Principale Arte, Cultura & Società Scienza & Tecnologia I topi sanno come fare per essere puntuali

I topi sanno come fare per essere puntuali

Da uno studio emerge che i roditori sono anche in grado di valutare la precisione con cui avevano svolto il compito richiesto.

© PHOTOSTOCK-ISRAEL

AGI – La capacità di introspezione nell’essere in grado di stimare il tempo necessario ad eseguire un determinato compito, valutare la prestazione e correggersi per migliorare la volta successiva, non è una prerogativa dell’essere umano, ma è stato riscontrato per la prima volta anche nei ratti.

Questi risultati, pubblicati sui Proceedings of the National Academy of Sciences, sono stati ottenuti grazie alla collaborazione tra ricercatori dell’Istituto di Neuroscienze Paris-Saclay (CNRS/Università Paris-Saclay), Neurospin (CEA) e un ricercatore dell’Istituto di Psicologia dell’Accademia Polacca delle Scienze. Gli scienziati hanno sviluppato un test comportamentale in cui i topi hanno imparato a premere una leva per almeno 3,2 secondi.

In una seconda fase, due erogatori consegnavano una ricompensa nelle mangiatoie in base alle prestazioni dell’animale: se avesse eseguito il compito con un errore basso, appena sopra i 3,2 secondi, avrebbe ricevuto cibo nella mangiatoia a sinistra e in caso di maggiore differenza, in quello a destra. I topi potevano così apprendere che il lato premiato dipendeva dalla loro precisione.

I topi hanno scelto il lato destro, cioè quello corrispondente al loro errore di tempo – “preciso” per il distributore di sinistra o “non preciso” per quello di destra -, e questo tanto più rapidamente in quanto erano fiduciosi di trovare cibo lì.

Il gruppo di ricerca ha spiegato questo comportamento attraverso l’esperienza passata degli animali legata alle ricompense ottenute, ma anche dall’analisi dei topi stessi sulle proprie prestazioni: ad ogni prova, i roditori valutavano la precisione con cui avevano svolto il compito richiesto e sono stati in grado di effettuare il “monitoraggio degli errori” o il rilevamento degli errori.

Dimostrando questa capacità nei ratti, questo lavoro apre la strada a nuovi metodi di ricerca sugli animali nell’ottica di una migliore comprensione di questi fenomeni nell’uomo. Ad esempio, valutando in che modo il cervello valuta gli errori di tempo. Una domanda fondamentale delle neuroscienze è alla base dei processi di apprendimento. La ricerca futura potrà così approfondire la conoscenza fondamentale dei meccanismi e delle strutture cerebrali coinvolte nella nostra rappresentazione interna del tempo

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