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Si riaccende lo scontro nella Lega per il viaggio di Salvini a Mosca

Al momento non è in agenda un viaggio del ‘Capitano’ al di fuori dei confini italiani ma nel partito c’è di nuovo fibrillazione perché è lo stesso Giorgetti a far notare che occorre muoversi insieme al governo sul conflitto in Ucraina

© Alessandro Serranò / Agf
– Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti

“Bravo Matteo”, “bene Matteo”, “bella iniziativa”. Raccontano nella Lega che nelle chat interne qualche esponente del partito di via Bellerio inizialmente abbia dato sponda all’ipotesi di Salvini di recarsi in Russia.

“Nessuno di noi ne sapeva nulla”, è il ‘refrain’ nella Lega ma in tanti prendono la distanza pure dal consigliere Capuano attaccato a testa bassa dal Pd per le dichiarazioni rilasciate ai quotidiani.

“Nessuno di noi lo conosce”, la risposta che viene fornita da molti ‘big’. Sta di fatto che nel partito c’è di nuovo fibrillazione perché è lo stesso Giorgetti a far notare che occorre muoversi insieme al governo sul conflitto in Ucraina.

Il ministro dello Sviluppo da Bologna ha fatto notare lo scoramento che pervade i partiti, ha rimarcato come a fine legislatura sia naturale un clima di tensione ma che poi – ha sottolineato – non ci sono alternative sul tavolo. Ma è proprio il numero due del partito di via Bellerio ad essere additato da alcuni salviniani come il ‘regista’ dell’addio dell’imprenditore Damilano dalla Lega.

Una tesi respinta dall’ala governista del Carroccio. “È assurdo pensarlo”, spiega una fonte parlamentare.

A tre giorni dall’annuncio dell’ex ministro dell’Interno della possibilità di una visita a Mosca le polemiche nella maggioranza non si placano. Anche perché tra i ‘governisti’ del centrodestra non si capiscono i toni utilizzati in Parlamento da alcuni esponenti di FI e della Lega sul ddl concorrenza che ha avuto il via libera di palazzo Madama.

“Nell’emendamento sui balneari si sottolinea che le aziende familiari non vanno a gare e che gli indennizzi, a carico dei subentranti, verranno calcolati su parametri precisi”, il ragionamento di chi non condivide perché non si intenda mettere la faccia sulla mediazione trovata con il governo.

Dopo le amministrative l’agitazione tra le forze politiche che sostengono l’esecutivo è destinata ad aumentare e non solo per gli effetti delle urne. Oltre alla legge delega fiscale ci sono da approvare il dl aiuti (alla Camera) e la riforma del Csm (al Senato), con il passaggio sulle comunicazioni del premier Draghi il 21 giugno in vista del Consiglio europeo.

“Se la guerra prosegue e si allarga, sarà disastro globale. Letta lo sa? Stop alle armi”, scrive il segretario del Carroccio sui social sottolineando come il Pd voglia fare polemica anche sulla guerra.

Il viaggio? “È una situazione che va valutata, ci sono ovviamente dei rischi”, ha sottolineato il capogruppo al Senato Romeo.

Nella Lega c’è chi torna a pronunciare dietro le quinte la parola “congresso” ma lo stato maggiore resta al fianco del Capitano.

“Nessuno ha la forza per scalfirne la leadership”, il ‘refrain’ dei fedelissimi dell’ex responsabile del Viminale.

Il timore però è che la vicenda del viaggio a Mosca e la trasferta in Polonia possano provocare degli scossoni nelle urne e determinare equilibri diversi all’interno del centrodestra in vista delle Politiche. AGI

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