Principale Ambiente, Natura & Salute Energia nucleare? no, meglio energia dai rifiuti!

Energia nucleare? no, meglio energia dai rifiuti!

by Roberto Rovaris

In Italia ogni cittadino produce circa 500 Kg di rifiuti ogni anno di media. Considerando una parte di raccolta differenziata, restano a disposizione circa 300 Kg/anno, pertanto avremo 0,3 Ton x 50.000.000 di abitanti, quindi combustibile annuo di 15 milioni di Ton.

Consideriamo di realizzare un impianto di gassificazione rifiuti (Cogeneratore EIS) ogni 10.000 abitanti, cioè di media un piccolo paese o un quartiere di città, avremo in totale 50.000.000: 10.000 = 5.000 impianti.

Ogni impianto per 10.000 abitanti smaltirebbe 0,3 Ton/anno = 3.000 T/anno cioè 3.000 : 8.000 ore di funzionamento annuo = 0,375 T/h = 375 Kg/ora, cui corrisponde una produzione di energia elettrica del gassificatore/cogeneratore pari a 250 KWh x 5.000 impianti = 1.250.000 Kwh = 1.250 Mw di potenza pari alla produzione di una centrale nucleare di medie dimensioni.

IMPATTO ECONOMICO:

1- CENTRALE NUCLEARE costa circa 4 miliardi di €, semplifichiamo considerando i costi di esercizio pagati, ad esclusione dell’ ammortamento da pagarsi con ricavi di 0,10 €/Kwh x 1.250.000 Kwh =

125.000 ore: 8.000 ore/anno= 15 anni circa. In tal caso il prezzo dell’energia prodotta senza alcuna tassa governativa sarebbe di almeno 11/12 centesimi per Kwh, ben oltre l’attuale costo della sola energia elettrica.

2 – IMPIANTO DI GASSIFICAZIONE da 250 Kwh di energia elettrica resa ( ed altri 250 Kwh di energia termica disponibile per vari usi, riscaldamento, ecc. per ora non considerata) costa circa 1,5 milioni di

€/cad con l’ ammortamento non oltre i 4 anni ( intatti in questo caso abbiamo due ricavi, la produzione di energia elettrica 0,10 €/Kwh + il conferimento 150 €/Ton). B.P. dimostrabile!

IL PUNTO DI ECOITALIASOLIDALE

Dobbiamo   lanciare   una   sfida   perché   si   affronti   la   questione   della   salvaguardia    e valorizzazione dell’ambiente e del clima terrestre, che rappresenta uno dei temi centrali per una migliore qualità della vita nelle città.

Occorre quindi intervenire con urgenza e con la massima professionalità in tema di smaltimento dei rifiuti solidi urbani e speciali usufruendo delle più moderne tecnologie oggi disponibili.

Esistono infatti impianti basati sulla inedita tecnologia della sublimazione organica o gassificazione a bassa temperatura e a trascurabile impatto ambientale, senza le mastodontiche dimensioni e le ciminiere dei nuovi e vecchi Termovalorizzatori/inceneritori, tali impianti presentano dimensioni ridotte molto simili a normali capannoni industriali e hanno una produzione finale di energia termica ed elettrica ad alto rendimento.

Varie Associazioni, compresa Ecoitaliasolidale, hanno inviato delle proposte al Ministero della Transizione Ecologica per informare e sensibilizzare politici e opinione pubblica dell’assoluta sicurezza di questi nuovi impianti che presentano anche una totale assenza di diossina nei fumi che derivano dal ciclo produttivo.

Il RIFIUTO E’ UNA RISORSA, il sito che ospiterà l’impianto dovrà godere, oltre che della certificata salvaguardia della salute pubblica, anche dei vantaggi e benefici fiscali, quindi meno tasse sui rifiuti e benefici sul consumo elettrico.

Occorrerà mobilitare le Regioni, nonché Province e comuni che grazie a tale nuova tecnologia e sfruttando contemporaneamente la risorsa dei rifiuti, dell’energia solare e delle biomasse vegetali e animali potranno arrivare ad una autonomia dell’energia elettrica.

PREMESSE

Lo smaltimento di rifiuti è un problema mondiale difficile da risolvere, parte per volontà, ma principalmente per le difficoltà nel trattare-trasformare materiali disomogenei tra loro per caratteristiche di composizione chimico-fisica (metalli, inerti, organico) di pezzatura, per umidità e potere calorifico. La ricerca ha portato a   sviluppare   la GASSIFICAZIONE A   BASSA TEMPERATURA come   tecnologia per il trattamento performante nel trattamento e recupero energetico da rifiuti, non sottovalutando l’ecocompatibilità, la convenienza economica, la reale applicazione al settore in scala industriale.

SCOPO

Lo scopo dell’iniziativa è, come detto in premessa, completare la filiera dei rifiuti con tecnologie innovative nel pieno rispetto dell’ambiente considerando il rifiuto una risorsa e non un problema con un risvolto economico importante.

La proposta di questa tipologia di impianti ha riscontrato notevole interesse da parte di pubblici amministratori e di imprenditori privati.

Proprio perché è una tecnologia nuova non è facile far comprendere che il principio è totalmente sicuro per la salute e l’ambiente in quanto non esiste combustione ma semplicemente una trasformazione di un solido in gas che sarà il nostro combustibile, assimilabile al metano, ma ottenuto da FONTE RINNOVABILE.

Inoltre questa tipologia di impianto non è da ritenersi un INCENERITORE ma piuttosto un COGENERATORE, ed è in corso una richiesta normativa a tale proposito, con tutti i vantaggi normativi che ne deriverebbero.

Per questo motivo riteniamo che la possibilità di avere inizialmente piccoli impianti dimostrativi in Italia che permetta di fare dimostrazioni di efficienza produttiva e di sicurezza delle emissioni renderebbero i tanti potenziali clienti sicuri della scelta.

Oltretutto questi impianti hanno un impatto ambientale minimo come ingombro (le dimensioni a parità di produzione sono molto inferiori) e cosa non trascurabile eliminano la necessità di nuove discariche in quanto i materiali inerti vengono recuperati come materie prime seconde e le ceneri, che sono calcinate, possono essere utilizzate nella cementerie chiudendo così una filiere totalmente virtuosa.

Dal punto di vista economico finanziario è un investimento altamente redditizio in quanto non vi è nessun’altra attività industriale che riceve un compenso dalla fornitura della materia prima e quindi introita denaro prima di iniziare a produrre.

Il vantaggio che si ottiene deriva dal fatto che questi impianti permettono la trigenerazione

(energia elettrica, teleriscaldamento, raffreddamento) e quindi un ritorno del capitale investito in circa 4- 5 anni.

fonte: ecosolidale

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