Principale Politica Emigrazione & Immigrazione Si è dimesso il direttore di Frontex

Si è dimesso il direttore di Frontex

Foto via Philippe Dam/Twitter.

Il direttore di Frontex, Fabrice Leggeri, si è dimesso venerdì scorso a seguito delle varie inchieste che vedevano l’Agenzia accusata di violazioni dei diritti umani dei migranti e di presunte irregolarità finanziarie.

1. Il direttore esecutivo di Frontex, Fabrice Leggeri, si è dimesso

Fabrice Leggeri, il direttore esecutivo dell’agenzia delle frontiere europea Frontex, ha presentato venerdì scorso le proprie dimissioni. Queste arrivano a seguito delle gravissime denunce di violazioni dei diritti umani lungo le frontiere europee e all’indagine dell’OLAF, l’ufficio antifrode dell’Ue, sulle presunte irregolarità nel bilancio dell’Agenzia.

L’operato di Frontex – come spieghiamo in questo articolo – era da mesi sotto la lente degli investigatori, grazie anche alle inchieste giornalistiche di Lighthouse Reports e Der Spiegel, che per primi avevano denunciato i respingimenti illegali – in particolare quelli nel Mar Egeo.

Intanto per molte organizzazioni che si occupano di diritti umani le dimissioni di Leggeri non bastano. L’Ong Mediterranea Saving Humans chiede che si faccia chiarezza sulle responsabilità e gli abusi ai danni delle persone migranti da parte di Frontex. Mentre l’Ong Sea-Watch, con l’aiuto del think tank FragDenStaat, è pronta a portare Frontex di fronte alla Corte Europea di Giustizia per indagare ulteriori violazioni commesse dall’agenzia.

2. In Libia crimini contro l’umanità, la deuncia il tribunale dell’Aja

“Per il procuratore della Corte penale le violenze contro i migranti hanno una nuova e più pesante classificazione”, scrive il giornalista di Avvenire Nello Scavo.

Karim A. A. Khan, procuratore presso la Corte Penale Internazionale, durante l’esposizione su una nuova strategia di indagine sui crimini in Libia, di fronte al Consiglio di Sicurezza Onu, ha affermato che “gli abusi contro i migranti possono essere qualificati come crimini di guerra e crimini contro l’umanità” e che “l’Ufficio ha ricevuto una vasta gamma di informazioni credibili che indicano che i migranti e i rifugiati in Libia sono stati sottoposti a detenzione arbitraria, uccisioni illegali, sparizioni forzate, tortura, violenza sessuale e di genere, rapimento per riscatto, estorsione e lavoro forzato”.

Khan conclude sostenendo che “L’impunità quando è commessa non può essere lasciata in piedi. Ecco perché abbiamo una Corte penale internazionale ed è per questo che cerchiamo di arrivare alla verità per rivendicare i diritti che dovremmo tutti […] tenere cari”.

3. 70mila ucraini hanno chiesto asilo in Italia

Secondo le Nazioni Unite, entro la fine dell’anno fino a 8,3 milioni di persone potrebbero fuggire dal conflitto in Ucraina. In Italia, secondo gli ultimi dati, 101.204 ucraini hanno attraversato il confine, di questi, sette su dieci hanno chiesto protezione.

Tra chi lo ha fatto, 65.000 hanno chiesto protezione temporanea dell’UE, attivata per la prima volta per i rifugiati dall’Ucraina, mentre una piccola percentuale ha chiesto asilo, protezione speciale o altro. La richiesta di protezione è un passaggio necessario per ottenere una qualche forma di sostegno, dato che la maggior parte dei rifugiati probabilmente non potrà tornare a casa a breve.
La maggior parte degli ucraini è stata accolta da parenti e conoscenti, contando su una mobilitazione eccezionale. Altri sono stati ospitati da ONG e 10.000 sono stati inseriti nei Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS) o nel Sistema di Accoglienza e Integrazione (SAI) italiano.

4. La Commissione Europea pianifica di facilitare la migrazione legale

La Commissione europea ha proposto un nuovo pacchetto di misure per rafforzare l’approccio dell’Unione alla migrazione legale, dopo che circa 5 milioni di rifugiati ucraini sono entrati nell’UE.

L’obiettivo non è solo fornire percorsi legali più semplici per i migranti e ridurre l’immigrazione illegale, ma anche affrontare la carenza di manodopera, soprattutto in settori come l’assistenza sanitaria. Per quanto riguarda gli ucraini che sono entrati nell’Ue, e ai quali sono stati temporaneamente concessi pieni diritti, la proposta della Commissione include un progetto pilota solo per loro.

“Mentre la Commissione ritiene che sia il momento giusto per “cogliere la palla al balzo”, per esempio semplificando le procedure per ottenere permessi di lavoro, non è detto che i governi la pensino allo stesso modo. Già oggi i paesi Ue sono reticenti a sborsare i soldi necessari all’accoglienza dei profughi ucraini” ha commentato l’ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale).

5. Le drammatiche conseguenze della riforma dell’immigrazione del Regno Unito

La Camera dei Lord ha approvato il controverso disegno di legge sull’asilo dopo aver respinto un emendamento dell’ultimo minuto che tentava di riformularlo.

I migranti privi di documenti riceveranno solo lo status di protezione temporanea senza il diritto di potersi stabilire nel Paese, indipendentemente dal motivo per cui sono venuti nel Regno Unito. Ciò significa anche che il loro status sarà rivalutato a intervalli regolari: si tratta di un metodo che, nell’ottica del governo del Regno Unito, punta ad espellere quante più persone possibile e il più rapidamente possibile.

Tim Naor Hilton, direttore di Refugee Action, ha affermato che “le nuove leggi estreme e feroci” danno al governo “il via libera per trattare i rifugiati con sempre maggiore ostilità”. “Dobbiamo stare al fianco delle persone in fuga da guerre e persecuzioni e continuare a contrastare con le unghie e con i denti tutti i tentativi di bullizzare le famiglie e gli individui che vogliono semplicemente vivere la propria vita in sicurezza”.

6. Sono tremila i migranti morti in mare nel viaggio verso l’Europa nel 2021

Oltre 3mila migranti sono morti l’anno scorso in mare mentre tentavano di raggiungere l’Europa, sono il doppio rispetto al numero di persone morte registrate nel 2020.

Una cifra mostruosa, indicata dall’Unhcr, che attraverso il suo portavoce di Ginevra, Shabia Mantoo, ha spiegato come “su questo totale, 1.924 persone sono state dichiarate morte o sparite nelle rotte del Mediterraneo centrale e occidentale, mentre altri 1.153 sono morti o ritenuti scomparsi sulla rotta marittima dell’Africa del Nord-Ovest verso le isole Canarie”.

“Da gennaio ad oggi – spiega invece Giacomo Andreoli su Fanpage – il bilancio del 2022 conta già 475 persone scomparse. Questi numeri, poi, non tengono conto delle persone sparite attraversando il deserto del Sahara, nei centri di detenzione o durante la prigionia nelle mani di contrabbandieri o trafficanti. Secondo Mantoo, se si conoscessero i dati su queste persone il conto di morti e dispersi salirebbe drasticamente”.

Il team di Open Migration

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