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Ingiustizia e disuguaglianza…

Ingiustizia e disuguaglianza…Platone in “Alcibiade primo” ci racconta che quest’ultimo da giovane e Socrate discussero sulla conoscenza o meno del giusto.

A mio modesto avviso stabilire cosa è giusto ed ingiusto dipende dal punto di vista. Non è ovvio ciò che è giusto perché non è oggettivo.

A complicare le cose Pascal scriveva che “non si vede niente di giusto o di ingiusto che non cambi di qualità cambiando il clima, tre gradi di elevazione dal polo capovolgimento tutta la giurisprudenza (…).

Ridicola giustizia delimitata da un fiume. Verità al di qua dei Pirenei, errore al di là”. Il grande problema di questo mondo è la giustizia distributiva, in particolare ci vorrebbe una certa ridistribuzione delle ricchezze.

Ci vorrebbe una maggiore equità. C’è troppa disuguaglianza nel capitalismo. Naturalmente a mio avviso.

Questa ingiustizia allo stesso modo si abbina all’ingiustizia e alla violenza insita nel sistema.

C’è un’enorme concentrazione di ricchezze nella mano di pochi. Allo stesso modo una fetta consistente della popolazione mondiale vive in povertà.

È umano tutto ciò? È giustificabile in qualche modo questa sperequazione? Dovrebbe essere garantito un minimo a tutti.

Ma l’ego di alcune persone affermate nella vita è smisurato; spesso il loro narcisismo è patologico.

Talvolta si sente dire alla showgirl in televisione, a industriali self made men, che tutto quello che hanno fatto nella vita è merito loro e frutto soltanto delle loro capacità, non considerando affatto la fortuna, i compromessi, l’interdipendenza su cui si basa il mondo.

Queste persone si sentono legittimate dal sistema e giustificano l’ingiustificabile. La loro è una visione del mondo facilona, molto parziale ed approssimativa.

Qualcuno pensa che tutto dipenda dal merito, dalla capacità, dall’impegno. Alcuni esaltano le differenze individuali tra gli esseri umani; altri le minimizzano.

Anche se esistessero grandi differenze individuali e questo giustificasse le disuguaglianze c’è da dire che non è un merito ma una fortuna nascere intelligenti e capaci. In molti casi non esiste uguaglianza di opportunità.

E poi c’è anche la fortuna, che bacia taluni e si scorda completamente di altri. Ma anche “correggere la fortuna” può causare ingiustizia.

Il comunismo forse diventa quasi sempre dittatura quando si afferma perché per imporre l’uguaglianza agli uomini che per natura non sono uguali ci vuole una minoranza violenta al potere.

“In una fase piú elevata della società comunista” secondo Marx “la società potrà scrivere sulle sue bandiere: ognuno secondo le sue capacità; a ognuno secondo i suoi bisogni!”.

Questa frase non era di Marx, ma era una citazione biblica

Tutto questo non è avvenuto. Personalmente io non mi stupisco che alcuni cattolici siano indifferenti ai più deboli, dato che interpretano letteralmente ed erroneamente principi come “aiutati che Dio ti aiuta” e “ognuno raccoglie ciò che semina”.

Rawl teorizza un nuovo contratto sociale, in cui ognuno sceglie in una posizione originaria e con un velo d’ignoranza.

Tutto ciò è troppo teorico e campato in aria, troppo astruso.

Ritornando a noi, già secondo la scuola economica neoclassica erano legittimi nel capitalismo tre fonti di reddito: il profitto, il salario, la rendita.

Bisognerebbe utilizzare un altro sistema oppure attuare dei correttivi?

È difficile stabilirlo. Così come è difficile fare delle correzioni al sistema. Qualcuno potrebbe pensare che si dovrebbe impedire la successione dei beni. Ma se i figli non ereditassero i beni, i padri ricchi smetterebbero di lavorare e il capitalismo collasserebbe. Inoltre il meccanismo è delicato perché è anche vero come dicono a Roma che se il ricco non guadagna, il povero non magna in questo sistema. I ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, ma impoverire il ricco non significa talvolta arricchire il povero. Senza ombra di dubbio il capitalismo ha le sue dinamiche sadiche.

È pacifico a mio avviso che in questo mondo se si cerca di eliminare una ingiustizia per una situazione se ne crea subito un’altra.

Ci sono poi le ingiustizie per quanto riguarda la salute e la durata della vita. Infine c’è l’ingiustizia sentimentale.

Anche qui c’è chi è più fortunato e chi è meno fortunato in amore

Se è vero che tutti soffrono per amore bisogna aggiungere l’espressione “più o meno”. In definitiva la giustizia umana è opinabile ed arbitraria.

L’importante è che non si riveli vendetta sommaria e barbara. Nel mondo comunque continuano a morire di fame.

Davide Morelli

Redazione Corriere Nazionale

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

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