Principale Rubriche Libri & Letture consigliate Mirco Goldoni si racconta… Ilaria Solazzo intervista lo scrittore Mirco Goldoni

Mirco Goldoni si racconta… Ilaria Solazzo intervista lo scrittore Mirco Goldoni

Ha sempre avuto un taglio originale, graffiante e profondo lo scrittore settentrionale Mirco Goldoni. L’occasione per conoscerlo meglio ci viene offerta da questa piacevole chiacchierata, grazia alla quale, iniziamo con gioia il mese di Maggio.

ILARIA: Ciao Mirco, benvenuto su questa prestigiosa testata giornalistica online. Ti va di presentarti ai nostri lettori?

MIRCO: Ciao Ilaria, grazie, molto volentieri. Mi chiamo Mirco Goldoni, sono nato a Bologna nel 1965. Sono un ingegnere informatico, padre, marito, assiduo lettore di fantascienza, volontario di Protezione Civile e batterista dilettante. Nel 2020 ho pubblicato il mio primo romanzo ‘Progetto Mnemosyne’. E da poco ho pubblicato il mio secondo libro.

ILARIA: Sappiamo, tramite i tuoi social, che coltivi molti interessi, parlaci di più del tuo ultimo, la scrittura.

MIRCO: È una passione che ho scoperto quasi per caso, alcuni anni fa. Sentivo dentro di me il bisogno di dire qualcosa ‘a modo mio’. I romanzi e i racconti fantascientifici mi hanno affascinato sin da adolescente ma ormai volevo anch’io dire la mia. Mi sono avvicinato alla scrittura con alcuni brevi racconti poi, nel 2020 sono riuscito a pubblicare il mio primo romanzo ed è stata un’immensa gioia.

 

ILARIA: Gioia che quest’anno è continuata, giusto?

MIRCO: Sì, con ‘Progetto Dedalo’ l’ultimo nato, diretta e logica conseguenza del primo.

ILARIA: Quanto c’è di Mirco nei tuoi due libri?

MIRCO: Molto. Aldilà della storia, che è solo un pretesto, nei due progetti editoriali ho trasferito conoscenze professionali informatiche ed ho attinto anche dalle esperienze che acquisisci nel volontariato. Osservare gli sguardi di chi stai aiutando ti dona tanto, se osservi attentamente nei loro occhi vedi e senti storie inimmaginabili. Occorre solo catturarle e trasmetterle.

ILARIA: E la batteria? Anche lei ha contribuito?

MIRCO: Mi piace pensare di sì, mi ha insegnato il ritmo, gli assoli, i cambi di intensità. Sono tutti aspetti fondamentali anche nella scrittura.

ILARIA: “Progetto Mnemosyne” e “Progetto Dedalo”… già dalle copertine si intuisce che il cervello svolge un ruolo importante. Vero?

MIRCO: Assolutamente sì. Mnemosyne era la dea greca della memoria ed è attorno ai ricordi che si svolgono i fatti. O meglio, su quanto essi siano importanti per ciascuno di noi. Il professor Denver, del MIT di Boston, riesce a costruire un elaboratore in grado di leggere i ricordi delle persone. Frank Torricelli, il suo allievo più promettente, viene coinvolto profondamente finché lui stesso capisce che i ricordi che raggiunge stanno sostituendosi ai propri, creandogli crisi d’identità. Il professore intuisce il disagio del ragazzo e, navigando nei suoi ricordi, si trova ad andare fino in Africa per trovare e riportare indietro un ricordo che il ragazzo aveva voluto, o dovuto, cancellare.

ILARIA: E da qui nasce ‘Progetto Dedalo’?

MIRCO: Esattamente. I protagonisti capiscono che non è sufficiente navigare i ricordi per comprenderli, perché non li hai vissuti. I ricordi sono fotografie in bianco e nero che ti danno solo un’immagine parziale dell’evento; mancano i profumi, i suoni, le emozioni che li attorniavano. È necessario quindi andare a ritroso in quel labirinto, quel dedalo appunto, per comprenderli appieno.

ILARIA: “Progetto Dedalo” quindi è legato al tuo precedente lavoro?

MIRCO: Sì. Sicuramente leggerlo dopo aver letto ‘Progetto Mnemosyne’ permette di assaporare alcuni legami logici che altrimenti passerebbero inosservati ma è comunque un libro autoconclusivo, non è una seconda puntata anche se si svolge nello stesso ambiente coinvolgendo gli stessi personaggi.

ILARIA: I tuoi romanzi rivelano anche uno studio approfondito di aspetti neurologici, fisici e addirittura quantistici. O sbaglio?

MIRCO: Mi piace dare al contesto fantascientifico un alone di realismo. Fantascienza non vuol dire che puoi scrivere qualunque cosa, vuol dire vestire attorno al patto narrativo che decidi di stipulare con il lettore un abito elegante, realistico e che possa incuriosire.

ILARIA: La lettura dei ricordi altrui quindi è fattibile?

MIRCO: Semplicemente chiedendosi dove essi risiedano. Diamo per scontato che risiedano nel cervello ma se così non fosse? Se il cervello fosse solo lo strumento per raggiungerli?

ILARIA: Alludi ad una memoria esterna, condivisa?

MIRCO: Perché no? Potrebbe rispondere a situazioni quali i deja-vu, i sogni, l’empatia. Attorno a questi aspetti ruotano i miei due romanzi, il tutto condito da azione e dialoghi incalzanti.

ILARIA: Possiamo affermare che il tuo libro suona il Rock?
MIRCO: Diciamo una ballade. Un Rock profondo ma lento, che sussurra pur volendo urlare verità e storie avvincenti. O almeno, questo è il mio intento.

ILARIA: I tuoi lavori come li divulghi?

MIRCO: Qui nascono le note dolenti. I social sono uno strumento potente ma solo per chi sa usarli. Faccio di tutto ma in un mondo pieno di urla chi sussurra non riesce a emergere facilmente. Chissà, forse col tempo potrà essere notato… Per ora mi diverto a scrivere e assaporare la gioia che mi dà. Se leggere libri è un continuo viaggio, scriverli è anche disegnarne il tragitto.

ILARIA: I lettori dove possono trovare i tuoi romanzi?

MIRCO: Sul mio blog www.mircogoldoniautore.it sono pubblicati alcuni miei racconti brevi e drabble, che sono racconti di esattamente cento parole.
I miei due romanzi, ‘Progetto Mnemosyne’ e Progetto Dedalo’ sono prenotabili presso qualunque libreria, sui principali store online e sul sito dell’editore Mosaico Edizioni.
Chi volesse inviarmi le sue impressioni, che sono sempre ben accette, può scrivermi a mircogoldoniautore@gmail.com.
Sono infine presente su Facebook con la pagina Mirco Goldoni Autore e su Instagram con il profilo Mirco Goldoni.

ILARIA: Qual è il messaggio che vorresti trasmettere con le tue opere?

MIRCO: Osserviamo. Cerchiamo le risposte, quelle vere, profonde, non solo quelle preconfezionate e pronte all’uso. Mettiamo in dubbio e cerchiamo di osservare anche da punti di vista diversi dal nostro. Parliamo sottovoce e ascoltiamo maggiormente.
Assaporiamo il piacere di leggere un bel libro, se è uno dei miei ancora meglio.

ILARIA: Grazie Mirco per questa intervista, è stato un piacere conoscere ‘l’uomo che sussurrava ai libri’

MIRCO: (ride) Grazie Ilaria, grazie per questa piacevole opportunità che mi hai dato.

2022 © RIPRODUZIONE RISERVATA

Questa intervista è stata rilasciata telefonicamente dallo scrittore Mirco Goldoni alla giornalista pubblicista Ilaria Solazzo. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633).

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