Principale Economia & Finanza Sempre più italiani denunciano il furto dei dati su internet

Sempre più italiani denunciano il furto dei dati su internet

I numeri dell’Osservatorio Cyber riportano che nella prima metà dell’anno sono stati più di un milione gli alert ricevuti da utenti italiani relativamente a un attacco informatico ai loro danni. Un aumento del 56% rispetto allo stesso periodo del 2020

©  Jakub Porzycki / NurPhoto via AFP – attacco hacker

Le attività degli hacker non si sono di certo fermate a causa della pandemia, anzi nel 2021 hanno subito una ulteriore accelerazione. I dati dell’Osservatorio Cyber, rilasciato da CRIF in occasione del mese dedicato alla cybersecurity, confermano infatti che nella prima metà dell’anno in corso sono stati oltre 1 milione gli alert ricevuti da utenti italiani relativamente a un attacco informatico ai danni dei propri dati personali, in crescita del +56,3% rispetto alla precedente rilevazione.

In particolare, l’analisi si focalizza sugli alert relativi a informazioni ritrovate sul dark web (ovvero l’insieme di ambienti web che non appaiono attraverso le normali attività di navigazione in Internet e necessitano di browser specifici o di ricerche mirate) all’interno del quale circolano indebitamente miliardi di dati.

Nel primo semestre 2021 si registra una crescita del +18% dei dati rispetto al secondo semestre 2020. è proprio in questi ambienti che si trovano il maggior numero di informazioni ottenute tramite frodi informatiche, basti pensare che gli utenti allertati in Italia per dati rilevati sul dark web sono il 72,9%, a fronte di un 27,1% di soggetti allertati per dati rilevati sul web pubblico (open web).

Dove vengono rubati i dati

Gli ambienti in cui invece viene scambiata la maggior quantità di dati rubati sono forum, blog e piattaforme di messaggistica. Oltre a motori di ricerca specifici (es. TOR, DuckDuckGo) Telegram, in particolare, sta diventando sempre di più una sorta di luogo di incontro virtuale per gli hacker parallelamente al darkweb, con le medesime finalità di condivisione di dati personali, come ad esempio liste con email e password di account rubati.

Le informazioni sottratte vengono organizzate in pacchetti contenenti migliaia di credenziali e vendute clandestinamente a prezzi molto bassi, a volte anche meno di 50 Euro.

I dati più vulnerabili

Secondo quanto risulta dall’Osservatorio CRIF, nel primo semestre 2021 i dati personali che prevalentemente circolano sul dark web, e pertanto più esposti al rischio di azioni ai danni delle ignare vittime, risultano essere le password, gli indirizzi email individuali o aziendali, username, i numeri di telefono. Nella prima metà dell’anno anche nome e cognome rientrano nella top 5 dei dati più vulnerabili.

Queste preziose informazioni potrebbero essere utilizzate per compiere truffe, ad esempio attraverso phishing o smishing. Non mancano però scambi di dati con una valenza finanziaria, come le carte di credito e l’IBAN.

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