Principale Attualità & Cronaca Taranto – Tra malasanità ed incompetenza

Taranto – Tra malasanità ed incompetenza

Riceviamo e pubblichiamo lettera firmata giunta in redazione

Ore 6:48 del giorno 10 gennaio 2022, arrivo autonomamente al pronto soccorso del Santissima Annunziata di Taranto a causa di uno scompenso glicemico.

Premetto di essere un soggetto affetto da diabete mellito di tipo 1 da 14 anni. Causa Covid, prima dell’arrivo in struttura, occorre effettuare il triage nei box esterni alla struttura, a pochi passi dall’ingresso.

Mi avvicino, busso e nonostante all’interno non ci fosse nessun paziente, attendo una decina di minuti all’esterno prima di potervi accedere.

Una volta all’interno, mi viene chiesto il motivo della mia presenza lì, successivamente mi viene controllata temperatura e la glicemia che risulta essere oltre il 500.

La glicemia alta è conseguenza di sintomi come stordimento e disidratazione, tra i più comuni, ed io in quel momento ero talmente disidratata da non riuscire ad essere chiara nell’espormi ed uno dei due addetti, ignorando la mia condizione di diabetica con glicemia scompensata, mi domanda se fossi ubriaca.

Vengo portata all’interno con codice azzurro, dove mi viene fatto un prelievo del sangue e la prima flebo di fisiologica per reintegrare liquidi.

A distanza di un lasso di tempo, che non so precisamente quantificare, mi domandano se qualcuno mi avesse somministrato insulina – prima cosa da fare per far abbassare la glicemia -, alla mia negazione, mi chiedono se io l’avessi con me chiedendomi di potermi autonomamente somministrare 10 unità.

Da protocollo, ai diabetici nelle mie condizioni, va eseguito l’emogasanalisi per verificare se c’è in corso una cheto-acidosi.

Poiché passavano le ore e nessuno mi eseguiva quest’analisi, domando ad un infermiere che mi risponde dicendo che non era necessaria, sotto mia insistenza mi viene eseguita ed ero in cheto-acidosi diabetica ovvero una complicanza acuta del diabete con accumulo di corpi chetonici nel sangue e acidosi metabolica.

Continuo ad essere trattata con flebo fisiologica, una seconda dose di insulina, questa volta endovena, e l’unica consulenza che ho avuto è stata con una psicologa, i risultati delle mie analisi erano da codice rosso e vengo dimessa in codice verde, senza controllare nuovamente la mia condizione di cheto-acidosi, ancora in corso.

Nel referto rilasciato da questo primo intervento non si evince la condizione grave in cui sono arrivata, infatti nel problema principale del motivo di accesso viene dichiarato “altri sintomi o disturbi”, vengono dichiarate due somministrazioni endovena di Novorapid ma in realtà una è stata sottocutanea e la seconda endovena, non mi è stato rilasciato il referto dell’emogasanalisi che mi è stato fatto, viene dichiarata una voce “non definito se scompensato” perché non è stata controllata l’emoglobina glicata, ma la mia condizione di cheto-acidosi bastava per far evincere il mio scompenso.

Esco circa le 10:29, nessuno mi effettua un tampone

Sapendo in che condizioni fossi stata dimessa e tornando a sentirmi in condizioni peggiori del mio arrivo, data l’assenza di un reparto di diabetologia nell’ospedale di Taranto e date le ultime modifiche, che hanno visto il reparto di endocrinologia, situato prima al Padiglione Vinci, trasferirsi all’ospedale di Grottaglie, raggiungo l’ospedale San Marco di Grottaglie.

Appena arrivata mi viene effettuato l’elettrocardiogramma da cui si evince una tachicardia data da una personale sensazione di malessere e paura suscitata dalle modalità in cui non hanno trattato la mia grave condizione.

Lì incontro la mia diabetologa che, dopo una serie di controlli, conferma la mia paura, infatti le mie condizioni erano peggiorate. Il referto del pronto soccorso di Taranto lascia basiti la mia diabetologa ed il dottore che era in servizio al pronto soccorso.

Mentre vengo trattata nuovamente per scompenso glicemico e chetoacidosi, la mia diabetologa rivaluta le precedenti visite e consiglia un ricovero urgente.

Unica sede con posti disponibili, il Santissima Annunziata di Taranto in cui vengo portata tramite 118

Arrivata nuovamente a Taranto, mi attendono ore interminabili di attesa dove, nonostante l’urgenza dichiarata dal mio diabetologo e dai risultati dell’emogasanalisi effettuati a Grottaglie, vengo accettata come codice azzurro.

Trattata ancora con fisiologica, controlli glicemici ed emogasanalisi, mentre la mia cheto-acidosi non veniva trattata. La testa che scoppia, la temperatura che si alza e la nausea che arriva, sintomi sempre più forti che lamento all’infermiera la cui unica preoccupazione è stata controllarmi la temperatura, ignorando il rischio di un edema celebrale, condizione che può avverarsi in chetoacidosi diabetica danneggiando l’area celebrale e nelle peggiori delle ipotesi può portare anche alla morte.

In passato, infatti, mi è sempre stata fatta una tac d’urgenza

I dolori e il malessere diventano insopportabili tanto da portarmi a piangere, fino al passaggio di un medico che mi aggredisce dicendo che non c’è bisogno di piangere, lamento la mia sofferenza, quello che ho passato dalle 6 e 50 del mattino fino alle 17 e 30 del pomeriggio, sottolineando che non ero lì certo per divertimento, che ero tornata lì perché mandata dall’ospedale di Grottaglie e luì afferma che non funziona così, perché secondo lui sarei dovuta rimanere lì ed in sostanza, io paziente sofferente, vengo trattata con sufficienza per problemi di comunicazione ed organizzazione tra strutture.

Il dottore si infastidisce, inizia ad aggredirmi e a darmi della maleducata, chiedendo di farmi entrare per la consulenza con tono stizzito, continuando a darmi della maleducata, come se fosse lì a farmi un favore.

Dopo averlo sentito dire “fate entrare la maleducata” per non so quante volte, io, stanca, al limite delle mie forze, nervosa per come ancora nessuno interveniva nella mia condizione, rispondo a tono e nasce un’accesa lite.

Mi viene un attacco di panico ed intervengono mia zia, che lavora lì, tre infermieri ed un medico. Mentre il dottor G.P. continua ad inveire contro di me, chiedo immediatamente di togliermi l’ago e di farmi firmare le dimissioni per andar via.

Ho chiaramente detto al dottore che avrei chiamato le forze dell’ordine, lui si alza dalla sedia e inizia a gridarmi addosso di chiamare chiunque io voglia.

Firmo le dimissioni e vado via, consapevole che avrebbe gravato alla mia salute, ma certa che a casa mia, oltre al problema glicemico, non sarei stata sottoposta ad ulteriori maltrattamenti da parte di un medico che prima di tutto dovrebbe essere empatico con chi è sofferente.

Preciso infine come, nonostante le mie dimissioni volontarie a causa di questo pessimo episodio, nel referto finale venga ancora dichiarato il falso nella voce “diagnosi di dimissione” dove, nuovamente, invece di dichiarare la mia grave condizione di iperglicemia con cheto-acidosi, le mie lamentele di sofferenza, una rivalutazione scritta dai medici dell’ospedale di Grottaglie, viene scritto “non specificati sintomi o sindromi speciali”.
Infine, non mi è mai stato fatto un tampone.

Lettera firmata

Ps in redazione referti e schede degli esami del nosocomio tarantino.

17 COMMENTI

  1. Solo poche parole è una vergogna il comportamento di questi medici e sanitari, in che mani siamo messi!!! Tutta la mia solidarietà alla signora…. A volte i medici invece di capire e aiutare i pazienti peccano di Superiorità ” sentendosi Dio scesi sulla terra” Siate più umile e ricordate di più il giuramento di Ippocrate

  2. Incompetenti demoni. Al P. S. di Taranto succede di tutto. Il 16 Dicembre sono entrata alle 16 ed uscita alle 10 del mattino dopo con diagnosi errata e maltrattamenti vari con emorragia in corso. Ho visto di tutto nonostante i miei attacchi di panico e pressione altissima. Capisco cosa significachi pensare di poter morire e vedere ridere e scherzare il personale che non ti considera. Denuncero’ anche io. Denunciate tutti. Ho anche scritto a Striscia la Notizia. È SCHIFOSO SCANDALOSO VERGOGNOSO.

  3. Mia figlia é entrata al P.S. di Taranto in F.A. per eseguire d’urgenza la cardioversione. Non é stato fatto nessun tampone, non é stata sottoposta a consulenza cardiologica né le é stato somministrato alcun anticoagulante. Ha lasciato l’ospedale di sua volontà, dopo che le sono state indicate le tempistiche per una consulenza (7/8 ore) e nelle dimissioni c’era scritto cardiopalma e nessun disturbo specifico. Preciso che mia figlia ha subito una operazione a cuore aperto 16 mesi fa ed ha 20 anni, con una storia clinica di tutto rispetto…..non ho parole

  4. Due accessi effettuati di recente e per due volte ho firmato per andare via. La prima volta necessitavo di 2 punti di sutura al labbro superiore ma dopo ore di attesa inutili senza che nessuno mi visitasse, un infermiere mi consiglia di andare al punto di primo soccorso al Moscati di Paolo VI, quindi firmo e vado via dopo aver atteso inutilmente tra le barelle. La seconda volta, mi dirigo al PS sempre naturalmente del SS.Annunziata per un battito del cuore accelerato, dopo avermi fatto l’ecg mi sistemano su un lettino dicendomi che essendo codice verde non mi avrebbero visitato prima delle 4 di mattina, considerate l’accesso attorno alle 19 circa. Firmo nuovamente e vado via. Anche io ho assistito a scene di cattiveria e maleducazione da parte del personale sanitario nei confronti dei pazienti in attesa della consulenza, ricordo il trattamento ad un paziente in stato d’ansia e agitazione e con uno stato di coscienza alterato, era palese a tutti, veniva deriso e sgridato in continuazione da infermieri e medici. Questo è il grave problema, la mancanza di umanità squallida, la cattiveria, l’arroganza e la mancanza di empatia nei confronti dei malati. La maggior parte del personale sanitario dovrebbe essere monitorato con le telecamere per i comportamenti aggressivi che hanno. Inoltre, non potrebbero neanche esercitare la loro professione perchè non hanno tatto col paziente e umanità. Sono lì per atteggiarsi col camice e per lo stipendio, le frustrazioni le riversano tutte sull’utenza. Ovvio, qualcuno che si salva e che effettua il proprio mestiere con amore c’è, ma sono pochissimi, e quando incontri queste persone le percepisci come l’acqua nel deserto, l’arrivo di angeli in mezzo ad un mare di demoni, nervosi, aggressivi, maleducati e anti-professionali. Penso che questo problema sia più presente all’interno del PS. Concludo dicendo che secondo me, bisognerebbe trovare una soluzione simile a quella utilizzata per gli operatori telefonici, i quali attualmente si dichiarano con il proprio codice operatore ed è tutto registrato e monitorato, in precedenza invece senza alcun controllo si era in balia della maleducazione e svogliatezza anche in quel settore.

  5. Le condizioni in cui versa da anni e il pronto soccorso del SS Annunziata evidenzia una conduzione criminale sia della direzione sanitaria sia della politica locale e regionale. Non è nemmeno pensabile che una città (disgraziata) come Taranto abbia, a livello ospedaliero, una strozzatura proprio al reparto più importante della struttura. L’ultima volta che sono stato al p.s. con problemi circolatori e angosciato per aver lasciato sola mia moglie con gravi problemi, sono stato “aggredito ” da un addetto ai servizi che tutto può fare meno che stare vicino a gente sofferente. Quindi anche il personale è fuori controllo.

  6. avrebbe dovuto entrare al pronto soccorso con la fotocamera accesa e documentare tutto l’accaduto e poi chiamare le forze dell’ordine. a me e capitata più o meno la stessa situazione ed ho minacciato di mettere in rete il videoaudio si sono calmati tutti e i medici sono arrivati a decine. le auguro ogni bene. Francesco da grottaglie

  7. Scandaloso, e dire che alla fine del mese pretendono lo stipendio. Per fortuna c’è ancora gente meritevole e che in loro presenza creano un equilibrio, figuriamoci tra qualche anno, che questa gente non c’è più, e preoccupante

  8. Estate 2020…pronto soccorso ore 18 .00 Santissima Annunziata frattura scomposta al piede….
    È vero sono uscita alle una di notte..ma perché hanno salvato …un uomo da un infarto….medico infermieri rianimatori erano tutti intorno a lui…
    Dopo si sono dedicati a noi altri….e la mie ossa ricongiunte alla perfezione….
    Ottobre 2021 incidente stradale mio figlio ore 13.00
    Ho ripreso il ragazzo prima di mezzanotte
    Tutti accertamenti fatti
    E lo hanno ricucito in volto perfettamente…
    Il chirurgo plastico ce lo ha confermato..sono stati bravissimi…
    Che dire… grazie… Grazie..grazie
    Antonella

  9. Buonasera, Premetto che non sono di Taranto ma conosco bene la realtà descritta perché frequento il nosocomio tarantino per motivi di lavoro, purtroppo questa triste realtà non ha confini, e’ tutto questo spesso avviene per motivi vari che trovano radici nel fatto che chi dovrebbe organizzare o decidere la forza lavoro ( medici,infermieri Oss) e’ un politico che nn ha mai vissuto la realtà che mai ha visto o frequentato per un solo giorno un reparto per capire come funzionano le cose, spesso un calcolo matematico decide piante ” unità lavorative” necessità quel o quell’altro reparto, purtroppo nn e’ così che dovrebbe funzionare, chi ” dirige un’orchestra ” apparentemente nn fa nulla, ma senza un buon direttore , ” nn c’è musica”.

  10. Vorrei ringraziare Chi ha deciso di partecipare ad altri la sua triste esperienza e Chi gli ha dato spazio. Parlarne è imprescindibile se vogliamo che quacosa cambi. GRAZIE!
    La mia esperienza presso il SS Annunziata è questa:
    Ricoverato per un intervento chirurgico programmato, fui operato per sbaglio in parti diverse da quella da trattare, parti sane che da tale intervento “abusivo”, per usare l’aggettivo usato dal ctu, hanno subito un danno permanente certificato. Al medico fu sufficiente inventarsi in cartella clinica di avermi visitato prima dell’intervento e che da tale visita erano risultate delle patologie per le quali l’intervento “abusivo” era per lui terapeutico.
    Io lo so che è un criminale, e lo sa anche il giudice che lo ha assolto… Ma a Tarant nuestr è così che va.

  11. Il 13 di novembre mio padre l hanno dimesso per mancanza di posti letto. Lui diabetico, infartiato,ipertesto e malato renale al 4 stadio. Arriva senza respirare e non riusciva a parlare. Entra ore 20.00, visita fatta 1,30 del mattino. Dimissioni ore 3,30. Arriviamo a casa alle 3,40. Mio padre MUORE!!!! OSPEDALE DENUNCIATO !

  12. Poco prima dell’ondata COVID di due anni fa, entro con mio padre 98enne intorno alle 23.00 per la frattura di due costole, abbiamo passato la notte su una sedia di metallo e abbiamo ricevuto la visita del medico intorno alle 09.00 del mattino dopo. Ragionateci sopra. Ah, ditelo pure alle TV locali.

  13. Questa è Taranto, dagli ospedali ai proprietari degli esercizi commerciali tutti pensano che stanno facendo un favore agli utenti e che questi noi ad aver bisogno di loro. Questa città è senza vergogna, sporca, brutta all’inverosimile e piena di maleducati e delinquenti spacciatori. Si butta l’immondizia per strada e i marciapiedi sono ricoperti di cacca. Ognuno ha la città che si merita

  14. Mi chiedo in tutto questo…ma perché non ti sei fatta accompagnare da una presenza maschile? uno zio.. un fratello.. un amico.. il fidanzato.. fossi stato IO uno tra questi elencati, gli avrei sicuramente rotto le ossa a questi deficienti, ignoranti e pezzi di merda..e a quel dottore che inveiva contro di te con offese gli avrei fatto saltare tutti i denti dalla bocca..NON SI TRATTA COSÌ LA GENTE.. PEZZO DI MERDA…E se sei qui a leggere il mio commento mostrati se hai le balle…Ti ci porto IO A FARTI FARE UNA BELLA ORTOPANTOMOGRAFIA.. per farti ricordare quanti denti hai prima di farteli saltare COGLIONE…

  15. Nicola
    ti capisco, io ho perso la mia mamma in pochi giorni, il medico dell’ospedale ha preso in giro me e mia sorella sulle condizioni della ns mamma, rassicurandoci che la trasferivano a Grottaglie x finire la terapia. La realtà è stata diversa la mamma è arrivata in condizioni grave, non dovevano trasportarla x non peggiorare la situazione. In poche parole dopo neanche due giorni abbiamo perso la mamma . Non sono stati mai sinceri, professionalità bassissima di tutti. Ancora piangiamo io, mia sorella e mio fratello la perdita della mamma donna autosufficiente prima di entrare all’ospedale di Taranto

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