Principale Politica Confido

Confido

L’Opinione di Roberto Chiavarini

Confido negli Uomini Giusti, biblicamente riconosciuti, quelli che non si danno mai per vinti e che utilizzano come spada la parola di Dio.

Confido nei “Saggi”, affinché smettano di tacere;

Confido negli “Intrepidi”, onde affermino la loro forza morale e spirituale;

Confido nei “Predicatori”, allo scopo di divulgare liberamente le loro tesi;

Confido in tutti coloro che credono ancora nella sana politica, quale sostegno verso gli altri.

Perché, stare zitti significa diventare complici del Potere impositivo.

Estraniarsi dalla lotta della sopravvivenza quotidiana, accontentandosi dell’assistenzialismo, significa sprecare la propria esistenza.

Girarsi dall’altra parte, significa essere vigliacchi e omertosi.

Tanto più quando, ognuno di noi, rivolga il proprio pensiero ai nostri nonni e ai nostri bisnonni, che hanno rinunciato perfino alla loro vita, utilizzando il loro sangue come inchiostro, per scrivere sulle pagine del grande libro della Storia della Umanità, la parola “LIBERTÀ”.

NO ALLA VIOLENZA

E a proposito di libertà, dobbiamo constatare amaramente che, orama, siamo sopraffatti dagli slogan enunciati da diversi mezzi di informazione, quando essi parlino di violenza.

Se a subirla, siano determinate persone appartenenti a “certi” gruppi sociali, allora è violenza pura, ma se a subire la stessa violenza siano i gruppi opposti, allora si giustifica quella violenza, come se qualcuno se la fosse cercata.

Impera, dunque, la sopraffazione.

Cadere nella trappola di questo scontato giochino, significa farsi ingabbiare nelle ideologie di parte, perdendo, di conseguenza, la capacità di discernere e di dubitare, in maniera equidistante, su ciò che ci venga eventualmente somministrato dai Media.

Altrimenti, ricadiamo, nel cosiddetto pensiero unico.

Quello del più forte, quello della parte dominante.

Voglio esprimere un mio convincimento, che dovrebbe prevalere in uno Stato di Diritto, per una Società più giusta, equidistante e a misura d’uomo, ovvero quello di dire universalmente “30 NO” ad ogni forma di violenza, in quanto tale, senza più alcuna retorica.

NO alla violenza verbale
NO alla violenza fisica e materiale
NO alla violenza della calunnia
NO alla violenza sulle donne
NO alla violenza sugli uomini
NO alla violenza tra i coniugi in danno della prole
NO alla violenza sui figli
NO alla violenza sui bambini
NO alla violenza sugli anziani
NO alla violenza dei pedofili suoi minori
NO alla violenza attraverso l’induzione alla prostituzione
NO alla violenza dei magnaccia sulle Donne
NO alla violenza degli abusi di potere
NO alla violenza sugli ammalati
NO alla violenza sugli infermi
NO alla violenza sui poveri
NO alla violenza del mafioso sul cittadino
NO alla violenza del più forte sul più debole
NO alla violenza causa dell’assoggettamento dell’individuo
NO alla violenza del “giù la testa”
NO alla violenza del crimine organizzato
NO alla violenza sulle vittime della droga, della dipendenza da alcool e da quella ludica del gioco d’azzardo, da parte di chiunque venga messa in atto
NO alla violenza sui lavoratori sottopagati e/o non retribuiti chiunque sia il datore di lavoro
NO alla violenza che compie il “Raccomandato Privilegiato” in danno dell’altrui “Diritto”, che impedisce le pari opportunità
NO alla violenza in danno dell’Esercizio del Diritto del Cittadino
NO alla violenza sulle famiglie meno ambienti ed abbandonate
NO alla violenza delle persecuzioni Religiose
NO alla violenza delle persecuzioni Politiche
NO alla violenza del Terrorismo
NO alla violenza delle Guerre
NO ad ogni forma di violenza. Contro ogni forma di violenza.

Ma, soprattutto, NO alla violenza sui bambini e sugli anziani.

Perché i bambini rappresentano il futuro della società.

Perché gli anziani rappresentano l’archiviazione dei dati del nostro passato e sono il patrimonio e la storia della cultura e delle tradizioni del nostro paese.

Non c’è futuro, se non si tuteli prima il passato, attraverso il presente.

Tuteliamo tutti insieme, dunque, la dignità del nostro patrimonio umano, perché, la violenza, da qualsiasi parte essa venga posta in essere, tanto da chi si sia asserragliato nei Palazzi del Potere, quanto da chi sia protagonista in negativo sul palcoscenico della vita, toglie al violentato la “dignità” e “lede” la sua stessa esistenza.
Il Tempo perso dalla “vittima”, per rimarginare e superare psicologicamente le “ferite” di una violenza subita, morale e/o fisica poco importa, non potrà mai essere risarcito da nulla e da nessuno al mondo.

La vita, è unica ed irripetibile per chiunque.

Occorre innanzitutto la Giustizia terrena.

La giustizia, quella naturale ed istintiva, patrimonio della cultura familiare, fondata sin dalla notte dei tempi, sulla obbedienza ed il rispetto reciproco, eredita dai genitori, i quali, rappresentano, “autorevolmente”, il primo presidio di “imparzialità” nella gestione dei rapporti di fratellanza, che non ammette ritardi di intervento, contestualizzata tra la esigenza individuale e quella collettiva.

Se qualcuno si è recentemente distratto, ricordi che, la Famiglia, è un nucleo cellulare, che unitamente agli altri nuclei forma il “Corpo strutturale” della Società Civile che, a sua volta, determina gli usi ed i costumi di una Civiltà.

I pilastri su cui poggia la Istituzione familiare, oggi sono stati segati da ciò che io definisco da tempo immemorabile con l’appellativo di “Sociologismo indotto” e, con essi, i pilastri della nostra civiltà contemporanea.

E a proposito del “Tempo” che passa, invito tutti i miei lettori che mi seguono sul mio whats app, a guardare attentamente il video che segue. Non è tempo perso.

È una lezione di vita sul “Tempo”, che fa riflettere.

ROBERTO CHIAVARINI
Opinionista di Arte e Politica

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