Principale Estero 12 giugno: legislative in Francia, cosa c’è da sapere

12 giugno: legislative in Francia, cosa c’è da sapere

Dopo le presidenziali dello scorso aprile, saranno chiamati di nuovo alle urne, stavolta per eleggere i 577 deputati dell’Assemblea nazionale.

© Magali Cohen / Hans Lucas / Hans Lucas via AFP

AGI – Domani i francesi, dopo le presidenziali dello scorso aprile, saranno chiamati di nuovo alle urne, stavolta per eleggere i 577 deputati dell’Assemblea nazionale. Il primo turno si svolgerà quindi il 12 giugno, il secondo una settimana dopo, il 19 giugno.

Delle 577 circoscrizioni in palio, 539 si trovano nella Francia metropolitana, 27 nella Francia d’oltremare e 11 all’estero. L’emiciclo è attualmente composto da una maggioranza in sostegno al presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, di 267 deputati dei Renaissance e 79 deputati tra Modem e Agir.

Ai blocchi di partenza ci sono 6293 candidati, il 20 per cento in meno rispetto al 2017. Tra le principali forze politiche ci sono Ensemble – l’alleanza della maggioranza presidenziale composta dalla Republique en Marche diventata Renaissance, dal Modem di Francois Bayrou da Horizons e da Agir – la Nuova unione popolare ecologica e sociale, coalizione dei maggiori partiti della sinistra guidata dalla France Insoumise di Jean-Luc Melenchon, il Rassemblement national di Marine Le Pen, i Republicains e la Reconquete di Eric Zemmour.

I candidati possono vincere fin dal primo turno ma a condizione che ottengano la maggioranza assoluta dei voti espressi e la preferenza di almeno il 25 per cento degli elettori. Se nessuno ci riesce, si va al secondo turno, al quale accedono tutti coloro che hanno ottenuto almeno il 12,5 per cento.

I seggi elettorali sono aperti dalle 8 alle 18, ma nelle grandi città come Parigi, Lione o Marsiglia chiudono alle 20. A partire da quell’ora saranno comunicati i primi risultati degli istituti di sondaggio e finirà il silenzio elettorale cominciato il venerdì precedente a mezzanotte.

Alle urne si può recare anche chi è positivo al coronavirus. A differenza delle elezioni presidenziali, in cui tutti i candidati hanno diritto alla parità di tempo di parola in radio e televisione, per le legislative vale la regola dell’equità. Ciò vuol dire che le emittenti concedono spazio ai candidati in base alla loro rappresentatività.

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