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Transfobia: intervista a Emanuele Mastrangelo

Proseguiamo la rubrica “La discriminazione (S)corretta”

https://www.corrierepl.it/2022/06/17/la-tutela-scorretta-delle-donne-intervista-a-emanule-mastrangelo/

iniziata con Emanuele Mastrangelo, storico e scrittore, continuando ad affrontare i temi trattati al festival del ciclo mestruale.

Tra questi vi è quello concernente la tranfobia, parola che stona e non poco col festival del ciclo mestruale, trattandosi di un evento che dovrebbe mettere in risalto l’universo in rosa e quindi la sua tutela.
Una tutela lesa, deturpando proprio il corpo della donna e calpestando la sua dignità, come successo negli Stati Uniti, Canada, Costa Rica, Regno Unito,Argentina, in cui detenute sono state molestate, violentate, rimanendo anche incinte dopo l’abominio subìto da uomini che si sentivano donne e quindi, secondo una nuova “scienza ideologica”, da considerare “donne”.

Emanuele, secondo te, in occasione di questo festival, più che di transfobia non si dovrebbe parlare di questa forma di misoginia?

“La “transfobia” è qualcosa che merita le virgolette. Qui ogni categoria che s’alza al mattino pretende che ci sia una “fobia” che li perseguita e conseguentemente che l’intera società debba farsi carico della loro propria difesa da questa fobia. Naturalmente cosa sia questa “fobia” lo definiscono loro, quindi “oste, com’è il vino?”. Se rifiuti di farti carico di questa loro indubitabile persecuzione, sei ipso facto un “-fobo”. Cosa che senz’altro diranno ora di me. Eppure io quando ero ragazzino ero sfottuto perché avevo le lentiggini e gli occhiali. Ebbene? Esiste l’occhialofobia? O la lentigginofobia? E chi ha le lentiggini ha meno diritto a non essere maltrattato? E non solo: i fototipi sono un dato reale. La dissonanza fra il proprio dato biologico e il proprio intimo sentire è del tutto soggettiva e nessuna norma di diritto o costume di civile convivenza dovrebbe mai basarsi su dati soggettivi, perché quot capita tot sententiae. Uomo e donna sono dati biologici e i dati biologici sono quella cosa che si chiama la dura realtà. Le donne hanno le mestruazioni, dal menarca alla menopausa. Gli uomini no. Punto.

E non mi venissero a parlare di teoria del genere: roba buona per un gioco di ruolo tipo Dungeons&Dragons. Pensa cosa accadrebbe se un gruppo cominciasse a pretendere che le identità individuali anziché su base binaria di maschi\femmine venisse decisa sulla base dell’“allineamento” legale\caotico\neutrale di D&D. È esattamente la stessa cosa”. 

Rita Lazzaro

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