
Un nuovo esperimento sociale è in atto a Bologna, dove la sorveglianza dei cittadini sta diventando una realtà sotto il pretesto della sostenibilità. L’amministrazione locale (targata PD), in linea con il trend del “Green pass“, ha lanciato l’iniziativa “Progetto Pollicino“, che mira a monitorare i movimenti dei residenti attraverso un’app da installare sui loro telefoni.
Pollicino e le “briciole di pane” che premiano
Quest’applicazione registrerà in modo anonimo e per due settimane i percorsi delle persone che sceglieranno volontariamente di “far da cavia” nella sperimentazione, sfruttando il principio del “bread-crumb” (dall’inglese, letteralmente “briciole di pane”, come quelle di cui si narra nella favola di Pollicino), utilizzato dagli anglosassoni per i dati di mobilità. In cambio di almeno almeno 7 giorni di feedback sui propri spostamenti, i partecipanti riceveranno premi come minuti gratuiti con servizi di car sharing, sconti in negozi (tipo “Natura Sì”) e librerie, esperienze sportive (in collaborazione con Decathlon) e altro ancora. Ma, per avere diritto a questi benefit, occorre completare un “diario“, comunicando dove si va, con quale mezzo di trasporto e rispondendo a vari questionari. Fra i partner del progetto c’è il Ministero della Transizione Ecologica.
Il sindaco – Matteo Lepore – ha affermato che l’obiettivo è ridurre a 0 ogni impatto ecologico che la possibilità di muoversi genera nell’area metropolitana, incoraggiando l’uso di mezzi come la bicicletta. E che, oltre a questo, si cerca anche di costruire conoscenza basandosi sull’esperienza diretta dei residenti1. Ma, a ben guardare, con il pretesto della collaborazione ci si sta dirigendo verso la normalizzazione di una sorveglianza costante e generalizzata sulla vita delle persone.

“Altruismo dei dati”, ma solo con quelli nostri
Ciò che è stato battezzato come un’iniziativa di “Data Altruism” presenta in sostanza un lato molto inquietante: sotto la collaborazione volontaria per promuovere la mobilità sostenibile in realtà sembra nascondersi una “finestra di Overton” per la quale la privacy dei cittadini – o, meglio, dei “consumatori” – viene ceduta con piena consapevolezza dell’utente interessato, appagato nell’essere costantemente monitorato dalle ricompense. E ci si pongono delle domande sulla riservatezza e sulla vera natura del controllo che la gente sta accettando.
Questa iniziativa ha quindi sollevato importanti interrogativi su questioni di privacy, sulla tutela e condivisione dei dati personali e sulla limitazione della libertà individuale. Mentre è fondamentale affrontare tematiche come sicurezza e sostenibilità, bisogna anche garantire che i diritti fondamentali dei cittadini non vengano compromessi in nome del progresso tecnologico e del pubblico interesse.

Fonti online:
ByoBlu (testata giornalistica ed emittente televisiva nazionale; articolo di Arianna Graziato del 17 maggio 2022), sito dell’Osservatorio Nazionale Sharing Mobility, Osservatorio Nazionale Sharing Mobility e FPAtv (canali YouTube).
Antonio Quarta
Redazione Corriere di Puglia e Lucania