Principale Attualità & Cronaca  Sanità. Analisi e interventi di troppo

 Sanità. Analisi e interventi di troppo

La poliuria e il bicchiere di latte d’avena

Non è una malattia la poliuria, ma il sintomo di una malattia. Non sempre. La mia poliuria, infatti, è svanita come per incanto. Ho fatto bene a non dare retta all’urologo. Proprio bene. Non avendoci capito niente (questa la mia impressione), il bravo professore mi ha prescritto un fastidioso esame, che io mi sono ben guardato dal fare.

Non so, avranno le loro buone ragioni i medici, sicuramente le hanno, però ho sempre pensato che per le loro diagnosi si basino molto su esami più o meno invasivi, e poco sui sintomi. Sicuramente sbaglierò, magari io sarò stato fortunato. Ho perso il conto degli esami che ho evitato nella mia lunga vita. Persino tre interventi chirurgici mi sono risparmiato. Un giovane medico, molto tempo fa, quando anch’io ero giovane, costatando che il mio setto nasale era deviato, m’invitò a recarmi nella sua clinica per un intervento. “Altrimenti andando avanti negli anni diventa sordo”.

Così mi disse. Sono andato avanti negli anni, molto avanti, e ci sento ancora abbastanza bene. Non vi annoierò con la storia degli altri interventi e di tutti gli esami non fatti, vi racconto solo la storia recente della mia poliuria. Mi ha dato molto fastidio per un paio di mesi dopo la feste di Natale. Neppure a farlo apposta si concentrava proprio nelle ore della mia amata passeggiata mattutina, guastandomela di brutto. E su questo fenomeno, dopo la visita accurata e a mio parere inutile dello specialista, ho cominciato a riflettere. Per quale motivo, mi sono chiesto, la poliuria si presenta suppergiù nelle stesse ore, vale a dire dalle dieci e trenta a mezzogiorno?

Perché per il resto della giornata mi lascia in pace? Vuoi vedere che la causa è quel bicchiere di latte d’avena che bevo a colazione? Non ci crederete. Ho eliminato il bicchiere di latte d’avena e come per incanto è svanita la poliuria.

E a me non sembra vero. Non mi sembra vero passeggiare di nuovo tranquillamente, al mattino, specialmente in questo periodo di primavera, in cui le acacie profumano l’aria ed è fiorito il sambuco.
Renato Pierri

 

 

 

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