La paura che ti fa odiare la guerra
Letti uno accanto all’altro nel retrobottega del negozio di Iride, la vinaia. La famiglia era numerosa, ma i letti non dovevano essere più di cinque, giacché i più piccoli dormivano in due in un letto, come a casa. Ci fu il periodo delle bombe e il periodo delle cannonate a Carrara.
A dormire giù da Iride andammo nel periodo delle cannonate. Vedendo donne e bambini a Kiev, nei locali delle cantine e nei sotterranei, ho rivisto quei letti in quel locale spoglio, vastissimo ai miei occhi. La luce fioca. Non ricordo altro. Sicuramente c’era l’odore del vino. E c’era la mia paura.
Non avevo paura che una bomba mi uccidesse, che potesse dilaniarmi le membra, che potesse farmi morire schiacciato sotto le macerie. A queste cose non ci pensavo, avevo paura della guerra perché tutti avevano paura della guerra, perché la paura era negli occhi e nelle parole di chi ti stava vicino, dei genitori, dei fratelli maggiori, della gente. La paura era nell’aria, si respirava.
E se la respiri da bambino la paura della guerra, te la porti dentro per sempre, e non puoi non odiare la guerra.
Renato Pierri