Principale Politica Il declino non è un destino, è una scelta

Il declino non è un destino, è una scelta

Il declino non è un destino, è una scelta
di Rita Lazzaro
“Adesso, nel bel mezzo di una tempesta, vogliamo essere i primi a indicare la rotta perché vedete, noi oggi siamo qui per ribadire le idee chiare con le quali intendiamo attraversare la burrasca che ha spazzato via le incertezze di molti ma non le nostre e il messaggio che vogliamo dare con questa conferenza programmatica è che ci faremo trovare pronti”.

Queste le parole con le quali Giorgia Meloni, leader di fdi, ha dato inizio alla conferenza programmatica di FdI tenutasi a Milano, esattamente una settimana fa, dal 29 aprile al primo maggio.
Un linguaggio metaforico con cui descrive l’obiettivo principe della sua forza politica: quello di “ricostruire questa nazione sulle macerie di quella globalizzazione fallita”.
Siamo pronti a ricostruire.
E la ricostruiremo seria, forte, libera, rispettata, produttiva.
La ricostruiremo alla sua altezza, è un compito difficile certo. Non voglio dire che sia facile però è anche un compito per chi ha testa, cuore, per chi ha coraggio, per chi ha i piedi per terra, è un compito da patrioti.”
Un compito di “navigatori” anziché “surfisti”, utilizzando sempre il linguaggio metaforico di Giorgia Meloni.
“Il surfista si fa dominare dall’evento, il navigatore vuole dominare l’oceano.
E vuole dominare l’ oceano perché l’unica cosa che lo muove è la rotta, è l’approdo.
Puoi cavalcare un’onda se sei veloce, se hai intuito, se sei anche un po’ incosciente. Però non puoi dominare l’oceano se non conosci la potenza, la posizione, se non conosci la tua posizione in rapporto a quella delle stelle, se non conosci i capricci del mare, se non conosci come soffiano i venti.
Per essere un navigatore devi studiare, studiare. E noi siamo questo. Allora abbiamo riempito la nostra cambusa di progetti, abbiamo selezionato il nostro equipaggio solido, abbiamo gonfiato le vele con le nostre idee e siamo pronti a salpare. Perché questo è un altro viaggio, è un nuovo viaggio. È il viaggio che porterà le idee dei conservatori al governo di questa nazione. E certo non è un’impresa facile, bisogna avere molto coraggio forse essere anche un po’ visionari per sfidare le forze che muoveranno contro di noi, però la storia l’ hanno fatta quelli così.
La storia alla fine ti insegna soprattutto questo. Ti insegna che la perseveranza serve eccome, che le convinzioni servono eccome, che il coraggio serve eccome.”
Una cambusa di progetti.
Quei progetti che l’onorevole ha riportato dettagliatamente nell’intervento di apertura e ripresi in modo sintetico nel discorso di chiusura, forse per rispondere ancora una volta a suon di fatti anziché di slogan e marchi a chi accusava la sua forza politica di non avere temi e neppure una struttura.
Una struttura però che, come ha voluto evidenziare  il leader di FdI, in questa occasione ha avuto almeno 5mila partecipanti accreditati, 70 ore di dibattito, 18 gruppi di lavoro tematici, 3 assemblee contestuali insieme a un’assemblea plenaria e quasi 200 relatori.
E tutto questo per cosa?
“Per parlare di politica, per parlare di problemi, dei grandi problemi e dei problemi più piccoli, quelli quotidiani che interessano i cittadini per cercare soluzioni a quei problemi. Non siamo stati qui, (qualcuno è rimasto deluso) a parlare di beghe di partito, a parlare di polemiche interne, a parlare di piccolo cabotaggio. Noi siamo stati qui a parlare del futuro della nostra nazione. Perché è quello che ci interessa”.
Ma quali sono le parole d’ordine della politica, che FdI intende affrontare a suon di temi anziché ideologia ?
1 libertà,
2 indipendenza
3 crescita.
La Meloni nel parlare del primo punto, ossia della libertà, cita il Popolo Ucraino in lotta “per non cedere un mattone di quella libertà”.
Ma nel parlare della prima parola d’ordine, l’onorevole menziona anche il Popolo italiano
“i diritti dei cittadini sono andati sempre più comprimendosi, elargiti come fossero una concessione del nuovo Leviatano”. Facendo riferimento alle restrizioni del governo nell’affrontare l’emergenza pandemica.
La seconda parola d’ordine è l’indipendenza, puntando il dito contro il fallimento di una globalizzazione
Il terzo imperativo è la crescita: le cui parole d’ordine sono: lavoro, responsabilità delle imprese, diritti sociali delle persone.
Una crescita in cui il leader di fdi mette in evidenza due aspetti cardine Costituzionalmente riconosciuti:
La difesa degli ultimi ex art 3 comma 2 docet e la salvaguardia della famiglia, che la Meloni definisce come “il perno”, l’energia che tutti genera”.. Parole queste, che ricordano quanto previsto nell’art 31 Cost sempre antifascista. Strano che un politico ormai col marchio di “fascista” faccia un discorso prettamente antifascista.
Che dire…misteri sinistri.
Ma nel parlare di questo terzo punto, si rivolge altresì al suo Popolo, al Popolo italiano, con un invito che sa di autocritica e quindi di risveglio delle coscienze e quindi dell’amor proprio e di conseguenza dell’amor di Patria.
“Crescere vuol dire anche diventare grandi.
Se noi vogliamo che l’Italia torni a essere una grande Nazione, allora siamo noi italiani a dover crescere.”
Un discorso in cui la Meloni invita a un “ritorno al reale” citando a tal proposito e “non a caso” il conservatore Gustave Thibon, “il filosofo contadino”, di circa un secolo fa.
La Meloni parla infatti di “narcotizzazione collettiva”, puntando ancora il dito contro le élites globaliste, che proprio grazie a questa “narcotizzazione” hanno diffuso con prepotenza la loro visione ideologica, convinti che questa si sarebbe sostituita alla realtà stessa.
Puntualizzando però che:
“la realtà non la puoi piegare, le realtà alla fine si impone sempre e infatti, il combinato disposto tra due crisi che non erano attese: la pandemia e la guerra, in un battibaleno ha spazzato via il castello di sabbia delle utopie globaliste.”
Prosegue attaccando lo scopo base del globalismo ossia “il voler cancellare l’identità, la famiglia, le tradizioni, pretendere di trasformare l’uomo in una specie di automa senza anima”.
Ma annunciando la ribellione vera natura dell’uomo che “sarebbe tornata prepotente, forte, improvvisa. Esattamente quello che sta accadendo, che accade in Italia, che accade in Europa, che accade nell’intero occidente. Dove si alza sempre più forte il vento della libertà e della identità.
E noi siamo pronti.
Siamo pronti perché il campo del reale è invece proprio il campo dei conservatori.”
Citando uno dei padri del conservatorismo italiano Giuseppe Prezzolini
“il conservatore è un freno all’utopia e agli utopisti che si innamorano di cose e idee mai sperimentate, che quando si realizzano si dimostrano ben diverse da come erano state Immaginate”.
Per questo motivo , a detta della Meloni “questo è il tempo dei conservatori, ossia di chi ha scelto ieri di non negare la realtà”  e di conseguenza di “avere le idee più chiare su quello che va fatto”.
Il leader poi si rivolge a chi si lamenta che l’Italia dipenda troppo sul piano dell’approvvigionamento energetico da una autocrazia come quella di Putin, rivolgendo loro una serie di domande, togliendosi qualche sassolino dalla scarpa:
“Dove eravate quando fdi denunciava il cinismo con cui l’occidente gestiva diversi rapporti con diversi stati illiberali?”
“Dove eravate quando dicevamo che la transizione ecologica fatta così, ci avrebbe portato a legarci mani e piedi con la Cina?”
“Dove eravate quando contestavamo gli accordi di cooperazione universitaria con le monarchie fondamentaliste del golfo?”
“Dove eravate quando dicevamo no all’ingresso della Turchia di Erdogan in Europa?”
Non tralasciando ovviamente il conflitto Russia-Ucraina in cui, secondo la Meloni “si decide anche il nostro futuro e questo è importante che lo si capisca. Non solo per la forte vicinanza Italia – l’Ucraina ma anche per come incide sui nostri equilibri.”
Elogiando il coraggio del Popolo Ucraino pronto a dare la vita per la sua Terra, la sua Libertà mentre “noi la diamo per scontata”.
“Non è sorprendente che chi rischia di perdere una Patria, sia disposto a combattere per quella Patria?”
A questa domanda il leader dà una definizione di patriottismo tanto romantica quanto realista. E come non darla senza far richiamo a ciò che è vita, a ciò che è Donna?
“Mi sono interrogata sulla storia di quelle madri che hanno messo i loro figli in salvo coi corridoi umanitari e poi sono tornata indietro a combattere e a morire.
Mi sono detta, perché scegli di far probabilmente crescere tuo figlio orfano?
E poi ho capito, perché la Patria è la prima delle madri.
Per questo noi la chiamiamo Madre Patria e se quei bambini non ne avranno più una, beh… saranno comunque orfani e lo saranno tutti, ecco perché sono tornate indietro. E’ questo un Patriota”.
Una definizione toccante degna di trovare radici nel cuore dei Popoli e attuazione nelle loro condotte. Peccato che questo concetto sembri estraneo a un presidente, che mise a repentaglio la vita del suo stesso Popolo.
E già, perché come disse Papa Francesco:
“L’abbaiare della Nato alla porta della Russia, ha portato il capo del Cremlino a scatenare il conflitto. Un’ira che non so dire se sia stata provocata, ma facilitata forse sì”.
Anche e soprattutto la difesa della vita del proprio Popolo è un atto di patriottismo e se sai che non devi stuzzicare il cane che dorme altrimenti divora i tuoi cuccioli, non lo stuzzichi. Anche se il padrone ti incita a farlo, proprio perché il tuo solo e unico padrone sono i cuccioli che hai il dovere di difendere, anche a costo della tua stessa vita. Così fa un Patriota.
Qualcuno dovrebbe prendere esempio proprio dalle madri ucraine e chissà, forse forse, avremmo meno martiri e più figli, più presidenti e meno attori.
Il leader prosegue parlando dell’impatto che potrebbe avere il conflitto Russia-Ucraina
sui nostri equilibri, soprattutto a livello globale, visto che, secondo la Meloni:
se l’Ucraina capitolasse, il vero vincitore non sarebbe tanto la Russia di Putin ma la Cina capital comunista e di conseguenza l’occidente verrebbe fortemente ridimensionato anche con conseguenze economiche importanti e  l’Europa finirebbe probabilmente in posizione di subordinazione alla Cina”.
Concludendo che sono proprio queste le ragioni delle scelte di FdI, mettendo in evidenza con una punta di ironia la frase del premier Draghi, aspettandosi “forse”… delle valutazioni migliori anziché “scegliere tra la pace e un condizionatore acceso”.
E dall’importanza del concetto di libertà, attacca la deriva sinistramente illiberale sui diritti inviolabili dell’uomo avvenuta durante la pandemia.
“Diritti che noi davamo per acquisiti, acquisiti non sono più.”
Denunciando una serie di violazione di diritti Costituzionalmente riconosciuti: dal diritto di voto alla libertà di opinione, costantemente compressa dalle fake news, “che però vengono certificate come tali da agenzie pagate dal governo e dagli oligarchi della Silicon Valley coi loro algoritmi, che ti permettono di censurare anche rappresentanti eletti dal popolo.”
Denunciando gli attacchi europei al diritto di proprietà privata, nonché la violazione del diritto alla privacy, che considera un “ricordo”.
Denunciando un diritto al lavoro sempre più calpestato a suon di green pass.
Denunciando l’aver privato i giovani del loro sacrosanto diritto all’educazione.
Denunciando il venir meno del diritto allo sport e alla socializzazione, impedito infatti a ragazzini di 12 anni, “privati di attività, che sicuramente hanno un beneficio nel loro sviluppo, se non hanno un vaccino sulla cui efficacia per quella fascia di età, la comunità scientifica non è ancora”.
Denunciando l’oltraggio pandemico fatto altresì al diritto di manifestare, in quanto “garantito o negato sulla base di chi manifestava”.
“Pare che il Covid preferisse  aggirarsi nelle manifestazioni contro il governo e che invece si tenesse alla larga da quelle della sinistra, del resto… Come dargli torto? “
Ironia tanto mordace quanto amara…
Ed ecco che, dopo aver elencato i diritti violati, sbugiarda ancor di più la malagestione pandemica con una semplice domanda e altrettanto semplici risposte su come affrontare l’emergenza Covid:
“La domanda che sto facendo è: “era necessario arrivare a questo?”
“O piuttosto il Covid è stato considerato anche una, diciamo, occasione per costringere le persone a piegarsi a scelte altrimenti inaccettabili e come sempre mi assumo la responsabilità di quello che dico. Perché noi abbiamo dimostrato che si poteva fare diversamente e non ci sono scuse che tengano.”
Ad esempio:” Tenere le scuole aperte, dotando le classi di ventilazione meccanica controllata che abbatte il rischio di conteggio dell’82,5%” e  forse anche in altri luoghi e posti, perno dell’economia del paese.
Portare avanti la campagna vaccinale “con un’ informazione seria, puntuale, non con la coercizione. Puntando sulla responsabilità, no sulla paura, come hanno fatto molte nazioni che hanno dati di vaccinazione migliori dei nostri e che, magari, hanno più rispetto dei cittadini a cui si rivolgono.”
“Concentrare la ricerca italiana su una cura al Covid. Studiare terapie domiciliari sensate invece di criminalizzare chiunque tentasse di dare una mano” e qui inevitabilmente ma soprattutto doverosamente, subentra il ricordo del dottor Giuseppe De Donno, “una brava persona che il cinismo del mainstream ha condotto alla morte”.
Denunciando sulla base di ciò che:
La libertà del Popolo italiano e l’esistenza stessa di migliaia di aziende italiane “non sono stati sacrificati all’evidenza scientifica, sono stati sacrificati a una classe politica, che ha pensato che a un virus cinese si dovesse rispondere con un modello cinese di società”.
Puntando il dito:
Dalla mascherina alle guerre Covid, dalla repressione del dissenso alle apparizioni del sabato sera di un Giuseppe Conte che a reti unificate” ti comunica quali siano i tuoi diritti”.
“Ritorno al reale significa anche che non accetteremo più provvedimenti insensati. “È ora di dire “basta” all’emergenza eterna. ”
“Se la politica chiede che i cittadini siano responsabili, deve prima dimostrare di essere responsabile, perché alla fine la forma più efficace di educazione è l’esempio”.
Accusando una classe dirigente “asserragliata nel palazzo per non dover guardare quello che c’è fuori e affrontarlo… , dei loro governi che pretendono molto e non danno niente”
E poi la difesa contro gli attacchi del loro essere “antieuropeisti” mentre “è l’esatto contrario”.
“Noi rivolgiamo le critiche, perché questa Ue ha mortificato l’ ideale d’ Europa e ha ridotto la civiltà che è stata faro nel mondo a un semplice lumicino e non è che lo dico io, lo dice la storia.”
E poi il duro attacco all’ Europa.
“Un’ Europa senza una politica estera, senza una difesa, quasi totalmente dipendente sul piano energetico e delle materie prime, con catene di approvvigionamento troppo lunghe e in parte delocalizzate, impreparata alla gestione della crisi umanitaria, incapace di svolgere qualsiasi azione diplomatica. ”
Concludendo con lo sbugiardamento delle priorità della stessa, che il leader definisce”lunari”, come l’ inclusione gender, la biografia di Greta Tandberg e di “come cancellare il Natale per non offendere gli islamici.”
A prescindere dall’iperuranio politicamente corretto in cui versa l’Europa, per il leader, la stessa non avrebbe saputo comunque affrontare l’ attuale conflitto visto che “nessuna delle nazioni europee, rispetta l’ impegno preso con la Nato, ossia di investire il 2%del suo PIL in difesa, il che significa, banalmente, che l’ Europa ha deciso di farsi difendere dagli Stati Uniti”.
Una difesa che però ha un prezzo, ecco perché a detta del leader ,è la stessa Europa a essere responsabile della cosiddetta “insorgenza americana” ed ecco perché sempre secondo la Meloni, vi è “la necessità che la Nato sia dotata di due colonne: una americana e una europea. Pari dignità, pari ruolo e per questo, FdI nel suo programma prevede l’ aumento delle spese militari, perché “quello che spendiamo in difesa è il prezzo della nostra libertà”.
Considerando infatti  “la deterrenza della forza militare la più efficace delle diplomazie”, con lo scopo di essere alleati e non sudditi.
Pretendendo però lealtà da parte degli stessi alleati, chiedendo,di conseguenza, un fondo di compensazione per le nazioni che saranno più colpite dalle sanzioni, un fondo al quale dovrà partecipare l’ intero occidente, visto che le sanzioni avranno sì un impatto minimo sugli americani ma saranno “devastanti per l’Italia”ed è quindi giusto distribuire “oneri e onori perché non faremo i muli da soma dell occidente.”
Per la Meloni, l’ Europa non avrebbe potuto neanche far fronte all’emergenza umanitaria in corso e ciò a causa della” menzogna emigrazionista”,
“che definisce profughi centinaia di migliaia di immigrati clandestini che sbarcano sulle nostre coste e nulla hanno a che vedere con la guerra, ritrovandosi con donne e bambini che realmente scappano dal conflitto armato e che, a causa di questo business spacciato per accoglienza, rischiano di non ricevere la solidarietà che gli spetta.
Per il leader di FdI, il solo modo per far rinsavire l’Europa sono: “l’ indipendenza, l’autosufficienza economica e produttiva anche solo come strategia di riserva non eludibile.”
Sottolineando infatti, il paradosso in cui attualmente versa un’Europa nata proprio per cooperare sul tema delle energie e delle materie prime. La Comunità Economica del Carbone e dell’Acciaio, oggi così vulnerabile proprio sul piano dell’ energia e delle materie prime. Un’ Europa che oggi, dipende dall’ Asia in produzioni strategiche
“E allora la grande sfida per il futuro è tornare padroni del nostro destino. Però per farlo noi dobbiamo avere il coraggio di ripensare il nostro modello produttivo e ridisegnare completamente le nostre priorità”
Come “difendere la natura con l’uomo dentro, mettendo insieme la sostenibilità ambientale con la sostenibilità economica
“Sbloccare l’estrazione di gas nei nostri mari, facciamo a gara su dove prendere il gas mentre lo “avremmo” in Italia”.
Per la Meloni, la Nazione deve avere un cambio di rotta che consiste in due punti:
1 sbloccare una Nazione
2 avere una visione.
Per sbloccare una Nazione serve:
-una giustizia veloce ed efficiente,
-una burocrazia che semplifichi la vita del cittadino del quale è servitrice e non padrona
-una classe dirigente che venga costantemente valutata.
-fisco equo, “comincerei dalle tasse sul lavoro e non è un caso che FdI abbia messo a punto quella proposta, che riassunta in 4 parole dice “più assumi meno paghi”, ossia: “Più è alta l’ incidenza della manodopera in rapporto al fatturato e meno tasse paghi”.
– investire sulla formazione dei giovani con da un lato: la proposta di un liceo del made in Italy. Visto che il settore del made in non trova manodopera specializzata e contestualmente si hanno milioni di giovani disoccupati.
E dall’altro:  garantire il merito nella scuola italiana puntando il dito contro la scuola del 68.
“Il merito è la benzina di ogni società.”
– il presidenzialismo
E una volta precostituite le condizioni, le priorità strategiche “sono quelle che rendono l’ Italia unica,  inimitabile, che la mettono al riparo dalla standardizzazione della competizione globale, quelle che sono date dalla sua posizione, dalla sua storia, dalla suo genio” e cioè:
il marchio.
“Il made in Italy. Quel made in Italy di cui c’è ancora tantissima fame nel mondo.”
Altro aspetto tipico della nostra Nazione è il mare, per questo FdI propone un Ministero del mare.
E poi il pugno duro contro quella che la Meloni definisce “paghetta di stato . Invitando i giovani a pretendere infrastrutture di cittadinanza anziché reddito di cittadinanza.
Il leader insiste sul merito, considerando “menzogna criminale” la cultura marxista, che definisce il merito “nemico dell’ uguaglianza” , mentre per la Meloni  “l’uguaglianza è la madre del merito non il suo becchino”.
Per lei, infatti, l’uguaglianza la si deve garantire nel punto di partenza, il merito lo si deve garantire da lì in poi”.
Gridando contro il principio grillino dell’uno  vale uno”. E  continua contro le discriminazione fatte ai lavoratori autonomi e ai professionisti, “vittime di un pregiudizio ideologico che considera questi lavoratori, diciamo lavoratori di serie b, indegni di qualsiasi tutela, dalla maternità fino a un sistema di ammortizzatori sociali adeguati, passando per un compenso che sia equo ai sacrifici che hai fatto e alla formazione che hai alle spalle.”. Denunciando il totale abbandono che questi hanno avuto durante il periodo pandemico.
Per di più nel suo discorso finale, tenutosi il primo Maggio, ricorda i quasi 200 morti sul lavoro, solo nei primi tre mesi di quest’anno.
“Ora vedete 200 persone sono una catastrofe. Noi non ce ne accorgiamo, perché sono sempre storie singole, ma per capirci nel terremoto di Amatrice sono morte 290 persone.
200 persone in tre mesi non sono qualcosa che si può far finta di non vedere.”
Parole che si sarebbero dovute pronunciare altresì in occasione del concerto del primo maggio, ma forse, i compagni erano troppo intenti a parlare di body positivity.
Il leader di FdI ricorda anche i nonni di Italia: “oggi, destinano, molto spesso, buona parte delle pensioni inadeguate al sostentamento di figli e nipoti” .
Condannando la “teoria dello scarto” per chi non è “produttivo”, riportando  le parole di Papa Francesco.
Per questo motivo, FdI intende detassare le risorse “che questi anziani dedicano al sostentamento dei loro figli e nipoti, perché se i nonni fanno quello che lo Stato Italiano non è capace di fare… beh allora lo Stato deve almeno dire “grazie”.”
Sottolineando ancora una volta, l’importanza della famiglia, considerandola
“la prima pietra della nostra società, il luogo principe della solidarietà, il fulcro di molte nostre aziende, il principale ammortizzatore sociale che abbiamo. È la garanzia della nostra stessa esistenza. Perché senza la famiglia non ci sono figli, senza figli non c’è più niente”
E da qui , il leader affronta un tema molto discusso, quello dell’utero in affitto, che la Meloni considera “una pratica mostruosa”.
“I bambini non si comprano. Non sono prodotti da banco di cui puoi scegliere colori e caratteristiche da scontare durante il Black Friday ,magari da rispedire indietro al mittente se dovessi cambiare idea o se dovessi considerare il prodotto difettoso, no. Eppure, è esattamente quello che accade ogni giorno.”  Non per nulla, a breve, FdI depositera’  in Parlamento la proposta di legge per rendere l’utero in affitto reato perseguibile in Italia, anche se commesso all’estero.
Condannando ancora una volta l’ideologia mondialista, che attacca costantemente la famiglia, come ogni presidio di identità. Perché lo scopo di questa stessa ideologia è quello di privare i popoli e l’essere umano delle sue radici.
Rendendoli così, tutti in consumatori dello stesso prodotto, senza diritti.
Denunciando l’attacco dell’ideologia mondialista contro ciò che la Meloni considera
“l’architrave della famiglia”, ossia le donne in quanto madri. Mettendo in evidenza infatti, ciò che c’è oltre gli slogan politicamente corretti, in cui si può ben notare, che il vero obiettivo dell’ ideologia Gender è proprio la scomparsa della donna in quanto madre. Riportando la  spiegazione di Eugenia Roccella. Mettendo in luce che, “l’ individuo indifferenziato al quale si tende con le teorie Gender, se ci guardate bene, non è così indifferenziato: è maschio. L’uomo oggi può essere tutto. Può essere padre, madre una gamma amplissima, che va dal maschile al femminile e contemporaneamente le parole più censurate dal politicamente corretto sono donna e madre, è l’ identità femminile a essere sotto assedio. Perché? Perché si vuole distrugge la straordinaria forza simbolica della maternità. È nel grembo materno che noi impariamo a essere due. È nel rapporto tra madre e figlio che si fa esperienza della cura dell’ accettazione delle imperfezioni, dell’ amore gratuito, in una parola dell’umanità stessa. Ecco perché quell’ architrave è un problema ed ecco perché, invece, noi difenderemo in questa nuova frontiera dello scontro l’identità di donna e l’identità di madre”
Un discorso di un un’ora e un quarto (questo perchè FdI “non ha” temi) iniziato con lo spirito patriottico e terminato con altrettanto amor di Patria, il che lo si può evincere dalle seguenti parole:
“Una grande Nazione ha bisogno di un Popolo che creda in Lei, che La ami.
Riportando altresì l’orgoglio nell’ aver ridato una casa alla Destra.
“Oggi con orgoglio noi possiamo dire che ci siamo riusciti.”
Ma un patriottismo che, proprio perchè sudato e sofferto, fa sì che si salga sì, ma sempre coi piedi ben radicati a terra:
“Più saliremo e più la nostra responsabilità sarà quella di tener i piedi ben piantati a terra.
Nell altitudine l’ ossigeno è rarefatto, può darti alla testa, può farti smarrire, però per noi non sarà così. Perché la nostra preparazione come quella di ogni alpinista è stata lunga, meditata, sofferta. Allora più saliremo e più porteremo con noi ciò da cui proveniamo. Più saranno i sogni che avremo, più sarà nostra responsabilità ancorarli alla realtà.
Più avanzeremo e più renderemo la mano a chi è rimasto indietro e soprattutto si sappia, che l’ unica ragione per la quale vogliamo arrivare in vetta è che sappiamo che da lì, possiamo guardare più lontano.”
Tre giornate intense di emozioni che sanno di volontà, rivincita e riscatto , ricche di contenuto che confermano quanto detto nel discorso di presentazione della conferenza programmatica di FdI: “Il declino non è un destino, il declino è una scelta”.

Redazione Corriere di Puglia e Lucania 

Corriere Nazionale

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