Principale Arte, Cultura & Società Con la Vita & per la Vita: intervista a Massimo Gandolfini

Con la Vita & per la Vita: intervista a Massimo Gandolfini

Con la Vita & per la Vita: intervista a Massimo Gandolfini

di Rita Lazzaro

A poco più di una settimana dalla Marcia per la Vita del 21 maggio, oggi  28 maggio, avrà inizio la rubrica “Con la Vita & per la Vita” in cui si affronteranno le tematiche che hanno costituito il perno della manifestazione.

Una marcia che ha luogo ogni anno, in occasione della giornata in cui l’aborto divenne legale, il tutto con un solo obiettivo: dire “SI’“ alla Vita.

Un evento dove in magliaia hanno ribadito il loro ” No” all’ aborto, all’ eutanasia e al calo delle nascite.

Un’ atmosfera ricca di suoni e colori ma con un solo obiettivo: ricordare che: “il popolo della vita c’è, non si è rassegnato”.

E soprattutto, come ha riportato dal palco Massimo Gandolfini, presidente dell’ associazione Family Day e portavoce “Manifestazione nazionale per la Vita”: “per dire no a quelle leggi che non tutelano la vita dal concepimento alla morte naturale”..

Una manifestazione in cui non sono mancate toccanti testimonianze come quella di Giuliana e del marito Octavian, coi loro cinque figli.

Il sesto, Carol, vissuto pochissimo per una malformazione, “adesso è un angelo che guarda la nostra famiglia dall’alto e ci protegge”. Lui, è «comunque un miracolo di vita per noi – racconta – perché quando tutti ci dicevano di abortire abbiamo comunque scelto la vita, anche se quella di Carol è stata breve”. O come la scelta di Maya che a 17 anni ha comunque deciso di portare avanti la sua gravidanza, nonostante “tutti mi dicevano che un figlio a quell’età mi avrebbe rovinato la vita”. Ora di figli Maya e il marito Marco ne hanno quattro. “Non ho rinunciato a nulla, non mi ha tolto il sogno di laurearmi e di lavorare – si commuove Maya – scegliere la vita mi ha salvato la vita. La loro nascita è stata la mia rinascita”.

Una marcia senza colore politico anche se non tutti la pensano così.

Non per nulla, non è mancata una certa stampa che si è concentrata sul classico pettegolezzo da pianerottolo parlando del personale dei vari partecipanti, tralasciando o per svista o forse ignoranza i temi affrontati nella giornata del 21 maggio.

A tal proposito, sarebbe interessante  ricordare le parole del presidente dell’associazione Family Day: “Perché la vita e la famiglia sono di tutti. Non sono né di destra né di sinistra”, ricordando altresì di aver parlato della manifestazione a febbraio a Papa Francesco e «lui ha espresso la sua totale condivisione e mi ha dato la sua benedizione”.

Ma forse per qualcuno è meglio non riportarlo.

Tralasciando lo starnazzare da pianerottolo approfondiamo col dott. Gandolfini ciò che è stato omesso ossia il perchè, l’essenza e quindi lo scopo della Marcia per la Vita:

“Lo scopo della nostra manifestazione – sotto lo slogan “Scegliamo la Vita” – è innanzitutto tenere i riflettori ben puntati sull’importanza dei temi che riguardano la vita, dal concepimento alla morte naturale, al fine di contrastare l’odierna deriva culturale, sociale e politica, che propone diritti che non esito a definire assurdi, come il “diritto” all’aborto e il “diritto” alla “morte volontaria medicalmente assistita”. Una seconda finalità è lanciare un vero e proprio grido di speranza nella e per la vita, di cui mai come oggi il nostro Paese ha enorme bisogno … basti guardare alla terribile piaga della denatalità”.

 Sempre lei dice forte e chiaro che:

“Non è una manifestazione contro qualcuno, ma contro l’ideologia che fa della vita umana una merce da manipolare”, infatti, “vogliamo dimostrare una concreta e visibile resistenza a tutte le norme e le leggi che vanno contro la vita .Un contrasto coraggioso e determinato verso quei cosiddetti diritti civili che negano le leggi che la natura stessa ci ha donato”. Sostenendo che “contrastare non vuol dire usare la violenza ma deve voler dire resistere con tutte le forze a leggi ingiuste. Tipo quella che rischia di portare verso derive eutanasiche”

2)In che modo intende contrastare e quindi resistere a leggi ingiuste che rischiano di degenerare in derive eutanasiche?

Il contrasto a queste leggi, ingiuste e inique, si può e deve fare su vari fronti. Innanzitutto il fronte culturale: diffondere, informare, educare alla cultura della vita, anche evidenziando con lucidità e chiarezza i danni che le leggi pro-morte stanno compiendo nei Paesi ove sono già operative. Inoltre, come ho detto dal palco citando Bertolt Brecht, “quando il male diventa legge, la resistenza diventa un dovere”. Resistere, si può coniugare in vari modi: contrastare, opporsi, disobbedire, non rassegnarsi … in una parola, non prestare nessuna collaborazione al male legalizzato. Comprende, quindi, anche non dare il proprio sostegno e consenso a quelle forze culturali, sociali e politiche che propongono e sostengono leggi che vanno contro la vita e la famiglia.”

3)In cosa consistono queste misure a sostegno della maternità e della vita? E in che modo si intende combattere le politiche sempre più agguerrite per garantire aspetti che,  indubbiamente, stonano con l’idea stessa di vita quali: aborto, eutanasia e droghe leggere legalizzate?
A sostegno della maternità e della vita è necessaria una nuova “rivoluzione culturale” rispetto agli anni che stiamo vivendo. La maternità, la genitorialità, la famiglia sono ricchezze per il Paese e per lo Stato: questo è il punto di partenza. Da qui conseguono misure economiche che incentivano la natalità, una fiscalità a misura di famiglia, la conciliazione maternità/famiglia/lavoro, un’attenzione particolare alle disabilità presenti nella famiglie … Sul fronte del fine vita, si deve incentivare la medici palliativa piuttosto che sostenere leggi scellerate sul suicidio assistito, costruire hospice ove ci si prende davvero cura della sofferenza, accompagnando con professionalità, competenza ed amore le persone più fragili. Se un Paese vuole essere davvero un “paese civile” non “cura” la sofferenza uccidendo il sofferente!”

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