoltà economiche, sociali, psicologiche, che una donna deve affrontare quando si trova a una gravidanza inaspettata.
Accompagnare la donna anche laddove dovesse rendersi conto che non può prendersi cura di questo figlio, affinché possa custodire questa vita fino al parto senza che venga lasciata nella solitudine.
Penso che l’aborto per la donna è solitudine pura e sia una grande fregatura per la donna, perché la abbandona alla solitudine della scelta.
E’ una scelta sua, è un masso sulla testa delle donne e questo dire all’uomo che non c’entra niente è un peso.
Dire alla donna che può scegliere lei quello da fare, soprattutto questo dire alla donna “però se scegli l’aborto ti aiuto ad abortire, pago l’aborto. Se sceglie la vita, ti devi arrangiare da sola”.
Ecco, questo penso che sia una profonda ingiustizia del nostro tempo e che va combattuta.
Su Oriana almeno ci sono delle parole bellissimenascere è meglio di non nascere.”, che chiarificano quello che è l’aborto.
Quello che diceva anche Vittorio Feltri, qualche giorno fa, in un’intervista «Abortire significa strappare un bimbetto in formazione dalle viscere materne».
Ecco, questo è quanto meno ciò che si possa raccontare, dire: cos’è l’aborto.
Poi, naturalmente, arrivare affinché l’aborto sia no illegittimo ma impensabile e che una donna non sia più costretta ad abortire.
Rita Lazzaro

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