Principale Politica Diritti & Lavoro Autotrasporti: intesa ok, ma stato di agitazione

Autotrasporti: intesa ok, ma stato di agitazione

Autotrasporti: intesa ok, ma stato di agitazione

Confartigianato trasporti: ”Prima vogliamo risultati concreti dal Governo”.

Nelle scorse ore il Presidente nazionale di Confartigianato Trasporti e UNATRAS, Amedeo Genedani, ha discusso con il vice-ministro Bellanova i testi delle norme che dovrebbero essere inserite nel provvedimento urgente che varerà il Cdm.

Sono stati chiesti provvedimenti emergenziali ad hoc per l’autotrasporto, con un adeguato aumento dell’attuale rimborso sulle accise e delle norme di settore necessarie al corretto riequilibrio delle condizioni di mercato delle imprese del settore, oltre ad una misura aggiuntiva per ristorare le imprese dai costi esorbitanti del caro-energia.

“In questi giorni, stiamo chiedendo alla politica – dichiara Domenico D’Amico Presidente provinciale di Confartigianato – se abbia realmente una politica in merito alla situazione in cui è piombato l’intero settore dell’autotrasporto a causa dei rincari dei carburanti. Le risposte arrivate sino ad ora dal governo non sono sufficienti, come nel caso dei 15 centesimi di euro al litro di compensazione sul prezzo dei carburanti ipotizzati, che di litri ne utilizzano a migliaia ogni giorno, con aumenti del gasolio che hanno superato di molto 1 euro, si tratterebbe di una goccia nel mare assolutamente insufficiente per andare avanti. Per questo motivo come Confartigianato Trasporti abbiamo chiesto ad UNATRAS di proclamare il fermo dei servizi di autotrasporto a partire dal 4 aprile. Una soluzione che, responsabilmente, ci auguriamo arrivi come extrema ratio e che non si verifichi, perché significherebbe aver ricevuto risposte concrete certe da parte delle Istituzioni”.

Il segretario provinciale di Confartigianato, Fabio Paolillo, ha sottolineato che la crisi sta compendo in maniera più dura gli imprenditori che hanno rinnovato il proprio parco mezzi, acquistando veicoli a metano e “oggi si trovano a doverli fermare perchè meno convenienti dei vecchi automezzi a gasolio, che pure sono diventati dei pozzi senza fondo e ingoiano migliaia di euro. Per rifornire un serbatoio di 600 litri di un camion occorrevano, il 21 dicembre 2020, 782 euro, il 21 dicembre 2021 952 euro ed il 13 marzo di quest’anno non bastano 1.320 euro; coloro che hanno veicoli a ecologici a metano compresso nell’ultimo anno si sono visti triplicare il costo del carburante e quelli a metano liquefatto LNG/GNL addirittura quadruplicare i costi del carburante”.

Una situazione davvero drammatica quella descritta da Paolillo che, in attesa di “fatti concreti” annuncia che la categoria resta “in stato di agitazione”, confermando il fermo previsto per il 4 aprile.

Redazione Corriere di Puglia e Lucania 

Corriere Nazionale

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