Concessioni demaniali: quando si risolve?
La questione delle concessioni demaniali marittime tarda a trovare una soluzione e così, a distanza di due anni, pescatori e mitilicoltori ancora non vengono messi in condizioni di operare nel rispetto delle regole. E’ l’ennesimo appello dei sindacati e delle associazioni di categoria: AGCI AGRITAL, AGRIPESCA, FEDERCOOPESCA, LEGACOOP AGROALIMENTARE, UNCI AGROALIMENTARE, FAI CISL, FLAI CGIL e UILA PESCA.
L’aumento dei canoni dal 1° gennaio 2021 certamente non aiuta: 2.750 euro rispetto alle precedenti 405 euro, non sono sostenibili, dicono, soprattutto se si considera la particolarissima situazione di Taranto, con i necessari spostamenti del novellame dal 1° al 2° seno del Mar Piccolo, ed il successivo trasferimento delle cozze in Mar Grande. Ridotti gli specchi acquei di riferimento: non superano infatti i tre ettari con la chiara conseguenza rappresentata dalla possibilità di coltivare una esigua quantità di prodotto. Ovvio il bisogno di spazi più ampi.
“Non ci convince peraltro quanto finora riferito dall’Ufficio Demanio in merito alla necessità di attendere il Piano delle Coste perché possano essere rilasciate le concessioni – aggiungo sindacati e associazioni -. Era stato avviato un dialogo con la passata Amministrazione comunale di Taranto, soprattutto con l’ex primo cittadino Melucci e con la sua Giunta; il confronto è stato, com’è noto, interrotto, con lo scioglimento del Consiglio comunale”.
Di qui l’appello: “Sulla scorta di tutto ciò, chiediamo un incontro urgente al Comune ed al Demanio Marittimo, consapevoli del fatto che sono state finora portate avanti politiche comunali mirate unicamente a gestire l’emergenza, e per questo convinti di dover voltare pagina e ragionare piuttosto sulla programmazione che non prescinde dal coinvolgimento delle categorie interessate, e dal coordinamento con l’Ente Regione e con la struttura commissariale del Comune di Taranto”.
Redazione Corriere di Puglia e Lucania