By Giovanni Mercadante
La località dove opera la missionaria Anna Matera, originaria di Gravina in Puglia (Bari), si chiama Harmeze, a circa 5 chilometri da Auschwitz (in polacco: Oswiecim) luogo tristemente noto come campo di concentramento dei tedeschi durante la seconda guerra mondiale.
Mentre il campo di sterminio di Birkenau fu il secondo campo distante 3 chilometri che formava i tre complessi concentrazionari situati nella stessa area geografica (Auschwitz I – Auschwitz II – Birkenau).
Per individuare il territorio di cui stiamo parlando, diciamo che Cracovia, capoluogo del Voivado della Piccola Polonia, dista circa 57 chilometri.
La “mission” è la Casa della spiritualità e accoglienza che fa parte del Centro San Massimiliano, animato dai Frati Minori Conventuali e dalle Missionarie dell’Immacolata Padre Kolbe, sorto per tenere viva la memoria della Shoah e la testimonianza di San Massimiliano, martire della carità.
La missionaria Anna Matera impegnata nella didattica
La missionaria Anna Matera, 74 anni, la più anziana del Centro di accoglienza, intervistata telefonicamente grazie al mio gancio Enza Parisi, sua parente, ha tenuto subito a precisare che purtroppo la situazione, per i rifugiati che giungono al confine, è grave. Il loro centro è diviso in due strutture che possono ospitare massimo 50 persone per unità.
Le missionarie nella loro struttura sono solo quattro, più personale laico, cioè due cuoche e diversi volontari. Lei è la direttrice.
Molti polacchi portano viveri e aiuti d’ogni genere. Frattanto, il governo polacco ha assicurato degli aiuti, ma al momento non hanno ricevuto nulla. Tuttavia, fa osservare la missionaria Anna Matera, i polacchi si stanno dimostrando generosi consegnandoci materiali sanitari e molti viveri. Dall’Italia, grazie alle amicizie che ho rinnovato con la mia terra, mi stanno facendo recapitare molti prodotti a lunga conservazione. Un sostegno sostanzioso lo stanno dimostrando i miei compaesani, nonostante i quasi cinquant’anni di lontananza da Gravina in Puglia. Sono stata in Argentina per circa 10 anni; poi sono rientrata a Sasso Marconi (Bologna), sede centrale del nostro istituto “Missionari dell’Immacolata Padre Massimiliamo Kolbe”; sono stata per la prima volta in Polonia per 15 anni; rientrata in sede per un breve soggiorno, sono ripartita una seconda volta per la Polonia dove attualmente mi trovo da molti anni. Del nostro istituto fanno parte anche delle altamurane, mie amiche, di cui mi permetto segnalare i nomi: Tiziana Disabato che vive a Roma; Maria Gesualdo, ex insegnante; Tina Rifino.
La nostra missione ci consente di operare sia da sole che in gruppo.
Fino ad alcuni mesi fa, prima del conflitto russo-ucraino, la loro Casa dell’accoglienza ospitava gruppi di pellegrini per esercizi spirituali; oppure li accompagnava alla casa di San Massimiliano Kolbe, o alla casa di Papa Woytila, al santuario di Cracovia, come pure ai vicini Lager della memoria di Auschwitz e Birkenau.
Mi piacerebbe – conclude la missionaria Anna Matera – che attraverso il vostro giornale CORRIERE PL.IT la comunità murgiana possa farci recapitare prodotti a lunga scadenza. Ne abbiamo tanto bisogno, soprattutto per bambini in fase di allattamento e in via di sviluppo; di madri incinte, di anziani. L’Arciv. Mons. Giovanni Ricchiuti della diocesi di Altamura-Gravina in Puglia-Acquaviva delle Fonti -Santeramo in Colle e Spinazzola, mi conosce.
Ci possono contattare sul nostro sito ad Harmeze/Polonia oppure via email
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Scheda di presentazione.
L’Ente è un Istituto secolare di diritto pontificio costituito da missionarie (laiche consacrate) e volontari (laici o sacerdoti aggregati). E’ stato fondato nel 1954 in Italia, a Bologna, dal francescano conventuale padre Luigi Faccenda con l’obiettivo di essere nella chiesa e nella società una presenza mariana e missionaria. Si basa sull’esperienza spirituale di San Massimiliano Kolbe, martire ad Auschwitz.
Le missionarie vivono il dono della consacrazione a Dio in uno stile di vita che incarna i valori evangelici negli ambienti in cui sono inserite. Alcune di loro vivono nella propria famiglia o da sole, altre invece in gruppi di vita fraterna nelle Case dell’Immacolata. In entrambi i casi possono svolgere un lavoro professionale oppure dedicarsi a tempo pieno all’apostolato dell’istituto. Professano pubblicamente e per sempre i voti di castità, povertà e obbedienza dopo un tempo di preparazione adeguata.