Principale Estero Bill Gates: lo stratega della pandemia golpista

Bill Gates: lo stratega della pandemia golpista

Com’è noto molte delle ormai solo sedicenti democrazie occidentali si stanno usando i militari per far rispettare le macellerie vaccinale, la Germania in particolare dove l’ossessione ha raggiunto il diapason grazie all’operazione Omicron una delle più sfacciate frodi sanitarie dentro la narrazione pandemica.

Ma si tratta in realtà di qualcosa da sempre previsto nelle distopie pandemiche coltivate da alcuni supericchi: Il 18 marzo 2015, Bill Gates l’uomo che al tempo aveva la fortuna  più ampia del mondo, 120 miliardi di dollari di solo patrimonio personale, ha pubblicamente invocato un nuovo ambizioso progetto: la creazione di un’agenzia globale, militarizzata e sovranazionale in grado di dare risposte decise alle epidemie di malattie infettive.

L’articolo  ” The Next Epidemic – Lessons from Ebola” , apparso sul prestigioso New England Journal of Medicine (NEJM), era una chiamata all’azione globale  progettata per il massimo impatto. Un altro intervento  di  Gates sul New York Times, apparso contemporaneamente all’articolo del NEJM, ha scatenato una marea di articoli  dei media che hanno riprodotto acriticamente le argomentazioni del super miliardario in merito alla militarizzazione delle crisi sanitarie che egli ha ribadito in una conferenza TED il 3 aprile 2015.

La militarizzazione di una eventuale crisi sanitaria era dunque già stata pensata e auspicata  a dimostrazione che il modello autoritario era già nelle corde dell’elite in relazione a una pandemia.

O forse a una pandemia pianificata e “narrativa”: quando Gates fa riferimento alla “lezione dell’Ebola” si riferisce per l’appunto a una patologia  su cui si era esercitato il meccanismo della paura in maniera del tutto sproporzionata.

Dal 1976, anno nel quale la malattia fu riconosciuta e battezzata, al 2013 ha visto un migliaio scarso di contagiati, ma nel periodo  2014 – 2016 c’è stata una nutrita serie di episodi pandemici molto distanti fra di loro e ancora di scarsa comprensione, con  28.652 contagi in 11 Paesi e 11.325 morti ( anche se con un’assistenza sanitaria di tipo occidentale sarebbero stati presumibilmente molti di meno): dunque una patologia senza dubbio preoccupante, ma pochissimo infettiva, tanto che è stata facilmente circoscritta e da allora non è ricomparsa.

Si potrebbe anche ironizzare sul fatto che 11 mila morti sono un quarto delle vittime dei cosiddetti vaccini a mRna  segnalate nei Paesi occidentali, un numero certo inferiore alla realtà, ma qui è importante segnalare che questo è stato lo stampo sul quale Bill Gates che era già abituato a dettare l’agenda sanitaria mondiale, ha costruito il suo schema pandemico che di fatto già  prevede la sospensione delle costituzioni e delle libertà da esse garantite e che ha finito per essere applicato a un virus molto enormemente più debole e simil influenzale.

Si può facilmente pensare che una certa cupola di potere abbia preso ispirazione proprio da questi schemi di militarizzazione e abolizione delle libertà per ipotizzare a una via sanitaria alla “nuova normalità”. Molto significativo è il fatto che mentre funzionari delle Nazioni Unite avevano descritto la risposta internazionale all’Ebola come troppo lenta ma alla fine efficace e in alcuni casi ” di spettacolare successo”, Gates lo abbia  definito un “fallimento globale”, soprattutto se paragonato ai ” nostri preparativi per un diverso tipo di guerra globale contro la minaccia”.

Gates ha riconosciuto che esiste già un sistema internazionale di controllo dell’epidemia sotto gli auspici dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), ma lo ha descritto come “gravemente a corto di personale e di fondi”, tuttavia non si capisce perché la sua fondazione e la rete di filantropi miliardari che vi girano attorno non abbiano aumentato i finanziamenti per rafforzare  i programmi esistenti, invece di mettere i soldi necessari solo a “comprare” questo organismo, ma non a renderlo più efficiente.

Il fatto è che Bill immaginava altro, peraltro espresso nell’articolo già citato:

1)  stretta cooperazione della NATO, nelle operazioni nei paesi in via di sviluppo;

2) abbattimento delle normative di sicurezza nazionali per accelerare i test e l’implementazione di nuovi vaccini e altri farmaci;

3) sospensione della costituzione negli Stati sovrani colpiti da epidemie; 4) creazione di reti di sorveglianza mondiali, senza protezione della privacy, che renderebbero immediatamente disponibili al nucleo di comando le informazioni sulle persone nei paesi in via di sviluppo.

Forse Gates che alla fine è forse ignaro, fuori dal suo campo non si è nemmeno reso conto di stare pianificando un non una risposta a un’epidemia, ma un golpe che avrebbe dovuto essere guidato  dalla Nato, dalla Banca mondiale e da “una combinazione di fondazioni e aziende tecnologiche . Ad ogni modo più si vanno a leggere e a scoprire i precedenti della pandemia si scorgono i segnali di una pianificazione messa in piedi da lungo tempo e dove la sanità è solo il pretesto.

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