Principale Arte, Cultura & Società Sport & Motori Milan Campione d’Italia, con Leadership Servant 

Milan Campione d’Italia, con Leadership Servant 

di Antonino Giannone 
Modello MILAN:  Leadership Servant dei singoli: Allenatore, Stefano Pioli e Giocatori, ma anche Leadership Servant del Team e della Governance.
Una bella lezione di Etica della Responsabilità.
Pioli, allenatore del Milan e i tutti i Giocatori hanno dimostrato una leadership che il grande esperto Robert Greenleaf  ha definito Leadership Servant.
Ma l’eccezionalità e’ che questa Leadership si e’ espressa sia a livello dei singoli  ma soprattutto a livello di Team e della Governance,  il che accade anche più raramente.
A mio avviso, per quello che ho potuto, seguendo da sportivo il campionato, (peraltro da bambino meridionale sono rimasto uno juventino) tutti in casa Milan hanno saputo  essere dei leader, mettendosi a disposizione degli altri.
Una bella lezione di Etica della Responsabilità della squadra rossonera.
Dietro ogni risultato impossibile, c’è un sogno che è stato ritenuto impossibile.
(Robert K. Greenleaf)
Questa citazione di un grande esperto internazionale di Leadership ci e’ utile per capire il percorso che il Milan ha fatto per raggiungere l’obiettivo: vincere il Campionato di calcio italiano dopo 11 anni?
Pensiamo di sì.
Robert Greenleaf e’ stato tra i primi a riconoscere che le organizzazioni e gli individui potevano essere servitori-leader.
In effetti, aveva grande fede nel fatto che le organizzazioni servo-leader potessero cambiare il mondo.
Inoltre egli affermava che il grande leader viene prima sperimentato come un servitore degli altri e credeva che la vera leadership emergesse da coloro la cui motivazione principale è un profondo desiderio di aiutare gli altri.
In pratica, grazie agli studi di Greenleaf, si può affermare che i servant-leaders (leader di servizio) mettono i bisogni e gli interessi degli altri al di sopra dei propri. Fanno, cioè, una scelta deliberata per servire gli altri.
Tuttavia, questo comportamento non dovrebbe essere associato a un basso concetto di sé o a una bassa autostima.
Un altro concetto alla base del Servant Leader è questo: prendersi cura delle persone, più abili e meno abili a servirsi l’un l’altro, è la roccia su cui si costruisce una buona società.
Mentre, fino a poco tempo fa, la cura era in gran parte da persona a persona, ora la maggior parte di essa è mediata attraverso istituzioni – spesso grandi, complesse, potenti, impersonali; non sempre competenti; a volte corrotte.
I bravi leader devono prima diventare bravi servitori.
  “Si gestiscono magazzini e risorse, ma non le persone. Perché le persone si guidano e si motivano” diceva un Ceo Leader americano:  Ross Perot.
Nel nostro mondo sempre più globale nell’era digitale, le differenze culturali nella leadership sono diventate sempre più importanti come argomento nella società.
Questa affermazione appare evidente se rivediamo i video della festa a Reggio Emilia, dopo la vittoria sul Sassuolo e i video di precedenti gare del Milan: i comportamenti dei giocatori di diversa provenienza etnica, culturale e sociale, con la media di età più bassa in campionato, sono sempre stati in pubblico di forte “relazione gentile”, con “empatia visiva” tra loro, di assoluta “condivisione delle scelte dell’Allenatore” chiunque avesse scelto o sostituito durante le partite.
Non mi risultano episodi e dichiarazioni di giocatori sostituiti che hanno messo il broncio o fatto commenti critici con l’allenatore.
Se dovessi esprimere qualcosa sulla Leadership dell’Inter che e’ stata battuta per due punti, un’incollatura si direbbe in automobilismo, dopo 38 giornate, direi che in questo caso forse la Leadership e’ apparsa più prescrittiva e autoreferenziale nei suoi protagonisti più visibili.
In pratica alcuni giocatori o responsabili non hanno conservato una necessaria qualità: il self control che non e’ stato solo il maldestro errore del portiere nella partita decisiva persa a Bologna che ha consentito il sorpasso del Milan.
Poi, a mio avviso, anche l’alto valore aggiunto del team del Milan nei singoli reparti: in attacco Giroud, Leao e Kessie, e poi Tonali e Capitan Romagnoli e il portierone Mike Maignan, con tanta umiltà e voglia di affermarsi ma di farlo con gli altri.
Va poi sottolineata la presenza di un grande giocatore, anche motivatore di lunga esperienza e vincente come Ibrahimovich, 40 enne!
Non e’  soltanto per il buon calcio che ha espresso, ma anche e soprattutto per la Leadership superiore che il Milan e’ riuscito a prevalere sugli altri team.
In pratica una Leadership Servant che ha caratterizzato non solo Pioli: il tecnico, il coach, l’allenatore, ma anche i singoli giocatori che hanno dimostrato concretamente di essere un team solido dove ognuno è stato protagonista al servizio dell’altro ed è prevalsa la Leadership Servant del team e non quella di ciascun componente.
Ma anche la Società Milan  ha dimostrato una “Leadership di Rispetto” o come si dice “Leadership gentile” con Paolo Maldini secondo le conclusioni delle più recenti  ricerche sulla leadership dei Ceo (Egon Zhender- Harvard University) per i tempi così complessi post Covid e adesso post Guerra in Ucraina. E anche un Ceo  lungo corso (ex Eni) come Paolo Scaroni ha saputo rappresentare senza invasioni questo Club, realtà aziendale che oggi si propone sul mercato internazionale con un valore patrimoniale più che raddoppiato rispetto agli ultimi anni
Una bella lezione di Etica della Responsabilità da parte di un grande Club di Calcio italiano: il Milan  che potrà dare corso a un ciclo virtuoso e d’imitazione che, a mio avviso, potrà essere utile per tanti altri settori di attività  nella società, a cominciare da tante attività non solo sportive dove e’ il team e non il singolo a  “conducere”  come dicevano i latini.
Pensiamo, in verità, ai ritardi nelle leadership dei Partiti politici  dove assistiamo, al Leader o ai Leader autoreferenziali, sempre più esposti ma con un team di Direzione piuttosto in ombra, che non  si vede quasi mai.
In realtà bisognerebbe costruire quella parte più complessa che e’ l’amalgama di un gruppo, di un partito, di una una comunità politica e che invece in una grande squadra di calcio, come il Milan, o come in una grande Multinazionale vincente  si riesce a percepire.
Così nel caso Milan 2022  non abbiamo conflittualità e divisioni che in genere emergono nei gruppi dove vorrebbero convivere e comandare informalmente  troppi e cosiddetti leader.
Speriamo che nel tempo che ci accingiamo a percorrere di De- globalizzazione post Guerra in Ucraina, riusciranno ad affermarsi numerose Leadership autorevoli, servant e gentili in tutti i campi della società in tutti i Paesi.
Auguri Italia!
Antonino Giannone
Prof. Leadership And Ethics – Link Campus University, Laurea Magistralein Business Management
– Politecnico di Torino, Fellow ICELab, Laurea Magistrale  ingegneria Produzione e  Innovazione Tecnologica

1 COMMENTO

  1. COMPLIMENTI PROFF. PER LO SCRITTO, PER NON AVER TRADITO LA SQUADRA – PRIMO AMORE – E PER L’ANALISI DI UNA SQUADRA SQUDRA DOVE OGNI SINGOLO SI MUOVE COME SI MUOVE IL SINGOLO PEZZO DI UNA CATENA. ATTUALMENTE NELLA SOCIETÀ CHE RUOTA INTORNO A NOI DI QUESTI VALORI DI SQUADRA DIVE UNO VALE UNI NE VEDO POCHI POCHI MA, SPERIAMO CHE VIVENDO IN UN’ERA DI VELOCE TRASFORMAZIONE – AQUARIANA – DOVE TUTTO SI TRASFORMA VELOCEMENTE PER RAGGIUNGERE L’AMICIZIA, l’UMANITA’, L’EQUILIBRIO TRA LE ESIGENZA DEL CUORE E QUELLE DELL’INTELLIGENZA, TRA LE PREOCCUPAZIONI DELLA INDIVIDUALITÀ ED UN ALTRUISMO VISSUTO TRA IL QUOTIDIANO, TRA IL RISPETTO X LA RELIGIONE E LA CONSIDERAZIONE X LA SCIENZA.

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