Principale Politica Putin delinea il nuovo mondo, mentre l’occidente vede solo guerra

Putin delinea il nuovo mondo, mentre l’occidente vede solo guerra

Invano cercheremmo delle risposte sul futuro nel chiacchiericcio delle elite occidentali che ormai girano a vuoto finendo per credere nelle loro stesse illusioni e menzogne come metro della realtà, ma possiamo trovarlo invece nel discorso fatto da Putin al forum economico di San Pietroburgo che abbozza un progetto di avvenire della Russia e del resto del mondo contro il passato che non passa del capitalismo terminale dell’anglosfera. Di cui noi siamo ormai le vittime più che i protagonisti o i valletti come fino a qualche anno fa.  E’ la prima volta dopo molti decenni che il potere occidentale viene apertamente sfidato e affrontato in termini economici e culturali. Per questo ho pensato che riportare gran parte del discorso di Putin, frutto evidentemente di un gruppo dirigente allargato,  sia non solo utile, ma anche doveroso visto che gran parte del nostro futuro rimanente si svolgerà dentro questa battaglia globale e non dentro la continuazione inutile delle guerre guerreggiate.

Il quadro generale 

Saluto i partecipanti e gli ospiti della  XXV° edizione del Forum economico internazionale di San Pietroburgo che si svolge in un momento difficile per l’intera comunità mondiale, in cui l’economia, i mercati e gli stessi principi del sistema economico globale sono sotto attacco. Molti legami commerciali, produttivi e logistici che in precedenza erano stati interrotti dalla pandemia stanno ora attraversando nuove tempeste. Inoltre, concetti chiave per gli affari come reputazione aziendale, inviolabilità della proprietà e fiducia nelle valute mondiali sono stati completamente minati,  dai nostri partner in Occidente, e ciò è stato fatto intenzionalmente, per motivi di ambizione, nel tentativo  di preservare illusioni geopolitiche superate. Un anno e mezzo fa, parlando al forum di Davos, ho sottolineato ancora una volta che l’era dell’ordine mondiale unipolare era finita nonostante tutti i tentativi di preservarla e conservarla con qualsiasi mezzo. I cambiamenti sono un corso naturale della storia, poiché la diversità di civiltà del pianeta, la ricchezza delle culture è difficile da combinare con modelli politici, economici e di altro tipo, che sono brutalmente, imposti da un centro e non lasciano alternative.

Gli Stati Uniti, dopo aver dichiarato la vittoria nella Guerra Fredda, si sono dichiarati i messaggeri del Signore sulla Terra, che non hanno obblighi, ma solo interessi, e questi interessi sono considerati sacri. Essi non sembrano notare che negli ultimi decenni si sono formati nuovi potenti centri sul pianeta che divengono sempre più forti. Ciascuno di essi sviluppa i propri sistemi politici e le proprie istituzioni pubbliche, attua i propri modelli di crescita economica e, naturalmente, ha il diritto di proteggerli e di garantire la sovranità nazionale. Si tratta di processi oggettivi, di cambiamenti tettonici veramente rivoluzionari nella geopolitica, nell’economia globale, nella sfera tecnologica, nell’intero sistema delle relazioni internazionali, dove è in forte crescita il ruolo di stati e regioni dinamici e promettenti, i cui interessi possono non essere più ignorati. Ripeto: questi cambiamenti sono fondamentali, sono un cardine e sono inesorabili. E’ un errore credere che il tempo dei cambiamenti turbolenti possa passare e che tutto presumibilmente, tutto tornerà come prima. Non accadrà

Tuttavia, sembra che le élite dominanti di alcuni stati occidentali siano proprio in questo tipo di illusione. Non vogliono notare cose ovvie, ma si aggrappano ostinatamente alle ombre del passato. Ad esempio, credono che il predominio dell’Occidente nella politica e nell’economia globali sia un valore immutabile ed eterno. Ma niente è eterno. Inoltre, essi non si limitano a negare la realtà, stanno cercando di contrastare il corso della storia. Pensano in termini del secolo scorso. Sono prigionieri delle proprie delusioni per i paesi al di fuori del cosiddetto “miliardo d’oro” (espressione che in russo equivale ad occidente capitalista ndt)  considerano tutto il resto come la periferia, il loro cortile, trattano gli altri ancora come colonie e le persone che ci vivono vengono considerate persone di seconda classe; si considerano eccezionali e se  sono eccezionali, allora tutti gli altri sono di seconda classe.  Di qui un desiderio irrefrenabile di punire, schiacciare economicamente chi esce dai ranghi e non vuole obbedire ciecamente. Inoltre, impongono rudemente e spudoratamente la propria etica, le proprie opinioni sulla cultura e idee sulla storia, e talvolta mettono in discussione la sovranità e l’integrità degli stati, creano una minaccia alla loro esistenza. Basti ricordare il destino della Jugoslavia e della Siria, della Libia e dell’Iraq. Se qualche “ribelle” non può essere perseguitato, pacificato, allora cerca di isolarlo o, come si dice ora, di “cancellarlo”. Di tutto viene utilizzato a questo scopo, anche lo sport, il movimento olimpico, il divieto di cultura, i capolavori dell’arte – per il solo motivo che i loro autori sono di origine “sbagliata”.

La Russia

Questa è la natura dell’attuale attacco della russofobia in Occidente e delle folli sanzioni contro la Russia. Pazze e, direi, sconsiderate. Il loro numero, così come la velocità di esecuzione, non conosce precedenti. Lo scopo è sfacciatamente chiaro: schiacciare con un colpo secco, l’economia russa, attraverso la distruzione delle catene commerciali, il ritiro forzato delle aziende occidentali dal mercato russo e il l congelamento dei beni nazionali, per colpire l’industria, la finanza e lo standard di vita delle persone. Non ha funzionato. Ovviamente, non ha funzionato: gli imprenditori e le autorità russe hanno lavorato in modo mirato e professionale, i cittadini hanno mostrato solidarietà e responsabilità. Le cupe previsioni sulle prospettive dell’economia russa, che giravano all’inizio della primavera, non si sono avverate. Allo stesso tempo, è chiaro il motivo per cui questa campagna di propaganda è stata gonfiata e si sono creati miraggi come per quello di 200 rubli per dollaro e sul crollo della nostra economia nel suo insieme: tutto questo era e rimane uno strumento di guerra dell’informazione, un fattore di impatto psicologico sulla società russa, sui circoli economici interni. Purtroppo alcuni dei nostri esperti hanno ceduto a tale pressione esterna e  nelle loro previsioni hanno anche proceduto dall’inevitabile crollo dell’economia russa e dal critico indebolimento della valuta nazionale: il rublo. Ma la vita ha confutato tali previsioni.

Secondo i risultati dei primi cinque mesi di quest’anno, il bilancio federale presenta  un avanzo di 1,5 trilioni di rubli e il bilancio consolidato  un avanzo di 3,3 trilioni di rubli. Allo stesso tempo, l’avanzo del bilancio federale nel solo mese di maggio è ammontato a quasi mezzo trilione di rubli, superando di oltre quattro volte la cifra di maggio dello scorso anno. Oggi il nostro compito è creare le condizioni per aumentare la produzione, aumentare l’offerta nel mercato interno e, in modo equilibrato con l’aumento dell’offerta, restituire all’economia la domanda finale e il credito bancario.

L’Europa 

La guerra lampo economica contro la Russia inizialmente non aveva alcuna possibilità di successo. Allo stesso tempo, l’arma delle sanzioni, è noto – e la pratica degli ultimi anni lo dimostra bene – è a doppio taglio. Infligge danni comparabili o anche maggiori agli stessi che le progettano. E non si tratta solo delle attuali ovvie conseguenze. Sappiamo che tra i leader dei paesi europei, a livello di conversazioni informali, come si suol dire, si discutono  prospettive molto inquietanti, ovvero che le sanzioni possono essere applicate non solo contro la Russia, ma anche contro qualsiasi Stato non docile, che prima o poi possono interessare tutti, compresi gli stessi membri dell’UE e le aziende europee. Finora le cose non sono arrivate a questo, ma i politici europei hanno già inferto un duro colpo alla loro economia: l’hanno fatto con le proprie mani. Vediamo come i problemi sociali ed economici si siano aggravati in Europa e anche negli Stati Uniti, come stia crescendo il costo di beni, cibo, elettricità e carburante , come stia peggiorando la qualità della vita degli europei e come si stia perdendo la competitività delle imprese. Secondo gli esperti, solo le perdite dirette e “calcolate” dell’Unione Europea dovute alla febbre delle sanzioni nel prossimo anno potrebbero superare i 400 miliardi di dollari. Tale è il prezzo di decisioni avulse dalla realtà e prese contro il buon senso.

Questi costi sono direttamente a carico della popolazione e delle imprese dell’Unione Europea. La crescita dell’inflazione in alcuni paesi della zona euro ha già superato il 20%. Ho parlato della nostra inflazione.

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