Principale Attualità & Cronaca Taranto, pochi soldi per i beni culturali

Taranto, pochi soldi per i beni culturali

Taranto, pochi soldi per i beni culturali

Secondo uno studio di Openpolis, solo 11,42 euro di spesa per abitante.

Secondo uno studio di Openpolis, osservatorio indipendente che si occupa di accesso ai dati pubblici, su quanto spendono i Comuni per la valorizzazione dei beni culturali, nella sezione dedicata alla provincia di Taranto, il capoluogo è soltanto 8° con 11,42 euro di spesa per abitante. In classifica è preceduto nell’ordine, dal primo posto al settimo dai comuni di Maruggio, Laterza, Castellaneta, Massafra, Crispiano, Grottaglie e Carosino.

Ciò dimostra che nei bilanci comunali del 2020 di Taranto, nonostante il grande patrimonio disponibile, è stata destinata una quota piuttosto risibile alla tutela del proprio patrimonio artistico e culturale.

In rapporto ai dati registrati dalle altre province pugliesi Taranto è addirittura al penultimo posto (all’ultimo Brindisi con 8,52 euro di spesa per abitante), preceduta da Foggia (30,06 euro), Lecce (28,38 euro) e Bari (20,06 euro pro capite).

La media nazionale si aggira intorno ai 28 euro con città estremamente virtuose come Trieste e Firenze che destinano 100 euro ad abitante per la cultura.

Occorre precisare che tra le uscite delle amministrazioni locali, è stata presa in considerazione la voce interamente dedicata alla tutela e alla valorizzazione dei beni (interventi legati alla ristrutturazione e alla tutela dei luoghi di interesse storico, spese legate alla ricerca e divulgazione culturale, contributi per la manutenzione di biblioteche, musei e teatri e delle attività culturali (loro regolamentazione nonché gestione biblioteche comunali).

In generale l’analisi di Openpolis mira ad esaminare le somme che gli Enti incassano e spendono per comprendere come vengono impiegate le risorse provenienti, per esempio, dalla contribuzione fiscale dei cittadini. Lo scopo è quello di analizzare dove e come vengono reinvestiti i fondi.

*metodo di analisi: consultazione della piattaforma online sui bilanci comunali. Ogni anno i comuni inviano i propri bilanci alla Ragioneria Generale dello Stato, che mette a disposizione i dati nella Banca dati amministrazioni pubbliche (Bdap). Attraverso openbilanci svolgiamo un’attività di monitoraggio civico dei dati, con l’obiettivo di verificare anche il lavoro di redazione dei bilanci da parte delle amministrazioni. Lo scopo è aumentare la conoscenza sulla gestione delle risorse pubbliche.  I dati mostrano la spesa per cassa legata alla tutela dei beni culturali. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa.

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