Principale Politica Invettiva contro la guerra, settembre 1914

Invettiva contro la guerra, settembre 1914

“Ad esecrare la guerra, a condannarla basterebbe pensare che essa rappresenta un enorme violazione della libertà e dell’autonomia umana. L’individuo con la sua personalità fisica intellettiva, morale, scompare; è soppresso; anche se non ha tendenza all’assassinio dovrà uccidere o farsi uccidere per la gloria dello Stato, gloria che gronda lacrime e sangue.
La guerra non sopprime solo i Partiti: annienta gli individui.

Lo stato si “appropria” gli individui, come “requisisce” i quadrupedi. L’uomo cessa di essere, di sentire, di pensare. Chi esiste, pensa, sente per lui, è lo Stato. Lo Stato non chiede al popolo se voglia o no la guerra. È lo Stato che la vuole e basta. Il proletariato perde la sua autonomia di classe ogni residuo di libertà, perché perde il diritto di scelta. In tempo di pace, può non farsi sfruttare o cangiar padrone; in tempo di guerra, no. Non per niente lo Stato diventa… stato d’assedio.”
Guerra, rivoluzione e socialismo. Avanti! – 13 settembre 1914 –

Benito Mussolini
(Brano tratto da IL PENSIERO POLITICO DI MUSSOLINI a cura e con presentazione di Massimo di Massimo, XX SECOLO EDIZIONI INTERNAZIONALI.)

Credo che il discorso sopra riportato meriti una discussione approfondita: sul contenuto; sulla persona che lo ha pronunciato; sulla storia dell’Italia, dell’Europa e del mondo a partire dal 1914 ai nostri giorni.

Giorgio Pizzol

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